A S T A G: Storie di Crescita n.1

A S T A G: Storie di Crescita n.1

Le opportunità di business sono come i bus. Ce n’è sempre una in arrivo.
(Richard Branson)

Il dibattito sui fattori aziendali che determinerebbero la crescita del business è generosamente provvido di proposte eterogenee e disparate che la letteratura più recente tende a raggruppare in due cluster: (a) fattori che innescano un potenziale di crescita e (b) capabilities aziendali che convertono tale potenziale in crescita effettiva. Stilizzando il ragionamento, ai primi sono da ricondurre in buona sostanza i processi di innovazione (di processo, di prodotto e organizzative), mentre tra le capabilities più significative compaiono pratiche e capacità manageriali, patrimonio di conoscenze, attitudine al marketing, capitale organizzativo. L’esito finale dell’interazione tra i due blocchi di fattori è condizionato dalla competitività del sistema paese e dalle caratteristiche dei mercati in cui le aziende operano.

Un modello efficace e sintetico, ma con qualche limite tutt’altro che trascurabile, è quello sintetizzato nella figura qui sotto riportata - tratta da “Measuring Competitiveness”, WIFO e ZEW per Commissione Europea, 2017.

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Non convince nel modello e nel dibattito in corso, la poca enfasi dedicata a quei numerosi elementi, mutevoli nel tempo e difficilmente incasellabili in una ricostruzione statica, che descrivono i complessi meccanismi di interazione dinamica e bilaterale tra l’azienda e l’ecosistema in cui essa opera; il rischio è finire così per sottovalutare dimensioni dalla forte valenza strategica che - se mal gestite - vanificano gli sforzi prodotti dall’azienda per costruire potenziale di crescita e sviluppare o acquisire capabilities.

Ne citerò in questa riflessione soltanto due. La gestione ottimale delle catene di approvvigionamento è più che mai attuale e critica oggi, in un contesto animato da spinte verso la geoconcentrazione delle filiere e il riassetto degli equilibri geoeconomici internazionali. E’ evidente che qualità, timing e lungimiranza delle scelte aziendali su questo fronte possono avere impatti rilevanti sulla struttura dei costi, sulla continuità della produzione, su qualità e customizzabilità del prodotto; produttività e competitività non possono che risentirne.

Un altro fattore potenzialmente critico per l’azienda e poco sottolineato è l’attitudine alla integrazione orizzontale e alla creazione di partnership (in forma varia) con aziende di settori diversi seppur affini o collegati. I meccanismi di open sharing (innovation, education, execution…) – tendono a potenziare le capabilities, e frequentemente innescano quei processi di innovazione di prodotto “per adiacenze” che usualmente garantisce leadership di mercato.

A valle di queste considerazioni si impone un’altra considerazione: se è vero che il sistema-paese è significativamente condizionante per la competitività effettiva, è altresì evidente che si tratta di una variabile quasi del tutto esogena, non agevolmente bypassabile per buona parte delle aziende italiane e pertanto raramente finisce per alimentare le decisioni strategiche. Ben diverso è invece ragionare sul ruolo del proprio ecosistema di riferimento, ossia su quel mix di componenti ben più local che condizionano la logistica, l’accesso al credito, la disponibilità di capitale umano e molto altro; un mix tipicamente endogeno, nel senso che evolve congiuntamente con le aziende che lo popolano e le cui caratteristiche possono a pieno titolo rientrare nei processi di costruzione della strategia di crescita aziendale

Far crescere il business, oggi più che mai, significa governare un mix di variabili e di processi e derivarne strategie dinamiche, intertemporali e complesse. E voi quali pensate che siano i fattori critici più rilevanti per la crescita?

Rispondici qui: https://w3.liuc.it/iscrizioni/f.php?f=984


Raffaele Secchi

Full Professor of Operations & Supply Chain Management

3 anni

Nella mia esperienza, che ha beneficiato del rapporto diretto con alcuni imprenditori, le traiettorie di crescita aziendali ruotano attorno a 3 driver: 1) competenze tecniche di processo/prodotto che permettono di sviluppare soluzioni più avanzate rispetto a quelle dei competitor 2) competenze commerciali che permettono di fiutare i mercati e le aspettative dei clienti 3) capacità di fare "leverage" sulle competenze dei collaboratori. Credo che nel futuro la terza via sia quella più promettente, ma anche la più difficile da perseguire.

Francesca Sellani

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3 anni

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