Elogio Della Gentilezza
Da un po’ di tempo mi ritrovo a riflettere su una domanda che si palesa spesso nella mia mente: alle bambine e alle giovani donne di oggi stiamo insegnando ad essere gentili? Stiamo trasmettendo loro il piccolo ma importantissimo gene della gentilezza? Non saprei dare una risposta precisa e definitiva, ma ho iniziato a farci caso e osservando le più disparate situazioni mi sembra che, purtroppo, in generale sia un valore molto raro.
E la cosa che mi dispiace di più è che non viene sempre riconosciuta dalla società l’importanza della gentilezza e di conseguenza sfugge la differenza che potrebbe fare nella vita personale, lavorativa e sentimentale. Alle Poste per esempio, io ci vado solo di Mercoledì o di Venerdì perché so che allo sportello c’è quella signora con gli occhiali tondi molto spessi e i capelli ricci che mi sorride sempre, che ha imparato il mio nome e che mi chiede come vanno amore e lavoro.
Basta davvero pochissimo, un sorriso e uno sguardo complice molte volte possono veramente avere un’influenza positiva sulle persone. Io, nel mio piccolo, ho capito di voler essere gentile con tutti il giorno in cui a sette anni, durante una gara di nuoto, ero prossima alla vittoria e avrei dovuto toccare la piattaforma, ma ho pensato alla bambina che era dietro a me che si era impegnata tantissimo nei mesi precedenti e il cui padre le aveva messo addosso tante aspettative; così ho atteso qualche secondo, lei mi ha raggiunta, ha vinto la medaglia d’oro e io quella d’argento.
Ricordo che eravamo entrambe molto contente.
Sapevo che mio padre mi avrebbe festeggiata e che sarebbe stato fiero di me anche se fossi arrivata per ultima e sapevo che in qualunque caso mi avrebbe portata a cena fuori e che avrei mangiato il mio piatto preferito. Mi piace pensare che la gentilezza, che spero di avere sempre, io l’abbia ricevuta tramite gli insegnamenti dei miei genitori e che questa venga alimentata continuamente.
Spesso il tema della gentilezza viene trattato in maniera non del tutto evidente sia nei film che nei libri, ma lo si può scovare provando a farci un po’ di attenzione.
Tutte ricordiamo tra le scene del film cult Pretty Woman il momento in cui l’incantevole Julia Roberts viene maltrattata verbalmente dalle commesse dei prestigiosi negozi della Rodeo Drive di Beverly Hills.
Così come è impossibile scordarsi la simpatica figura dell’Hotel Manager che, al contrario, dopo un iniziale scetticismo, aiuta Vivian.
In entrambi i casi parliamo di persone che lavorano con il pubblico, ed è incredibile quanto possa essere impattante la differenza tra la gentilezza ed il suo contrario.
Un esempio bellissimo, e allo stesso tempo scientifico, di come la gentilezza sia fondamentale nella nostra vita lo ritroviamo negli studi del neuropsicologo americano Richard Davidson, fondatore e direttore del “Center of Healthy Minds”. A seguito del suo incontro con il Dalai Lama, Davidson ha deciso di concentrare la sua ricerca su gentilezza, tenerezza e compassione – anziché su ansia, stress e depressione – dimostrando che queste emozioni sono in grado di rendere il cervello più sano. Ma soprattutto lo scienziato ha scoperto che la gentilezza può essere allenata a qualsiasi età: “gli studi ci dicono che stimolando la tenerezza nei bambini e negli adolescenti, migliorano i loro risultati scolastici, il loro benessere emotivo e la loro salute“.
Ultimamente, osservando alcune dinamiche su Instagram o leggendo qualche articolo trending sul web legato al mondo femminile, mi sono resa conto che i temi principali sono legati alla bellezza unicamente estetica e superficiale, al mondo delle influencer e alla ricerca di un modello di business che il più delle volte include il calpestare gli altri.
A parer mio una donna di successo è una donna gentile. Non deve per forza essere esasperatamente bella, con capacità multitasking, con otto lingue sul curriculum, e determinata a schiacciare le colleghe: deve essere gentile. Mi piacerebbe che proprio sul curriculum potesse, un giorno, comparire, accanto alle capacità personali la voce gentilezza e che si potesse rilevarne il livello di ciascuno. Probabilmente, chissà, in una dimensione non troppo utopica e lontana da noi questo potrebbe accadere e allora forse si starebbe più attenti a cosa viene trasmesso e a cosa si insegna alle nuove generazioni.
Cos’è successo quando mi sono resa conto che non tutti riescono ad essere gentili, a causa di diverse variabili? Inevitabilmente ho sofferto un po’ e forse a volte mi succede anche ora, ma ad oggi sono arrivata alla conclusione che essere gentile, nonostante la scelta diversa che possono fare gli altri, continua a rendermi felice.