Is God lean? Trinità e Binarietà
"Ma io l'ho capito, sai, quello che vuoi raccontare! Tu vuoi raccontare la confusione che un uomo ha dentro di sé. Ma devi essere chiaro! Mi devi far capire! Altrimenti che scopo c'è?" (8 e 1/2, F. Fellini)
Secondo le maggiori proiezioni ci aspettano tra poco più di un quinquennio circa 30 miliardi di dispositivi/artefatti smart con capacità di calcolo incorporata e circa 8 miliardi e mezzo persone con altrettanti dispositivi per il controllo in remoto. Questo implica una rapporto di quasi 4:1 tra i dispositivi intelligenti e noi.
Quello a cui si tende oggi non è una mera rivoluzione 2.0 ma piuttosto un elevare al quadrato una rivoluzione o meglio rivoluzionare ciò che è stata già identificata come rivoluzione. L’evoluzione della cyber-fisicità è quasi filosofia…il super-io (Freudianamente il modello strutturale psichico dove risiedono divieti, ingiunzioni, schemi di valore: bene/male; giusto/sbagliato; buono/cattivo; gradevole/sgradevole) automatizzato dovrà necessariamente venir fuori, in nostro soccorso si spera!
In questo mondo digitalizzato, i responsabili IT saranno gli orchestranti armati di diapason, infatti dovranno calibrare al meglio tutti questi nuovi dispositivi, gestire i nuovi flussi di big dati e estrapolare le nuove esperienze per creare valore.
Il mondo digitale necessita di una guida umano-centrica. E per sintonizzarci con la Germania, pioniere della Industry 4.0, permettetemi il volo pindarico, siamo immersi in uno Sturm und Drang 2.0 , il ponte dell’ illuminismo digitale che prevede che il genio (o un suo sottoprodotto) sviluppi da sé le sue capacità intellettuali. I nuovi Stürmer und Dranger non guardano più al passato remoto per fare analisi ma hanno il “nasino” ,anzi il “ditino”, all’insù verso il futuro prossimo.
Il nuovo eroe romantico ha dimistichezza con le macchine, non le rinnega, ne apprezza le caratteristiche, ne sviluppa le potenzialità per innalzare ancora di più i suoi ideali.
Le aziende che sposano la causa di questi nuovi eroi sono le aziende protagoniste del futuro prossimo, espandendo il concetto di tecnologia oltre il mero uso reattivo. Saranno proiettate proattivamente nella costruzione di un nuovo modello che porterà sia i prodotti che i servizi al superamento delle attuali problematiche di mercato (setup, riattrezzaggi, lead time, progettazione virtuale, costi, impatto ambientale, ecc.) potendo così raggiungere obiettivi inimmaginabili fino a poco tempo fa.
Il romanticismo digitale è in contrasto con macchinismo digitale - una visione che vede la minimizzazione del coinvolgimento umano attraverso l'automazione. La presenza umana c’è e dovrà sempre esserci, ma una nuova distribuzione dei compiti ed una nuova razionalità industriale potranno permetterci di configurare processi più efficienti ed efficaci.
Parlando di efficacia ed efficienza il salto sulla Qualità è breve ed è doveroso sottolineare come quest’ultima insieme a Tempi e Costi costituisca la terna sacra della produzione moderna. Tutto ciò che ci circonda è affetto da qualità ed è quindi discriminante all’interno di una relazione definirne il grado per poter poi operare in modo più snello e sereno successivamente. La storia ci insegna che effettivamente investire sulla Qualità permette di evitare sprechi futuri di tempi e costi soprattutto, ma la parola stessa Qualità ha intrinsecamente valori differenti (funzionale, percepita, nascosta) e la natura multifocale la rende come spesso accade nella realtà di difficile comprensione. A tal proposito la Misura è la messa a fuoco della nostra lente sulla quantificazione della Qualità. Anche i dati, le informazioni sono affette da Qualità, ed oggigiorno, data la prorompenza dei Big Data, questa assume una rilevanza materiale e non.
Se noi volessimo separare le persone alte da quelle basse in questa stanza ci troveremo in difficoltà…pensate una macchina! A questo punto entra in gioco la Fuzzy Logic, un estensione della logica booleana che attribuisce un grado di verità tra 0 e 1 (il nostro "Dio" diventa Lean e la "trinità" si semplifica in "binarietà") e fa si che, definite le regole del gioco, possiamo affermare che una persona alta 1.79m è alta quasi 1; 0.99; alta al 99% .
