Grandi opportunità
Grandi opportunità
Europa vigorosa e impostazioni direzionali offrono numerose occasioni di profitto
03/10/2017 15:52
Nelle ultime settimane i mercati si sono contraddistinti per le numerose chance offerte da allunghi e da scivoloni, in un clima generale che rimane robusto.
La cronaca racconta della rottura del supporto dinamico del cambio euro-dollaro valido da metà aprile. Nella prima metà di settembre il massimo a 1.2094 ha sancito un cambiamento di rotta: diverse sedute in rosso hanno portato il cambio a testare il supporto di breve a 1.1720, che per ora tiene, ma aprono lo scenario a flessioni fino a 1.1666.
A guidare l’apprezzamento del dollaro troviamo molti driver, ma il ruolo principale potrebbe essere stato giocato dalla maggiore attrattività esercitata dalla riforma fiscale in territorio Usa. Una rivoluzione fortemente voluta dal Presidente, che ha determinato un taglio dell'aliquota a carico delle aziende dal 35% al 20%, ed una riduzione del numero di scaglioni per i redditi personali da sette a tre.
Altro elemento determinante per l’allungo del biglietto verde è da ricercarsi nelle parole di Janet Yellen. Anche se ha apertamente ammesso la possibilità di aver sovrastimato la forza del mercato del lavoro, la governatrice ha sottolineato che sarebbe imprudente attendere di vedere l'inflazione al 2% prima di alzare il costo del denaro, facendo percepire come maggiormente verosimile una mossa a dicembre (la terza da inizio anno). L’avvicinarsi della stretta monetaria è resa ancora più probabile dalla nomina del futuro presidente della Fed prevista per le prossime settimane. Alla Yellen il prossimo 3 febbraio, potrebbe succedere un “falco”. Tra i papabili figura Kevin Warsh, già attivo nel board durante la crisi del 2008 e noto per essersi opposto in più occasioni ai piani di stimolo monetari straordinari, persino quando il tasso di disoccupazione era ancora al 10%.
Oltre agli effetti diretti sul costo del dollaro abbiamo modo di osservare anche dei riflessi sul mercato obbligazionario secondario, con i rendimenti dei Treasuries sui massimi dell’ultimo trimestre (il tasso implicito sui decennali ha raggiunto 2,37%, il livello più alto da metà luglio).
Volgendo lo sguardo all’Europa, le carte in tavola sono uscite dal mazzo degli eventi politici. Le elezioni tedesche inaugurano il quarto mandato di Angela Merkel, ed anche se il CDU ne esce acciaccato dovrebbe riuscire a garantire quattro anni di governo stabile. Una boccata d’ossigeno per le istituzioni europee e soprattutto per la borsa di Francoforte, che nel post-elezioni guadagna (ad oggi) oltre due punti percentuali.
Nel frattempo i rendimenti dei Bonos spagnoli salgono e l’azionario spagnolo è in difficoltà dopo gli scontri e le tensioni dello scorso weekend durante il discusso voto sull’indipendenza della regione catalana.
Tirando le somme, i listini di Oslo, Francoforte, Parigi e Milano stanno vivendo settimane d’oro. Nel resto del mondo primeggiano il Brasile, Russia e Giappone. In profondo rosso troviamo invece Atene e Istanbul.
Monica Zerbinati
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