💥 𝐋’𝐞𝐟𝐟𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐨𝐧𝐞: 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐥’𝐚𝐩𝐩𝐚𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐂𝐎𝐍𝐓𝐀 (𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐨𝐧𝐥𝐢𝐧𝐞)

💥 𝐋’𝐞𝐟𝐟𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐨𝐧𝐞: 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐥’𝐚𝐩𝐩𝐚𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐂𝐎𝐍𝐓𝐀 (𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐨𝐧𝐥𝐢𝐧𝐞)

...e 𝐟𝐚𝐫𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐛𝐞𝐧𝐞 𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐚𝐫𝐭𝐢 “𝐛𝐞𝐥𝐥𝐨”, 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐡𝐚 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚 💥

Leggi le descrizioni di queste due persone:

Paolo: intelligente – industrioso – impulsivo – critico – ostinato – invidioso

Mario: invidioso – ostinato – critico – impulsivo – industrioso – intelligente

Fatto?

Bene. Ora pensa (senza rileggere), a chi preferisci tra Paolo e Mario.

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Se sei come la maggior parte delle persone, avrai visto Paolo (il primo) in una luce più positiva di Mario.

Le caratteristiche iniziali dell’elenco modificano il significato stesso delle caratteristiche che appaiono in seguito.

Nonostante gli aggettivi siano li stessi, ma solo citati al contrario.

Si tende a giustificare e a provare perfino rispetto per l’ostinazione di una persona intelligente (Paolo in questo caso), mentre si ha l’impressione che l’intelligenza renda ancora più pericolosa una persona invidiosa e ostinata (mario).

[cit* Daniel Kahneman]

E’ vero o no?

E’ proprio così.

E’ “colpa” dell’effetto alone, che ci fa tendere ad apprezzare (o detestare) tutto di una persona, aggrappandoci alla “prima impressione” che essa ci fa, formulando di conseguenza i nostri giudizi successivi in base a come ci è sembrata all’inizio.

E’ un meccanismo automatico del nostro cervello al quale NON si può sfuggire: certo ci sono persone più “succubi” a questo effetto rispetto ad altre, ci sono situazioni in cui conta di più rispetto ad altre, ma bisogna farci i conti quasi sempre.

Dell’effetto alone parla anche Robert Cialdini in “Le armi della persuasione” quando, nel capitolo dedicato alla “Simpatia”, dice:

“[…] Dalla ricerca sappiamo che si tende ad attribuire automaticamente alle persone di bell’aspetto altre caratteristiche positive come talento, gentilezza, onestà e intelligenza.

Non solo, ma questi giudizi sono dati senza rendersi conto che vi entri in gioco la bellezza.

Certe conseguenze di questa equazione inconsapevole “bellezza = bontà” mi spaventano. […]”

A questo punto starai pensando, “e che c’entra tutto questo con la presenza online?”

C’entra, c’entra, eccome se c’entra…

Ormai navighiamo tutti da anni.

Non ti è mai capitato di capitare in un sito web aziendale fatto molto bene e fermarti a pensare “Wow! Figo…”?

O al contrario, ricordi di essere atterrato qualche volta su siti di fornitori e/o clienti ed esclamare “Ammazza che schifo ‘sto sito!”?

O ancora, hai mai avuto reazioni negative incappando in foto di profilo di Facebook di persone con le quali hai a che fare al lavoro?

Non t’è mai capitato di pensare “guarda questo com’è conciato"?

Probabilmente ti sarai rivisto in tutte le situazioni da me raccontate.

Ma quindi, se è vero come è vero che il “bello” ci fa partire col “piede giusto” nei rapporti con la controparte, perché non usare a proprio favore questo meccanismo automatico del nostro cervello per presentarci nella maniera migliore anche online?

Perché non realizzare un sito web anche MOLTO bello graficamente, che faccia esclamare "Wow" quando ci si atterra?

E perché non farsi fare un servizio fotografico per avere le proprie foto di qualità professionale se utilizziamo i social per la nostra presenza online?

E’ chiaro che la “bellezza” di come ci presentiamo NON è tutto.

E’ evidente che se produco mattoni di terracotta l’aspetto grafico del mio sito conta meno che se produco mobili di lusso, o gioielli, o abbigliamento d'alta moda.

Ma “l’effetto alone” è un meccanismo del nostro cervello analizzato e conosciuto in psicologia da un secolo.

E’ un fatto, e il suo effetto prescinde dalla nostra volontà.

Sta a te decidere se usarlo o meno a tuo favore.

Sta a te decidere se gli utenti che atterrano sulle tue presenze online debbano esclamare “Wow” o “Ammazza che schifo!”.

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