email su Debito Pubblico, Spread e Default, Oro della Banca d'Italia, Stampare moneta.....

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Carissimi,

intanto mi fa molto piacere aver ricevuto le vostre risposte, i vostri dubbi e qualche opinione diversa. Vado al dunque delle questioni cercando di fare chiarezza e di sintetizzare:

  • Debito Italiano

Ci sono quattro pilasti finanziari che sostengono una nazione: 1) bilancio dello stato, 2) bilancio delle banche, 3)bilancio delle imprese e 4) bilancio delle famiglie. Del bilancio dello Stato siamo messi male (136% di debito su PIL) e le prospettive per i prossimi mesi indicano un valore al 155%. Per il bilancio delle banche stiamo compiendo sforzi immani per scaricarci dei crediti deteriorati ma ci rimane ancora molta strada da fare. La Penisola soffocava sotto una montagna di 341 miliardi di euro di crediti deteriorati lordi nel 2015, ora ne hanno meno della metà: 168 miliardi. Il rapporto tra crediti deteriorati e totale crediti era arrivato al picco del 17% nel 2015 mentre ora è sceso al 9%, il traguardo è il 5% entro il 2021. Il bilancio delle imprese, pur non avendo dati precisi non è rassicurante, molte sono in uno stato pre-fallimentare, sottodimensionate e sottocapitalizzate. Il bilancio delle famiglie italiane è molto positivo con oltre 9500 Miliardi di € di cui almeno 5000 € di immobili, 4500 Miliardi di attivi finanziari (di cui 1400 € depositati su conti correnti). Quindi l’unico pilastro veramente solido è quello delle famiglie sebbene quest’ultime soffrano dal 2008 di una riduzione del reddito disponibile che ha portato ad una conseguente riduzione dei consumi. Certamente questo risparmio fa piacere averlo ma non lo userei come garanzia per giustificare i debiti che continuiamo ad accumulare con perseveranza sul lato pubblico. Perché è fin troppo facile ipotizzare che tutti questi soldi potrebbero essere utilizzati per ridurre il debito (patrimoniali o prestiti per la patria o prelievi più o meno forzosi). L’esempio della persona che chiede un mutuo da 100 K con redditi da 50 k per anno, se viene dato, è perché la banca, che valuta la richiesta, trova che il suo reddito annuo è sufficiente per pagare ad esempio una rata di mutuo ammortizzato magari su 15 o 20 anni di 500 € e gli fisserà una ipoteca sull’immobile insieme a qualche altra garanzia. Se applichiamo questo ragionamento allo Stato Italiano proprio non regge. Con il nostro debito attuale dobbiamo pagarci ogni anno circa 400 Miliardi tra debiti in scadenza e interessi sul debito e inoltre dobbiamo spesare il fabbisogno netto nuovo dello stato. Facciamo un totale di 450 Miliardi di €. Dobbiamo emettere titoli, ogni anno, per tale quantità e qualcuno ce li deve comprare. Nella nostra situazione quel qualcuno, chiunque esso sia, risparmiatore o istituzione, vuole un interesse che ad oggi è circa l’1,8% (BTP a 10 anni) mentre la crescita del nostro reddito (PIL) rasenta lo 0 o forse sarà negativo. Ecco che allora la dinamica dello spread si allarga ed entriamo in crisi. Se non ci fosse la BCE che con il QE compra parte del nostro debito sarebbero dolori. Quindi la differenza tra la persona che si avvale di un mutuo e noi è che alla persona viene riconosciuta (previo garanzia, ipoteca) la capacità di rimborso e al nostro paese no. Non ci sono complotti, non c’entra bikkenberg, non c’entrano nulla le agenzia di rating (che fanno errori) e non mi affiderei troppo alle grandi banche internazionali che esprimono gli interessi propri e dei loro stakeholder.

