Guardarsi e guardare oltre 
per costruire il domani

Guardarsi e guardare oltre per costruire il domani


Eccoci arrivati alla fine del nostro viaggio durato un anno.

 Guardiamo alla nostra immagine: una mano è protratta verso un volto. 

Abbiamo seguito il bardo in tutto il suo lungo percorso e dovrebbe essere naturale dedurre che sia lui ad allungarsi in un gesto di comprensione, quasi infantile, di chi tocca l'altro per accorgersi che esiste e per ricordarsi di esistere. 

Eppure, complici i colori di quella che saremmo tentati di considerare un'aurora boreale, ci sovvengono alcune domande: Chi è chi? Chi è cosa? Siamo noi - cioè, il bardo – ad allungare la mano, o è l'altro essere a farlo verso di noi? 

 Dicembre è un momento sempre speciale: sospeso tra un anno e l'altro, tra ciò che si è stati e ciò che si può essere, diventa naturalmente il mese dei bilanci, ma anche delle intenzioni. 

Sui primi ognuno farà i propri e, anche per i più fortunati, sarà difficile non trovare almeno qualcosa che si sarebbe potuto fare meglio; almeno un errore che, a potere, si sarebbe preferito non commettere. Rischia di essere un processo doloroso, complicato dal fatto che non si può cambiare il passato, ma solo osservarlo, più o meno benignamente. 

Pare assai più utile concentrarsi sull'altro punto: le intenzioni. Anche qui ognuno avrà le proprie – per sé, per la propria vita, per la nostra azienda – ma ce ne è una che può davvero essere valida per tutti e che l'immagine del nostro calendario (con la sua domanda "Chi è chi?") ci invita a fare nostra. 

Sarebbe bello che, ogni volta in cui ci trovassimo di fronte all'altro, ci mettessimo nei suoi panni, provassimo cioè a pensare a cosa prova, a cosa sente, in ultimo, a come ci vede, a come appariamo ai suoi occhi. 

E allora vi salutiamo, in attesa di ritrovarci nel nuovo anno, pronti a costruire con maggior forza che mai il futuro nostro e della nostra azienda, ma anche disposti a guardarci, infine, con occhi nuovi!

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