Glossario (poco ragionato) per Human Resources
A come AVANZAMENTO
Per sottolineare la fatica nel conquistare piccole porzioni di territorio (leggasi legittimazione) e scoprire già il giorno dopo di averlo perduto. Ogni passo in avanti dobbiamo metterne in conto qualche altro dietro avendo la consapevolezza che spesso più che andare verso un ipotetico traguardo ci allontaniamo inesorabilmente fino a diventare un puntino lontano. Daniele Silvestri docet.
B come BENEFIT
Se ben ricordo dovrebbero essere quelle cose che ci fanno stare bene, come ci suggerisce Caparezza. E invece a volte finiamo per odiarle. Quel cicalino che ti avvisa di una mail o di un messaggio, quel laptop che portiamo a spasso nei corridoi come un bebè sul passeggino, il checkup gratuito che tu non fai perché hai paura degli aghi, i buoni pasto che lasci scadere come uno yogurt dimenticato nel frigo.
C come CAMBIAMENTO
Aumentano vertiginosamente i casi di intolleranza al cambiamento. Tutti ne parlano, pochi lo vivono. Quelli che ne parlano, quando tocca a loro sperimentarlo dicono ma perché tra tanti proprio a me? La variante Change effettivamente è più esotica, sembra un film di James Bond, uno che sapeva nascondersi bene, come gli agenti di cambiamento di cui si parla spesso ma che nessuno ha mai visto. Un po’ come il mostro di Loch Ness.
D come DEMOLTIPLICA
Non ci basta più moltiplicare, che già è una roba difficile. Ora è il momento di demoltiplicare, arrivare fino all’ultima foglia che però nel frattempo è caduta. Ci abbiamo messo troppo tempo e un soffio di vento l’ha spazzata via. Ho visto demoltipliche in cui la gente faceva i sudoku, altri disegnavano figure geometriche su fogli di carta che altri scambiavano per appunti, altri che allargavano le braccia dicendo “a me mi ci hanno mandato”, altri ancora sostenere che da oggi dovremmo parlare di cascading. Provate a immaginare qual è la prima cosa che casca in situazioni del genere?
E come EMPATIA
Se si vendesse un tanto al chilo avremmo risolto molti problemi invece o ce l’hai o non ce l’hai. Se ce l’hai e la utilizzi ti scambiano per un cazzaro, se non ce l’hai potresti passare per uno stronzo. Allora forse il problema non sei tu ma è l’empatia. Aboliamola con un referendum.
F come Formazione
Non si nega a nessuno. Qualcuno dice che prima o poi tocca a tutti. Ed è legittimo fare gesti di scongiuro, nessuno rimarrebbe scandalizzato. Guai a dire che quel corso lo hai già fatto perché ci sarà sempre qualcuno pronto a dire che il mondo cambia, che il contesto cambia, che le competenze cambiano. Ho visto manager fare dieci corsi sulla Leadership e uscire dall’aula con la giraffa di stoffa come gadget. Gli stessi manager che quando devono prendere una decisione si rifanno alle previsioni astrologiche di Brezny. Per poi sbagliarle.
G come GAP
Lucio Dalla diceva che qualcosa ci manca e quel qualcosa ci stanca. Quello che ci manca si chiama GAP. Ma siamo sicuri che ci manca qualcosa? Perché se lo chiedi in giro tutti sono concordi nel dire che in fin dei conti stiamo bene così, la stessa risposta che diamo a quelli che cercano di venderci il Folletto porta a porta. A me è capitato di conoscerne uno che ha dichiarato di aver coperto il GAP. Aveva appena formalizzato le sue dimissioni.
H come Human
Qui Marzullo troverebbe terreno fertile per somministrarci una sua domanda incomprensibile del tipo: essere umani è una condizione o evidenzia la nostra appartenenza di specie? Ma il vero problema è quello di identificare ciò che umano non è all’interno di un’organizzazione. Qualcuno ha provato a censire tutto questo ma ad un certo punto è finita la carta e si è dovuto fermare. Fateci caso, ci misuriamo sempre con un tema di scarsità di risorse.
