Equilibrio
La nostra generazione, tranne rare eccezioni, è l'unica che non ha subito nel corso della propria vita eventi particolarmente drammatici, quantomeno in Europa.
A livello generale, naturalmente, fin dai cosiddetti baby boomers nati negli anni '50 da coloro che avevano sulla loro pelle il secondo conflitto mondiale, abbiamo goduto di un periodo relativamente lungo di pace, sicurezza, stabilità politica ed economica.
La durata della vita è aumentata notevolmente anche grazie ai progressi della medicina e della tecnologia. Oggi l'aspettativa di vita in Italia è di 83.5 anni mentre per chi nasceva nel 1960 era poco più di 69 anni (1).
Anche la qualità della vita è cambiata ovviamente. Ma rispetto a dati quantitativi la qualità non è cosi facilmente misurabile.
Certo negli anni '60 erano ancora pochi ad avere un televisore o una lavatrice e i computer non esistevano. Ma su cosa può essere fatto un confronto sulla qualità della vita se ne escludiamo la durata? Possiamo dire di vivere meglio oggi rispetto ai nostri genitori o i nostri nonni?
Ma non è questo il tema.
Quello che possiamo affermare, almeno sino ad oggi, è che questo periodo storico, nonostante tutto, appare meno pericoloso, meno incerto, meno insicuro per noi Italiani e per noi Europei. Dopo lo spettro della guerra fredda e dell'inverno nucleare le grandi paure di oggi rimangono lontane. Forse esistono all'orizzonte rischi anche maggiori, come il degrado dell'ambiente, impoverimento dei nostri mari, il riscaldamento globale, ma ci preoccupano meno nella quotidianità e, alcuni, non se ne preoccupano affatto.
Ma nonostante tutta questa relativa stabilità ci sentiamo fragili (2).
Perché?
Certo è nella natura dell'uomo preoccuparsi. E' il suo istinto temere le ombre dall'interno della propria caverna (3). Ma come possiamo paragonare le nostra preoccupazioni per il futuro a quelle di chi ricostruiva economie, città, generazioni dalle macerie di una guerra? Come possiamo paragonare le nostre paure di genitori con quelle di chi cent'anni fa vedeva un bambino su cinque non superare i cinque anni d'età? (4)
Come possiamo logicamente paragonare la nostra ansia per il domani rispetto a chi nasceva, a chi nasce oggi, sotto le bombe o ha perduto tutto nella guerra, nella carestia e nella povertà?
Eppure, oggi come ieri, "sotto lo stesso cielo" (5) ci si alza, si lotta, si spera, si sogna, ci si rincuora abbracciandosi* e auspicando un futuro migliore.
Sono giorni difficili, per alcuni, terribili, ma passeranno anche questi e torneremo a guardare più lontano.
Tramandiamoci la storia, il rispetto del prossimo e la cultura della democrazia. Coltiviamo la memoria. Basiamo la nostra forza sulla pace che abbiamo conquistato e non facciamoci spaventare dalla nostra stessa paura.
Cerchiamo un equilibrio.
* 21 gennaio 2021 - Giornata mondiale dell'abbraccio
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1) Infodata de IlSole24Ore Come è cambiata l’aspettativa di vita nel mondo (1960-2015)
2) "... On and on the rain will fall, like tears from a star like tears from a star, on and on the rain will say, how fragile we are, how fragile we are” Fragile, Sting "Nothing like the sun" (1987)
3) Allegoria della caverna dal VII libro de "la Repubblica" di Platone
4) Dato di poco superiore a quello di alcuni paesi africani oggi. Si veda in merito "La mortalità dei bambini ieri e oggi in Italia" Focus Istat, 15 gennaio 2014
5) BrittaTeckentrup - Sotto lo stesso cielo - ed. SassiJunior