Essere o non essere produttivi, questo è il dilemma...
Come si vede dall'immagine, è facile capire come la persona che spinge la palla avanza più velocemente delle altre tre che spingono un cubo, facendo allo stesso tempo meno fatica.
Si potrebbe quindi dire che la prima persona è più produttiva delle altre dato che risultato e produttività sono correlati mentre non lo sono sforzo e produttività.
Facciamo un altro esempio: è più produttivo un agricoltore che lavora con la sua forza fisica tutto il giorno oppure quello che usa un trattore?
Evidentemente quello che usa il trattore perché anche in questo caso è il risultato che conta e non lo sforzo.
Per ultimo esempio, prendiamo quello di un impiegato che scrive delle lettere a mano rispetto a quello che le scrive al pc.
Anche in questo caso è evidente che il secondo è più produttivo perché ottiene più risultati facendo meno fatica del primo.
A questo punto viene quindi scontato chiedersi perché, spesso e volentieri nelle nostre aziende, la performance lavorativa viene misurata con parametri, quali ad esempio il tempo, che poco hanno a che fare con la produttività: si pensa infatti che se faccio una cosa per 5 ore, sono più produttivo che se la faccio per 4 ore e ancora di più se la faccio per 3 ore e così via.
Questo eventualmente può essere vero per una macchina, che fa generalmente un lavoro ripetitivo e uguale a sé stesso, ma non per una normale persona, che più lavora, più si stanca e meno è produttivo a parità dei mezzi tecnici che usa.
Si potrebbe infatti dire con un paradosso, che meno si lavora più si è produttivi, nel senso che in 1 ora di lavoro si riescono a sprigionare proporzionalmente più energie che in 2 ore, per cui a volte, si è più produttivi complessivamente lavorando 6 ore che 10.
Perché allora, di fronte a queste evidenze, viene da misurare la produttività con il tempo?
Perché il tempo è un dato visibile, oggettivo e concreto, per cui valutare se una persona è stata in ufficio 10 ore invece che 5, è più facile che valutare effettivamente il lavoro che ha prodotto e gli obiettivi che ha raggiunto.
Per cui, anche se a parole tutti sono d'accordo che bisogna valutare la performance sul contenuto del lavoro e sugli obiettivi ottenuti, spesso è più facile giudicare quanto tempo la persona ha presenziato al lavoro.
E' una questione di pura e semplicità pratica.
Riassumendo, il lavoro è proporzionalmente produttivo
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Purtroppo, anche se siamo già da un po' nell'era dell'Informazione, molte aziende vivono ancora nell'era Industriale perdendo parte della produttività e conseguentemente della motivazione delle loro persone e finendo così spesso per scontrarsi con i sindacati per una questione che invece, una volta per tutte, li metterebbe d'accordo
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