I come Intelligenza
Quella artificiale, quella umana, quella delle meduse. Facciamo bene a preoccuparci, anzi, dovremmo farlo con maggiore trasporto. La verità è che dall’intelligenza dobbiamo difenderci perché puta caso incontriamo sul nostro cammino un tizio, o una macchina, ma anche una medusa dai colori sgargianti che mostra una spiccata intelligenza, anche superiore alla nostra, quella rappresenta una minaccia e per questo va osteggiata. Non dichiaratevi mai intelligenti, anzi, nascondete con cura la vostra intelligenza, meglio dire non c’arrivo che mostrarvi ricettivi. In questo modo tutto quel poco di buono che farete avrà il sapore della scoperta inaspettata agli occhi del vostro interlocutore. Parola d’ordine: sottostimarsi. Il vostro capo apprezzerà.
J come JOB DESCRIPTION
Una volta ho provato a spiegare a un tassista cosa fa uno che si occupa di risorse umane. Ha detto mi lasci indovinare. Lei licenzia le persone. Sì, ma non sono un buttafuori anzi il più delle volte le assumo. E quanto le paga? A questa domanda non ho saputo rispondere. Mi sarebbe venuto da rispondere per quello che valgono ma sapevo che non era la verità per cui mi sono messo a parlare di calcio per sviare il discorso. Questo per dire che non mi fido delle job description, le trovo fredde, insipide. Preferisco quelli che la job description se la inventano giorno per giorno scrivendola, cancellando dei pezzi, aggiungendone degli altri. Magari a quattro mani è anche più divertente.
K come KPI
Gli indicatori non sono quelli che puntano il dito contro qualcuno ma quelli che si occupano di disegnare traiettorie. Uno pensa alle scie chimiche oppure a una pista di bowling, d’altronde perché mettere limiti alla fantasia? Il tema è che agli indicatori non crede più nessuno e non perché sono fatti male ma perché nel momento stesso in cui li crei sono già superati. Un modo per farseli piacere ci sarebbe. Ma non posso dirvi sempre tutto io.
L come Lavoro
- Che lavoro fai?
- Mah, faccio cose, vedo gente, penso.
- Pensi? Ma lo sai che non sei pagato per pensare?
- Ah sì, me l’hanno detto il giorno dell’assunzione però io penso dentro di me, non lo esterno.
- Eh ma ti si legge in faccia quello che pensi…
- Tipo?
- Tipo pensare che tutto è una merda
- Vabbè dai, ma mica tutto, qualcosa la salvo
- E sarebbe?
- Non lo so, devo pensarci.
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M come MISUNDERSTANDING
Non sarebbe più semplice chiamarle incomprensioni? Tu dici una cosa e al tuo interlocutore arriva tutt’altro. Ora cercheranno di convincerti che il problema sei tu che non riesci a spiegarti. L’altro invece quella cosa già la sa per cui non serviva spiegargliela, è solo tempo perso. Così finisci per convincerti che magari una mail è sufficiente, considera però che le mail che scrivi sono un po’ criptiche, si prestano a interpretazioni forse meglio una telefonata ma senza dare l’immagine di una persona logorroica, cerca di restare asciutto essenziale e se proprio non riesci va bene anche un whatsapp facendo attenzione agli emoticon e alle faccine. A proposito, la tua mi sembra un po’ sofferente. C’è qualcosa che non va?
N come NEVERENDING
Antonello Venditti sosteneva che certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. È vero. Basta sostituire la parola amori con iniziative per accorgersi di quanto sia attuale questa affermazione. L’illusione di aver completato un progetto, di aver ottenuto un risultato frutto di ore, giorni, mesi a volte anni di lavoro cede il passo a quella sensazione di incompiuto che aleggia sulle nostre teste. Perché ci sarà sempre qualcuno che alzerà la mano per dire che manca qualcosa o un altro che dirà che abbiamo scherzato e che sarebbe opportuno ricominciare da capo. Così pensi al tuo mentore, Adriano Pappalardo, e sprofondato su un puff color porpora fai training autogeno ripetendo: “Io non posso restare seduto in disparte, né arte né parte, non sono capace, di stare a guardare…” To be continued.
