EMOJI: dalla parola al simbolo.
È facile, veloce e divertente! Scrivere e comunicare attraverso gli emoji è una modalità che trova oggi un largo uso. Spinto dalla planetaria diffusione degli smarthphone, e dall’utilizzo di piattaforme social dove è possibile arricchire i vari contenuti con simpatiche faccine e simboli di ogni genere.
Ma perché è così immediato il loro utilizzo?
Perché il nostro cervello funziona secondo delle logiche che vanno tutte a loro favore. Facciamo un semplice esempio. Pensate ad un frutto che vorreste mangiare. Ciò che recuperate e visualizzate nella vostra memoria non è la parola (ad esempio) MELA, ma la sua immagine. Per trasformare questa immagine in una parola scritta, devono intervenire due specifiche aree celebrali. Situate nell’emisfero sinistro, la prima si occupa di custodire la corretta parola (per fare un esempio, troveremo “MELA “ e non “MILA”) mentre la seconda area garantisce una buona memoria di lavoro ovvero ci permette di scrivere la successione giusta di lettere che compongono la nostra mela. Quando quest’area non funziona la nostra MELA può diventare: EMLA, LEMA, LAME ecc… Quindi l’emoji (MELA) rappresenta un immediato e risparmioso sistema di comunicare.
L’altro meccanismo fondamentale che favorisce il suo utilizzo, è basato sul risparmio di risorse. Il cervello, per funzionare al meglio, ha bisogno di ossigeno e di zuccheri. Entrambi molto preziosi per attivare i vari apparati. Quindi se il cervello scopre un processo che gli permette di risparmiare questi elementi, è ben predisposto a seguirlo perché gli permette di avere a disposizione più risorse e una maggiore probabilità di sopravvivenza . E in ultima analisi l’emoji MELA è comprensibile in ogni lingua, soddisfando il bisogno globale di comunicare.
Quindi l’uso degli emoji, diventerà sempre più parte del nostro futuro modo di esprimerci.
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References: Rapp B., Fischer-Baum S., Miozzo M. Modality and morphology: what we write may not be what we say.