Guerra in Ucraina, pace possibile?
Articolo scritto da E.T.A. Egeskov
Le recenti indiscrezioni trapelate in merito al presunto piano di #DonaldTrump, candidato repubblicano alle presidenziali U.S.A. di novembre, per porre fine alla guerra in #Ucraina insieme agli accorati appelli del presidente #Zelensky a fornire tempestivamente armi e munizioni che stanno scarseggiando hanno riportato all'attenzione dei mass media il tema di come potrebbe finire il conflitto innescato da #VladimirPutin il 24 febbraio 2022.
Chi scrive non ha dubbi che molti errori siano stati commessi sino a ora ma che quello che l'Occidente si sta apprestando a commettere ora potrebbe essere il più grave e letale fra tutti, ovvero il temporeggiamento.
Allo stato attuale delle cose, a mio avviso, gli scenari possibili sono fondamentalmente quattro:
1) Noi occidentali, #StatiUniti in testa, decidiamo che non è il più il caso di supportare l'Ucraina, la lasciamo al suo destino e chi s'è visto s'è visto. Putin si annette tutta l'Ucraina, secondo me non si fermerebbe lì ma di questo non abbiamo certezza, e tutto l'Occidente farebbe la figura dell'idiota per aver promesso e non mantenuto così come abbiamo fatto in Afghanistan giusto per citare l'ultimo esempio. A mio giudizio è una scelta non ci possiamo permettere perché anzitutto ci farebbe perdere di credibilità agli occhi di quei paesi che già non amano l'Occidente e poi darebbe a Putin, e più ancora alla Cina, l'idea di poter fare un po' come piace a loro tanto noi abbaiamo, facciamo finta di mordere, ma in fondo siamo innocui o quasi.
2) Continuiamo a supportare l'Ucraina ma con il contagocce, calibrando gli invii, promettendo che domani, forse, se sarà il caso... insomma, quello che stiamo facendo da due anni e poco più. Probabilmente la resistenza ucraina durerebbe un po' di più, la Russia si logorerebbe un altro po' ma alla lunga il risultato sarebbe il medesimo della prima ipotesi. Putin vince, noi ne usciamo malissimo e la nostra credibilità scende a zero oltre a tutti i rischi per il futuro (perché un Putin che vince dubito si fermerebbe alla sola Ucraina. La Georgia potrebbe essere il passo successivo, poi chissà....).
3) Per una buona volta ci decidiamo ad assumerci le nostre responsabilità e se davvero crediamo che difendere l'Ucraina è difendere la democrazia e in qualche modo l'idea di Occidente che abbiamo coltivato per oltre settant'anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale allora dovremmo fare tutto il possibile per dare agli ucraini le chance di vittoria. Ok non mandare truppe sul suolo ucraino, ma a questo punto che differenza fa mandare 1, 10, 100 o tutti i missili, carri armati, munizioni necessarie? politicamente non farebbe alcuna differenza. Economicamente sì, e forse è questo il vero punto. Siamo consapevoli che la libertà costa e costa a tutti i cittadini? siamo disposti a pagarne il prezzo (tutto sommato accettabile ora) pur di non doverlo pagare un domani? cosa avrebbero detto gli europei degli anni '30 se gli avessero proposto di rinunciare a un po' (non tantissimo) di benessere economico per evitare lo scoppio del secondo conflitto mondiale? probabilmente avrebbero fatto come noi oggi, nicchiato, dicendo che in fondo non è necessario spendere tutti quei soldi in armamenti e che la guerra è altrove e che non ci tocca da vicino. Sappiamo tutti come andò a finire, non sappiamo come potrebbe andare domani con l'Ucraina sconfitta ma non è difficile fare pronostici.
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4) Vi è infine una quarta possibilità e a mio avviso e forse l'unica concreta via d'uscita, difficile, costosa, ma realistica. L'Occidente dovrebbe aumentare lo sforzo di rifornimento bellico per l'Ucraina, condizionandolo ad alcuni obiettivi militari stabiliti in accordo con i paesi occidentali e in prospettiva una proposta di accordo di pace con la Russia che dovrebbe prevedere il riconoscimento della #Crimea come territorio russo, la costituzione di uno stato autonomo, formalmente non russo, del Donbass con la presenza di un contingente ONU a garantirne la pacificazione e di contro l'immediata adesione dell'Ucraina all'Unione Europea e alla NATO in modo che i confini così ridotti sarebbero garantiti anche in futuro.
Offerte simili dovrebbero essere proposte immediatamente anche a Georgia e Armenia (pur con tutti i distinguo per quest'ultima) così da mandare un segnale forte a Putin che può anche dire in patria d'aver vinto ma se ci riprova ancora la prossima volta avrà tutto l'Occidente pronto a reagire, subito.
Penso che oggi gli ucraini sarebbero pronti a discutere un'ipotesi simile, inaccettabile solo fino a qualche mese fa, perché la guerra li sta logorando e la loro resistenza, senza massicci aiuti occidentali, non potrà durare a lungo.
Personalmente ritengo ingiusto che un sopruso come quello operato da Putin possa passare impunito e che anzi procuri alla Russia anche solo un chilometro quadrato di territorio in più, ma a volte occorre un po' di realismo e guardare lontano per non rischiare di perdere tutto solo per una questione di principio.
Va da sé che se anche di fronte a una simile proposta, che salverebbe la faccia a Putin, vi fosse un totale diniego russo allora non resterebbe che fornire tutte le armi necessarie agli ucraini per tenere i russi almeno entro i confini del Donbass (se non proprio ricacciarli al di là del confine internazionale) in una guerra di logoramento che costerebbe tanto, soprattutto in vite umane ma che salverebbe almeno l'indipendenza dell'Ucraina.
Ma sono convinto che di fronte a una proposta così articolata la Cina premerebbe su Putin perché l'accettasse, perché in fondo a Pechino farebbe comodo, più che una guerra a oltranza che sta cominciando a danneggiare il dragone cinese anche se in modo indiretto.
Foto di G.C. da Pixabay
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