O come ORGANIZZAZIONE
Conosco un po’ di barzellette sconce sul tema dell’organizzazione ma non è di questo che mi preme parlarvi. Organizzarsi è un tema soggettivo come chiedere a un bimbo se vuole più bene a mamma o papà o a tutte le combinazioni possibili. Ma non è tanto l’organizzazione a farci paura quanto la riorganizzazione questa parola tagliente da maneggiare con cura per evitare di ferirsi. Perché riorganizzarsi significa prima di tutto ammettere che non eravamo organizzati prima peccato che nessuno ce l’ha mai detto, almeno non in maniera esplicita salvo scoprirlo quando è alle porte. O sei tu quello alla porta
P come PIANIFICAZIONE
Voglio darti un consiglio. Ripeti tre volte consecutive davanti a uno specchio, va bene anche quello del bagno, questa frase “Non siamo soli nell’universo”. Capisco che sembra uno di quei discorsi da terrapiattisti ma è importante riconoscere la presenza di altri soggetti che per convenzione chiameremo variabili e che hanno un obiettivo soltanto: quello di sputtanare qualunque tuo tentativo di pianificazione. Non hai nessuna possibilità di venirne a capo per cui arrenditi, alza bandiera bianca, consegnati al nemico e tratta la tua resa.
Q come QUARTER
Oggi va di moda ragionare per quarter. Dobbiamo spingere nell’ultimo quarter, il prossimo quarter sarà sfidante, abbiamo grandi ambizioni sul primo quarter dell’anno. Il problema è che quattro mesi servono a malapena a capire dove sei capitato e dove si trova la bouvette per cui ci si aggrappa al quarter successivo sul quale riponiamo grandi aspettative. Compresa la tua, che sei costretto a prendere per curare il tuo esaurimento nervoso.
R come RESKILLING
“Io non posso stare fermo con le mani nelle mani, qualche cosa devo fare, prima che venga domani”. E tu ancora sfogli riviste che parlano di management quando basterebbe abbonarsi a Sorrisi e Canzoni per trovare le risposte come in questa strofa di Riccardo Cocciante? E allora non serve parlare, non serve continuare a fare le cose che facevi prima, non serve piangersi addosso pensando che si stava meglio quando si stava peggio. L’importante è avere un vestito nuovo, che magari sia di qualche taglia più grande o manchi la manica destra o abbia ancora le imbastiture poco importa, quello che conta è partecipare. Alla lotteria delle occasioni mancate.
S come SENIORITY
Prendine atto. Ci sarà sempre qualcuno che avrà più esperienza di te e quel qualcuno ti guarderà dall’alto in basso perché è consapevole di toglierti il posto. Sarà nominato responsabile e fu sera e fu mattina, nella salute e nella malattia, finché morte non lo separi. E solo allora capirà che con la sua seniority poteva farci i suffumigi e nulla più. Tu invece, dai retta a me, resta low profile, sottolinea sempre che hai ancora tanta strada da fare e il paradiso può attendere come direbbe Warren Beatty.
T come TECHNICALITY
Così, a vederti, sembri uno normale, uno a cui non manca nulla. Poi se uno si focalizza appare evidente che ti manca quella roba lì, la technicality. Sulla teoria nulla da eccepire ma è nel mettere a terra le cose che finisci col perderti. È come se ti mancasse quel guizzo, quell’intuizione che ti fa dire adesso facciamo così. Ma la verità è che tu ce l’hai quella roba lì ma sai nasconderla bene e a chi ti chiede e adesso come facciamo tu rispondi allargando le braccia e pronunciando la madre di tutte le frasi di circostanza: chi può dirlo.
