Gli aspetti positivi di questa pandemia: un futuro da ricominciare a scrivere ora

Gli aspetti positivi di questa pandemia: un futuro da ricominciare a scrivere ora

È un momento davvero molto particolare quello che stiamo vivendo, un periodo che rimarrà nella storia dell’umanità e di cui fra qualche anno leggeremo sicuramente nei libri di scuola. Un’emergenza sanitaria che sta avendo ripercussioni nella vita di ognuno di noi e che avrà conseguenze nel lungo periodo che ancora non riusciamo neanche a prevedere. C’è chi ha paragonato questa pandemia a una guerra mondiale, sia per il suo impatto globale sia per i suoi risvolti economici, chi ad un passaggio epocale – una sorta di “prima del Coronavirus e dopo” – che segnerà per sempre il nostro modo di affrontare la vita, il lavoro, i consumi, i trasporti, la socialità, il rapporto con l’ambiente; chi infine ha pensato ad una sorta di “vendetta del pianeta” contro il vero virus letale: la specie umana, noi. La verità è che nessuno sa davvero che cosa accadrà da qui a qualche mese, o anche solo il prossimo anno, e probabilmente la gravità delle conseguenze legate a questa situazione dipenderà molto anche dal suo perdurare. Ma che ci saranno è indubbio.

Chi mi conosce sa che sono una persona profondamente positiva e innamorata della vita. In questi giorni, come tutti, ho attraversato varie fasi. Prima l’incredulità e lo smarrimento, poi la necessità di affrontare le emergenze: un’azienda da mandare avanti e da cui dipende un intero tessuto sociale che mai come ora ha bisogno di sostegno, per non parlare delle responsabilità nei confronti di clienti e fornitori e della sicurezza sanitaria da garantire ai miei dipendenti; una famiglia da riorganizzare; le prime contromisure da prendere nel privato come nella vita professionale; infine la ricerca di un nuovo ritmo e di una nuova normalità perché la vita prosegua nelle migliori condizioni possibili, anche in un momento così difficile e completamente inedito. Lo chiamano “sapersi adattare al cambiamento” e credo che tutti noi abbiamo sperimentato, nel nostro piccolo in questi giorni, cosa significhi davvero questa frase così tanto ascoltata, soprattutto nell’epoca della rivoluzione digitale. E, a proposito di digitale, mai come ora stiamo testando la sua compenetrazione con la vita reale: quella che sta cambiando repentinamente è la vita reale, ed essa si appella a quella digitale per reinventarsi, per reinventare la quotidianità, il lavoro e tutto ciò che possiamo affidarle. E questo è già un primo fatto degno di nota: il digitale è tornato ad essere uno strumento e non un fine, un mezzo incredibile che, se usato con intelligenza, può aiutarci a migliorare la qualità delle nostre vite soprattutto in situazioni di privazione o costrizione. Basti pensare a tutte le iniziative gratuite che si sono moltiplicate in questi giorni online per aiutare le persone durante la quarantena: qui trovate raccolte le maggiori e la lista è in continuo aggiornamento. Davvero incredibile e spesso ammirevole ciò che si è mosso a livello digitale in questo nostro Paese.

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Ma c’è un altro aspetto positivo che mi preme mettere in rilievo, un aspetto più generale rispetto a queste tante e lodevoli iniziative e che a mio avviso va assolutamente studiato e fissato a futura memoria: una nuova forma mentis che sta circolando, la stessa che ha prodotto le risposte di adattamento delle persone a questo strano periodo di emergenza. In una situazione inusuale come questa, il cervello sta sviluppando strategie e producendo idee che normalmente non troverebbero spazio nella nostra quotidianità e lo sta facendo a livello nazionale. Si tratta di un processo inedito che presto si allargherà su scala mondiale diventando un bene molto prezioso per tutti, soprattutto per gli imprenditori credo, che da sempre devono essere più attenti di altri ai cambiamenti se vogliono garantire un futuro a loro stessi e alle persone che da loro dipendono. 