Il problema è innanzitutto nostro e poi anche della UE perché indeboliamo la valuta Euro. Questo piace molto a Mr. Trump e a Mr. Putin che farebbero molto volentieri a meno dell’Unione Europea. Un competitore in meno sui mercati internazionali e un insieme indebolito di "staterelli" da mettere in riga alla prima occasione.

  • Lo spread e il default ai tempi del Presidente Berlusconi

Non c’entra nulla con il MES che fu definito da lui e dal Ministro del Tesoro Tremonti nel 2011 a livello di Consiglio Europeo ed Eurogruppo, approvato dal parlamento Italiano nel 2012 all’unanimità.

Nel 2011 si era scatenato un contagio finanziario a causa del default del debito sovrano della Grecia che aveva coinvolto l’Italia a seguire in quanto eravamo secondi, dopo la Grecia, per eccesso di debito sovrano ma la causa scatenante non era la stessa di oggi (pandemia e recessione economica conseguente). Allora Trichet (BCE) e Draghi (B.I.) concordarono un’ azione di riequilibrio del bilancio dello stato (e del suo debito) con Berlusconi e Tremonti condensata in una lettera di 3 punti (1) innalzamento dell’età pensionabile degli occupati, 2) Aumento dell’IVA, 3) Rimodulazione degli scaglioni IRPEF). Poiché il Presidente Berlusconi non riuscì ad ottenere il consenso su questi punti da parte degli alleati del suo governo (in special modo la lega) si dimise dal suo incarico.

  • L’oro della Banca d’Italia

La Banca d'Italia detiene e gestisce le riserve nazionali in valuta e oro. L'ordinamento assegna la proprietà delle riserve alla Banca d'Italia; in base all'art. 127 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (ex art. 105 del TCE), esse costituiscono parte integrante delle riserve dell'Eurosistema, congiuntamente alle riserve delle altre BCN e a quelle di proprietà della BCE. Una quota delle riserve in valuta della BCE, conferite all'avvio della terza fase dell'Unione economica e monetaria da ogni BCN in ragione della "chiave capitale", è gestita dalla Banca d'Italia sulla base di linee guida fissate dal Consiglio Direttivo della BCE.

Le riserve auree italiane ammontano a 2.452 tonnellate - delle quali 4,1 tonnellate sotto forma di moneta (si tratta di 871.713 pezzi di moneta il c.d. "oro monetato") e le rimanenti sotto forma di lingotti.

Tale dato posiziona l’Italia dopo Stati Uniti e Germania come maggiori possessori di lingotti d’oro.

Il valore complessivo ammonta a circa 91 miliardi di euro ma è bene sapere che: l’oro e i lingotti in possesso della Banca d’Italia non possono essere adoperati per fronteggiare il debito pubblico che il nostro Paese ha maturato nel corso degli anni e tra l’altro non risolveremmo i nostri problemi.

Le 2.452 tonnellate sono custodite, per ragioni di sicurezza, presso i forzieri di Banche Nazionali estere quali Inghilterra, Stati Uniti e Svizzera.

  • Riferimenti statistici indiscutibili

Quando dobbiamo avvalerci di dati ufficiali, affidabili, continui e costanti nel tempo per confronti e valutazioni non possiamo che avvalerci di Fondo Monetario Internazionale (FMI), Banca d’Italia, BCE, ISTAT, EUROSTAT ecc…

Non sono disposto a cambiare nessuno di questi riferimenti con una banca privata (anche se famosa), con un' impresa o altro ente che persegue il suo interesse e quello di tutti gli stakeholders che afferiscono a essi (lecitamente e pubblicamente noto).

  • Stampare Moneta a “go-go”

Questo desiderio è una pura chimera. Persino nazioni come gli USA e la Cina hanno problemi a stampare moneta quanto servirebbe senza generare inflazione e una svalutazione della moneta. Poi se questo fosse vero e per paradosso, gli Stati Uniti hanno un debito del 109% sul PIL che sta velocemente diventando del 131% quindi ne hanno stampata in misura insufficiente. Una svalutazione della moneta significa una svalutazione del patrimonio (del risparmio) e dei redditi delle persone.

