E se Sanremo ci insegnasse a lavorare meglio?

E se Sanremo ci insegnasse a lavorare meglio?

Premetto che sono un ignorante in termini di musica e conosco poco quella delle nuove generazioni.

Vedo il Festival di Sanremo. Lo trovo interessante perché è uno specchio dell’Italia e della nostra società, nel bene e nel male.

Noto sempre più, e quest’anno più che mai, che le canzoni moderne modificano più volte le melodie nell’ambito dello stesso componimento e ripetono due o più ritornelli.

Le nuove generazioni di cantanti sono molto brave a vocalizzare in questo modo.

Una volta le canzoni avevano una melodia e un ritornello solo. La melodia era sufficientemente lunga per entrarti nell’orecchio e in testa, memorizzandola. Oggi, invece, dopo pochi secondi la melodia cambia.

Da appartenente a una generazione più anziana, abituato a una musica differente, ascoltando le nuove canzoni, mi pare di udire uno zapping continuo di melodie, come se convivano tre, quattro o più canzoni in una sola. Mi sembra una sorta di scrolling continuo, come per i post dei social, uno scorrimento compulsivo, simile a quello che ci porta a stare pochi secondi su un messaggio, come se bastasse un attimo per annoiarsi o si rovistasse nella “spazzatura” delle notizie alla ricerca di qualcosa di interessante.

Il comportamento generato dall’uso dei social, in prima battuta, sembra una mancanza di pazienza e una carenza di attenzione. Allo stesso tempo, è indubbio che ci ha allenato a una velocità maggiore con la quale ci informiamo e alla capacità di discernere rapidamente tra mille stimoli e notizie.

Al di là dei gusti musicali personali, io credo che devo abituarmi ad accogliere e comprendere meglio il nuovo, rappresentato in questo caso da un nuovo genere di musica, così come sto accettando e familiarizzando con il mondo dei social. 

D’altra parte, se pensiamo al mondo del lavoro, le nuove generazioni hanno probabilmente punti di forza simili a quelli dei nuovi cantanti: velocità, multitasking e capacità di discernere tra tante informazioni. Le altre generazioni, invece, hanno altri talenti: ad esempio, probabilmente sanno approfondire e focalizzarsi meglio.

Ecco, nelle aziende bisognerebbe riuscire ad armonizzare le caratteristiche positive delle diverse generazioni.

Magari proprio come ha fatto il Festival di Sanremo, portando sul palco modalità nuove di fare musica e facendo duettare insieme cantanti di età molto diverse, con risultati eccellenti, in alcuni casi.

Quanti sono in azienda i team di lavoro misti in termini generazionali? E quanto sono davvero integrati, nel senso che ciascuno accoglie le caratteristiche dell’altra persona e accetta il nuovo?

Forse una kermesse come quella di Sanremo può insegnare qualcosa anche al mondo aziendale, altrimenti, se restiamo chiusi nelle solite abitudini e nel “si è sempre fatto così”, citando la canzone vincitrice, sarebbe proprio “La noia”!

Antonio Messina                                            

President and Executive Trainer & Consultant at Hara Risorse Umane

Autore del libro “L’engagement del consenso

www.hararisorseumane.it

 

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