Cerco di spiegarmi meglio. Prendete me: come molti altri, per esempio, io mi sono imposto di restare a casa ed  ovviamente niente è come prima. Quando la mattina dalla terrazza del mio studio guardo il panorama che mi sta attorno mi accorgo che tutto ciò che mi circonda è profondamente cambiato a partire da un nuovo modo di organizzare la giornata di lavoro a casa, collegato in videoconferenza, telefono, internet e posta elettronica. L’aria incredibilmente pulita, il silenzio, ma anche l’obbligo alla distanza fisica con gli altri,  scatena solidarietà e desiderio di condivisione, e poi le nuove difficoltà professionali legate all'eccezionalità della situazione che quotidianamente devono essere affrontate; la paura di non farcela, ma anche la voglia di restare uniti e di combattere insieme, la speranza di tornare presto alla normalità. Quando poi arriva la sera e nel weekend invece, devo fare i conti con il tanto tempo da impiegare in modo differente rispetto a prima, magari coltivando vecchie passioni, o scoprendone altre proprio perché costretto in casa, con il desiderio di curarmi dei legami importanti, a partire dalla mia famiglia o dagli amici, oppure con le preoccupazioni e il senso di impotenza.

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Capite bene che questa situazione così particolare non può non condizionare i miei pensieri. E questo stato è comune alla maggior parte delle persone che stanno vivendo l’emergenza sanitaria, ovunque si trovino. In questi giorni mi sono ritrovato spesso a riflettere sul futuro della mia azienda certo, ma non solo, e questo forse è ciò che mi ha più colpito. Mi sono messo a osservare gli altri, a leggere di tutto e sui settori più disparati: notizie riguardanti ciò che dei gestori di ristoranti si sono inventati per continuare ad essere presenti nella vita dei propri clienti, altre su iniziative di consegna pasti door to door, altre ancora su come essere vicini alla propria community offrendo corsi gratuiti, intrattenimento, beni in regalo; e infine metodi nuovi di condivisione per consentire a tutti di avere accesso all'arte, alla cultura, alla musica, ora che il mondo reale sembra silenzioso e lontano. Incapace di poter prevedere davvero il mio futuro a lungo termine, mi sono trovato al contrario con il desiderio di progettarlo, proprio ora che sembra inutile farlo. Mi sono ritrovato a riempire il mio cervello di “altro”, delle soluzioni trovate da altri, di notizie, anche le più curiose, perché se c’è una cosa che ho capito, inconsciamente e da anni, è che in questi momenti di grande cambiamento bisogna fare scorta di cose apparentemente inutili e lasciarle sedimentare perché producano qualcosa, ancor più che in tempi normali. Producano cosa? - mi chiederete. Una folgorazione, una visione, quell'idea che non pensavate nemmeno di poter avere e che un giorno arriverà, mentre state facendo altro, e che magari vi aiuterà proprio a superare una situazione difficile.

Credo che questo sia davvero un momento prezioso e che sia necessario restare vigili e in ascolto il più possibile, anche se si è stanchi e magari preoccupati. Perché è proprio durante i momenti di crisi, rivoluzioni, stravolgimenti che nascono le idee più fruttuose che, magari un giorno, estrapolate dal proprio contesto e riadattate, potrebbero fare la vostra fortuna. Da qualche parte in queste settimane ho letto una frase che mi ha molto colpito: “Il futuro dobbiamo immaginarlo adesso: prendete un foglio di carta e iniziate a scrivere le vostre idee”.

Il mio consiglio è dunque questo. Restate vigili, siate attenti e ricettivi a tutto, anche a settori davvero lontani dai vostri, monitorate ciò che accade, nella vita reale e sul digitale e mantenete uno sguardo curioso. Annotate anche la cosa più banale o lontana dal vostro contesto, scrivete tutto ciò che vi passa per la testa. Potrebbe salvarvi fra qualche tempo.

Ho letto le tue riflessioni, e pur non avendo responsabilità d'impresa, ho apprezzato la tua analisi e la tua attenzione verso i collaboratori, mi auguro che molti imprenditori come te possano divenire nuovamente motore del futuro.

Cristiano Ceselli

area sales manager centro sud italia

4 anni

Tonino, La grandezza di un uomo è la semplicità nel cercare La verità della vita. Questo passo che riassunto in un termine è la curiosità a mio avviso e è lo strumento che abbiamo per conoscere nuove forme di vita. Bisogna avere un animo illuminato x esporre con semplicità quanto hai scritto. Grazie e.....buona lotta per te la tua famiglia e l’opera delle tue mani. Sursum corda!!

Michele Silvestroni

Coinvolgo imprenditori in importanti progetti di inclusione sociale - Resp. Area Centro Italia per I BAMBINI DELLE FATE

4 anni

Hai ragione Tonino Dominici questo è il periodo epocale giusto per riscrivere la nostra storia, con altri strumenti, rivedendo i nostri obiettivi e lavorando soprattutto se se stessi. 👍 In questo periodo mi sto mettendo a disposizione di tanti imprenditori con delle call su Skype e Zoom per condividere e confrontarci perché il nostro futuro lo decidiamo in questi momenti.

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