Non auguro iniziative tipo conio di “lirette” o “lire new” sarebbe una Waterloo in termini di svalutazione e di fuga dei capitali dal nostro paese. Ma se avete dubbi su questo vi propongo, scherzosamente, di sottoscrivere con me un “future” (tecnicamente uno "swap") dove date a me tutti gli € che vorrete e io vi darò a data futura (che vorrete indicarmi voi) un equivalente in “lirette” (moltiplicando per 1936 gli € che mi avrete dato).

Non voglio poi ricordare la patrimoniale sui conti correnti che fu decisa dal Presidente del Consiglio Giuliano Amato il 13 Settembre del 1992 perché la lira non teneva il cambio (reale e non quello prefissato di rapporto) con le altre monete che avevano allora, come adesso, una economia più forte della nostra all’interno dello SME. Se vi manca poi l’immaginazione per intravedere il nostro futuro in tale sciagurata ipotesi vi do qualche suggerimento. Pensate ad un paese molto autoreferenziale, molto sovranista e populista come noi, con almeno il 50% dei suoi abitanti di origine italiana, con la pretesa di agganciare la propria moneta al $ con un cambio fisso e con enormi risorse del sottosuolo……..

  • Perché il Giappone e Gli Stati Uniti non hanno i nostri problemi

Entrambi sono ritenuti paesi affidabili e non solo politicamente. Gli Stati Uniti controllano il commercio internazionale e la valuta di scambio il $. Si possono permettere di fare debito per questa ragione ma non sarà facile una volta superata l’emergenza COVID 19 proseguire su questo sentiero. Il congresso americano non lo permetterà nonostante le forzature del Presidente Trump. Le persone e le famiglie americane si indebitano, al contrario di quelle italiane, perché sono persone che amano una vita agiata. Però è un dramma in caso di malattie o infortuni seri. I costi delle cure sono a carico delle persone e sono elevatissimi. Sono di questi giorni le code chilometriche alle “food bank” per avere pacchi doni per il minimo sostentamento e i 22 Milioni di disoccupati in 4 settimane (auto in coda ad una food bank nel Texas).

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Il Giappone invece può contare su una popolazione ordinata e partecipativa che compra fette importanti del suo debito sovrano. Il Giappone ha inoltre una situazione di bilancio pubblico buona. Le cosiddette Liabilities sono equilibrate da Assets altrettanto importanti come mostra la figura a seguito, ricavata da uno studio del FMI.

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Concludo citandovi Adam Smith “non si può fare affidamento sulla benevolenza del macellaio per sopravvivere perché se lui vi aiuterà non lo farà senza un interesse concreto in cambio…..”. Tradotto in qualcos’altro di familiare e di capitalistico non ci sono pasti gratis disponibili! Bisogna rimboccarsi le maniche, lavorare sodo ma con intelligenza, fare squadra e alleanze con altri paesi e rinunciare a reazioni muscolari perché gl’altri non fanno quello che serve a noi. Solo così potremo uscire dal dramma del COVID 19 e dalla sua recessione economica.

Un caro saluto a tutti!

Pasquale Ceruzzi

Stefano B.

Head of Technology & Security Presales

4 anni

Bravo Pasquale, concetti semplici e chiari che dovrebbero essere alla base di un qualsiasi ragionamento anche lontanamente di carattere economico. Purtroppo, e lo dicono i dati, l'"analfabetismo" economico in Italia è diffusissimo ed è una piaga che può costare carissimo a tutti i cittadini, poichè, col suffragio universale , possono votare tutti gli aventi diritto anche chi non conosce la differenza tra un CC e un conto deposito e che si lasciano letteralmente abbindolare dal politucolo di turno (ogni riferimento NON è puramente casuale!).

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