U come UFFICIO
Immaginate una comitiva di Giapponesi in vacanza premio. C’è molta disciplina nei loro gesti, anche il modo di salutare è garbato. Si inchinano in segno di rispetto. I Giapponesi obbediscono agli ordini. Tu gli dici fammi una Pokè e loro la fanno rispettando pedissequamente le tue indicazioni. Un po’ più di avocado, meno zenzero, la salsa Ponzu, cose così. Tu gli dici di combattere e loro lo fanno. Magari la guerra è finita da dieci anni e loro continuano a combattere contro un nemico invisibile. Tutta sta manfrina per dire che i Giapponesi sono in mezzo a noi, tra di noi, in molti casi siamo noi come direbbe Frankie Hi-NRG. Nostalgici di un tempo che fu. L’ufficio lo vivono come un luogo di culto, da venerare, pensano allo smart working come al male assoluto. E tu sei l’espressione di quel male. Tu che hai scelto di fruire dello smart working a giorni alterni, come le targhe, anzi, come la targa che metteranno nel corridoio per ricordare che una volta sei passato da lì.
V come VALUTAZIONE
Nessuno li ha più visti, persi nella Gaussiane, partiti per un viaggio senza ritorno. L’unico modo per salvarsi è delegare, un democratico fai tu e frasi del tipo dove devo firmare, mi ci ritrovo, prendo atto della valutazione espressa, ringrazio il dottore rifiuto l’offerta e vado avanti, magari non proprio in questi termini ma qualcosa che gli assomigli. Un vecchio saggio, uno che c’era ai tempi della lira, mi ha detto una volta che la valutazione è come fare il tagliando a una macchina. Il più delle volte non trovano nulla ma il prezzo da pagare è sempre lo stesso.
W come WIN FOR LIFE
Le persone si dividono tra quelli che grattano e quelli che si grattano. Sarebbe interessante conoscere la vostra opinione al riguardo, ammesso che ce l’abbiate un’opinione o magari l’avete barattata con un bonus una tantum con il quale avete acquistato una friggitrice ad aria? A questo mondo tutto può essere. Li ho visti quelli che escono in pausa pranzo, entrano in tabaccheria, non hanno mai fumato e si giocano la vita grattando un tagliandino che non è quello del parcheggio. A quelli che sperano un giorno di diventare ricchi io preferirò sempre quelli che ricchi lo sono già. Di Umanità.
X come XLS
Probabilmente, fra qualche tempo, nessuno si ricorderà più di voi. Questo perché passerete di moda. È la dura legge degli accessori. Ma c’è una cosa che possiamo annoverare tra gli evergreen: il foglio excel. Paolo Conte in sua canzone sosteneva che: “Puoi vestirti più che chic e rimbalzare come un clown ma il cuore è barbaro, barbaro”. Questo per dire che puoi dotarti di tutta la tecnologia di questo mondo ma alla fine rimani da solo con quattro numeri in fila su un foglio elettronico e sarai giudicato unicamente per la capacità che avrai di tirare fuori da quei numeri uno straccio di soluzione. Righe e colonne e la nostra bella faccia incorniciata dentro.
Y come YMCA
Lo so che molti di voi stanno arricciando il naso. Magari non siete pronti e vi capisco, anzi, vi perdono per non aver commesso il fatto e il fatto è che continuate a pensare alle dinamiche lavorative e di riflesso a quelle relazionali pensando alla famiglia. Mi chiedo perché. Non che sia contrario al concetto di famiglia, tutt’altro, ma sono due robe diverse. A me piace pensare i luoghi di lavoro come villaggi in cui accanto alla tradizione trova spazio anche la condivisione. Del cibo, delle esperienze, della conoscenza, del vissuto delle persone. E allora l’associazione mi è venuta naturale. Persone + Villaggio = Village People. E adesso su le mani che si balla.
Z come ZAPPING
Diciamolo chiaramente, la gente fa fatica a concentrarsi, troppe distrazioni, quel chiacchiericcio fastidioso, sguardi che s’ignorano nei corridoi, il successo da raggiungere ad ogni costo. Così la gente fa zapping, saltando da una poltrona all’altra, occupando quanto più spazio possibile. Tu invece rimani immobile, passa un treno e non ti passa nemmeno per la mente salirci sopra, aspetti il prossimo. Che uno sciopero ha cancellato insieme alle tue speranze.