La Misura e il Controllo sono gli strumenti che ci permettono di plasmare le cose e la Comunicazione ci permette di armonizzare il tutto. Industrialmente la cosa ci sembra abbastanza ovvia e quello che l’Industria 4.0 con l’ esplosione del volume dati, l’estensione della capacità computazionale e di connettività, le nuove interazioni tra uomo macchina e la meccatronica spinta, sembrano essere pionieri della nuova era, in verità non riescono a raggiungere l’acme che l’euritmia umana raggiunge.
Aritmetica, simmetria, misura, controllo, equilibrio , movimento. Vi viene in mente niente?
Vi aiuto; la DANZA ad esempio racchiude da sempre tutto ciò che l’ Industry 4.0 richiede.
La comunicazione è arcana ed innata (pensate ai piccoli che si muovono ascoltando la musica), estendiamo in concetto ad un passo a due, la comunicazione è wireless, standardizzata (possono anche esserci un ballerino cinese ed un altro russo). La dinamicità del movimento avviene attraverso misurazione e controllo continuo ed inconsciamente i soggetti elaborano una mole notevolissima di dati in multi-tasking (certo anche qui possiamo ritornare al discorso Qualità, ma non insisto).
Qualche scettico starà pensando : ”forse il paragone è troppo azzardato?” ed è qui che possiamo analizzare, con le giuste proporzioni, la qualità di questo processo.
Ma prima di analizzare tecnicamente questo processo, introduciamo un concetto che armonizza alla perfezione l’apollineo e il dionisiaco, il mondo scientifico e umanistico. Parliamo di EURITMIA (dal gr. eurythmía, comp. di êu ‘bene’ e rhythmós ‘misura, ritmo’) tra le varie definizioni di questo termine ce n’è una che, a mio avviso, rende alla perfezione la potenza di tale concetto ed è: “regolarità del battito del polso” (cit. Garzanti). Il link è immediato: misurazione, controllo, dinamismo, vita . Queste Qualità aggiunte a:
Aritmetica; Simmetria; Armonia; Equilibrio
completano il concetto di “bello soggettivamente condizionato” che è stato partorito in Grecia proprio per la definizione di Eurythmia. Tradotto in parole povere, anche un marchingegno arzigogolato (es. manovellismo di spinta rotativa) può non essere bello per gli amanti del barocco ma di certo sarà bellissimo per gli appassionati di motori. Insomma “non è bello cio che è bello ma è bello ciò che piace”!.
Veniamo al dunque e cerchiamo di analizzare con semplicità la cinetica umana. Il nostro corpo consta di circa 360 articolazioni ma poiché noi siamo amanti del bello, in particolare di ciò che risalta ai nostri occhi (probabilmente i maschietti stanno spostando la loro attenzione ai muscoli piuttosto che all’articolazione del ginocchio!) focalizzeremo la nostra attenzione ai gradi di libertà che esprime il nostro corpo in movimento (numero di variabili indipendenti necessarie a determinare univocamente la posizione di un corpo/punto nello spazio). Ora però rendiamo la nostra analisi efficiente e utilizziamo un grado di approssimazione che ci permetta un approccio coerente con il nostro studio. Consideriamo il corpo come un multi-body (sistemi meccanici composti di più corpi in presenza di vari tipi di coppie cinematiche e di vincoli relativi) ed individuiamo 16 coppie cinematiche in moto relativo ovvero 16 punti critici. Non mi dilungo nella spiegazione ma se l'articolo sarà considerato interessante magari forniro' un po' di numeri e immagini in una seconda tranche.
Ovviamente nel caso umano i fattori in gioco sono estremamente più complessi (condizione, emozione, ecc.) ma mutatis mutandis il paragone è plausibile. Se volessimo spingere la nostra analisi a livelli ancora più sofisticati potremmo inserire quello che, in Sicurezza, va sotto il nome di “near miss” ovvero il “c’è mancato poco”! Perché è noto che per ogni evento non conforme ne accadano svariati al limite della conformità (pensiamo al caso degli incidenti automobilistici).
Tutto questo per sostenere che tutto ciò che noi supponiamo di inventare non è altro che la proiezione di meccanismi e dinamiche intime del corpo umano e della sua complessa natura.
Tutto ciò accade sempre al di fuori della nostra comfort zone, di solito nulla accade per intercessione divina, ne tantomeno il business. Per dirla con Gibran dobbiamo essere il tramonto del nostro IO più piccolo e l’alba del nostro IO divino.
E come quando si è piccoli e impariamo a camminare perdendo l’equilibrio per un istante, così le cose belle accadono facendo un piccolo passo nel vuoto, tra eccitazione e paura, mai guardando per terra ma puntando il naso all’insù … a riveder le stelle!
(Milano, A. F.)
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