La crisi del lavoro
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La crisi del lavoro

Esiste ormai da tempo, quantomeno in Italia, una forte crisi del lavoro, del lavorare, inteso come vocazione a dedicare tempo, concentrazione ed energie, per svolgere quell'attività remunerata che ci consente di sopravvivere, i più e prosperare, i meno, in una società organizzata.

Non parliamo, per una volta, dei giovani neet, ma dei lavoratori tout court e della sostanziale perdita, sa mai c'è stata, di quello spirito di dedizione al lavoro, di quello spirito "calvinista" che ci riporta agli studi liceali su Max Weber.

Lavorare è un diritto, ricorda la nostra Costituzione (1) ma anche un dovere connaturato alla natura stessa dell'uomo, quantomeno in temini sociali e religiosi; un impegno perosnale, familiare e sociale che nasce dal lavoro nei campi (2); dal poter gioire di quanto si è realizzato con le poprie mani (3) e da quella semplice operosità rappresentata nella cultura cattolica da San Giuseppe, il patrono del lavoro.

Oggi il lavoro è cambiato e lavorare è un altra cosa; sempre più slegata dalla manualità e dalla manifattura, quantomeno nel momento della sua esecuzione.

Alcuni studi ci confermano che nella maggior parte dei paesi definiti "occidentali" e in diversi settori, oltre ad una mancanza di lavoratori specializzati, vi sia una crisi vocazionale che interessa molte professioni, in particolare dell'area sociale, ovvero proprio di quell'area della scuola, della sanità e dell'assistenza che richiede, forse più di altre, una certa "vocazione". (4)

La crescente carenza di manodopera qualificata, ulteriormente accentuata dalla transizione digitale e verde, interessa ormai circa un quarto (dei 25 milioni) di PMI europee che dichiara "che il problema principale è il reclutamento di manager e personale di qualità". (5)

Ma cosa significa mancanza di qualità del lavoro? Vuol dire persone non formate sufficientemente per una professione, senza una necessaria esperienza e, di riflesso, senza la professionalità che deriva dall'impegno nella professione stessa. Manca, insomma, la competenza.

Il rapporto stesso con il lavoro, d'altro canto, non è necessariamente correlato a una scelta, a una vocazione, ma piuttosto all'impegno e alla dedizione che ci accompagna al lavoro ogni mattina ... beninteso insieme alla "necessità", indispensabile spinta al lavorare. E' riduttivo, infatti, dire che la nostra soddisfazione nel lavorare derivi esclusivamente dalla passione per la nostra professione: c'è sicuramente qualcosa di più alto, di più interiore, che sussiste indipendentemente da ciò che svolgiamo o da quanto questo sia retribuito (6).

Relativamente a questo aspetto recenti ricerche hanno evidenziato il peso di alcune richieste da parte dei lavoratori, a partire dal periodo "post covid", tutte non legate direttamente al lavoro ma, anzi, sostitutive di quella retribuzione che da sempre accompagna e definisce il lavoro stesso. Come sintetizza molto bene Chiara Frigerio queste sono la "flessibilità" e il "work-life balance". E, insieme, il cosiddetto "Quite Quitting", ovvero "la tendenza dei dipendenti ad eseguire il minimo indispensabile, ponendo dei limiti all’orario lavorativo per ricavare abbastanza tempo per tutto ciò che riguarda la loro vita privata, senza tuttavia ricorrere alle dimissioni". (7)

Non c'è un giudizio, etico o morale, il lavoro non nobilita necessariamente l'uomo (8); ma esiste la necessità di governare questo cambiamento, adottando stili di leadership e soluzioni organizative che riescano a mantenere un sufficiente livello di produttività, sufficiente a resistere alle pressioni competitive, a fornte di nuove, diverse esigenze sociali, quasi opposte rispetto alla tradizionale idea che molti di noi e la maggiorparte dei nostri genitori, aveva in passato del lavoro.


note:

  1. "Art. 4. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società"
  2. Genesi 3.17 "All'uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare,maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita»
  3. Salmo 128, 2 "Tu allora mangerai della fatica delle tue mani; sarai felice e prospererai"
  4. "Ripensare il futuro del lavoro e la crisi delle competenze tecniche in Italia" IPSOA link
  5. EuroNews 24/05/2023 "Cosa sta facendo l'Unione europea per risolvere la crisi del lavoro?" Fanny Gauret link
  6. Voltaire "le travail éloigne de nous trois grands maux : l'ennui, le vice et le besoin" (Il lavoro allontana da noi tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno) Candide, ou l'Optimisme 1759
  7. Agenda Digitale 09/05/2024"Flessibilità, nuovi modelli: come cambia il lavoro in Italia" di Chiara Frigerio e Camilla Spinella link
  8. "Il lavoro nobilità l'uomo" è un'espressione di uso comune attribuita a Charlws Darwin

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