ETF Nucleari in Rimonta: Superano le Energie Rinnovabili nella Corsa agli Investimenti. Sguardo al Futuro

ETF Nucleari in Rimonta: Superano le Energie Rinnovabili nella Corsa agli Investimenti. Sguardo al Futuro

Negli ultimi anni, si è assistito a un significativo cambio di prospettiva nel mondo degli investimenti energetici, con gli ETF sull'energia nucleare che stanno superando quelli legati alle energie rinnovabili sia in termini di asset gestiti che di performance. Questa tendenza è stata particolarmente evidente grazie alla forte crescita di ETF come il VanEck Uranium and Nuclear Energy ETF (NLR), alimentata dall'aumento della domanda di energia nucleare come fonte stabile e a basse emissioni di carbonio. L'energia nucleare è sempre più vista come una soluzione affidabile per ridurre le emissioni di gas serra, soprattutto in un contesto globale di incertezze legate alla sicurezza energetica e ai costi delle fonti rinnovabili.

La crescente popolarità degli ETF nucleari è stata sostenuta anche da investimenti strategici di aziende tecnologiche. Grandi player come Google e Microsoft stanno investendo in soluzioni nucleari per alimentare i propri data center, soprattutto per rispondere alla crescente domanda energetica causata dall'intelligenza artificiale e da altre tecnologie emergenti. Questa spinta ha determinato una maggiore attrattiva degli ETF legati all'energia nucleare, posizionandoli come una scelta solida per gli investitori alla ricerca di stabilità e crescita a lungo termine.

D'altro canto, gli ETF sull'energia pulita, come l'iShares Global Clean Energy ETF (ICLN), hanno mostrato performance meno entusiasmanti negli ultimi anni. Dopo una forte crescita nel 2020, i rendimenti degli ETF legati alle energie rinnovabili sono stati negativi nel 2022 e nel 2023, con il settore che ha faticato a mantenere l'impulso iniziale. Nonostante le politiche favorevoli a livello globale per la transizione energetica verde, le energie rinnovabili hanno incontrato difficoltà nel fornire una produzione energetica stabile, a causa della loro dipendenza da condizioni climatiche variabili e da infrastrutture ancora non ottimizzate per una distribuzione su vasta scala.

Guardando al futuro, la competizione tra energia nucleare ed energie rinnovabili riflette le sfide attuali nel settore energetico e potrebbe delineare un trend destinato a proseguire nei prossimi anni. Gli ETF nucleari sembrano destinati a continuare il loro trend positivo, sostenuti dalla necessità di energia stabile e dalle politiche di decarbonizzazione che favoriscono fonti energetiche a basse emissioni di carbonio. Se queste dinamiche continueranno, potremmo vedere una crescita ulteriore per gli ETF nucleari, stimata tra il 10% e il 15% nel 2025.

Gli ETF sull'energia pulita, invece, dovranno affrontare sfide importanti per ritornare a essere competitivi. Se ci saranno significativi investimenti in infrastrutture e innovazioni tecnologiche per migliorare la gestione della rete e dello stoccaggio energetico, potremmo assistere a una ripresa, ma sarà probabilmente più lenta rispetto a quella degli ETF nucleari. Gli investitori stanno tenendo conto di questi fattori, spostando una parte crescente dei loro capitali verso soluzioni che possano garantire una resilienza maggiore agli shock di mercato.

Le performance degli ETF sull'energia pulita, come il caso dell'iShares Global Clean Energy ETF (ICLN), sono state messe a dura prova, con rendimenti negativi del 23,80% nel 2022 e un ulteriore calo del 20,33% nel 2023, seguiti da una leggera ripresa prevista nel 2025. Questa tendenza evidenzia come l'energia nucleare stia tornando in auge come un'opzione strategica per affrontare le sfide energetiche future.

Ma questo andamento rappresenta una previsione anche per il mercato delle auto elettriche? Riusciranno le infrastrutture e le politiche di supporto a mantenere la crescita di questo settore, o vedremo un rallentamento simile a quello delle energie rinnovabili?

Fonti

  1. iShares Global Clean Energy ETF (ICLN) - www.ishares.com
  2. 5 Biggest Clean Energy ETFs in 2024 - InvestingNews.com

Christian Sansoni

Co Founder presso ecosostenibile.eu®

2 mesi

A questo rispondono direttamente la Russia e le scarse politiche internazionali post guerra Russia-Ucraina. La Russia è il sesto produttore al mondo di uranio arricchito per centrali. Ma i primi 5 Paesi sono: - Kazakistan 43% - Canada 15% - Namibia 11% - Australia - Uzbekistan - Niger 7° Sia Kazakistan che Uzbekistan sono molto vicino al Cremlino, in ugual modo i paesi africani che guarda caso lo scorso luglio erano al centro del vertice Russia/Africa. Se poi aggiungi che le sanzioni internazionali post invasione hanno volontariamente escluso la Russia dalle sanzioni imposte dall’Ue e dagli Usa proprio per la fornitura di uranio, dato che proprio la Russia è il principale rifornitore delle centrali USA, la risposta è chiara. Il mercato delle rinnovabili è in continua espansione, ma anch'esso vittima delle necessarie forniture cinesi, ed il timore dei dazi frena gli investimenti e quindi la speculazione economica.

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