Fondo patrimoniale

“Vero che il fondo patrimoniale non è più una tutela per un immobile?”.

La questione è stata oggetto di un ampio dibattito in sede di giurisprudenza civile, con un susseguirsi di pronunce sul punto.

Chiaramente bisogna valutare caso per caso, ma il punto fermo che a tutt’oggi persiste, riguarda la sussistenza contemporanea e necessaria di due elementi che rendono il fondo patrimoniale ancora una concreta forma di tutela e garanzia del bene:

1) il fondo deve essere stato validamente costituito secondo le disposizioni di legge e trascritto presso i registri immobiliari ancor prima di eventuali pignoramenti o altri atti pregiudizievoli quali ad esempio possibili ipoteche;

2) devono essere trascorsi 5 anni dalla sua costituzione,

3) vale infine la pena ricordare che, in caso di costituzione di fondo patrimoniale da parte dei coniugi, vi è un terzo elemento necessario che deve coesistere: l’atto costitutivo deve essere annotato a margine dell’atto di matrimonio.

Soddisfatti detti requisiti, l’immobile non è aggredibile da eventuali creditori; diversamente, sarà sufficiente che uno solo di questi elementi venga a mancare, per trovarsi a dover fronteggiare situazioni che possono portare alla revoca del fondo patrimoniale e conseguentemente, al venir meno della tutela sul bene: ad esempio, qualora un creditore volesse procedere con l’esecuzione immobiliare prima del trascorrere dei 5 anni, dovrà prima avviare una causa revocatoria, volta ad accertare che la costituzione del fondo patrimoniale sia stata volontariamente effettuata in danno alle ragioni creditorie.

Nel caso in cui il creditore riesca ad ottenere dal Tribunale una sentenza di accoglimento della revocatoria, potrà procedere liberamente con l’esecuzione immobiliare e pertanto con il pignoramento del bene e la conseguente vendita all’asta o richiesta di assegnazione.