Ha senso aprire un e-commerce adesso che tutti parlano di e-commerce?

Ha senso aprire un e-commerce adesso che tutti parlano di e-commerce?

Ogni giorno un successo. Ogni giorno un nuovo record.

L'e-commerce, dopo un periodo di anonimato, di subcultura, sembra sia diventato il mezzo per superare la crisi economica mondiale.

Quotidianamente decine di articoli in giro per il web decantano la crescita dei ricavi degli shop online.

Certo, con il crollo dei consumi e la difficoltà produttiva dovuta alle restrizioni per la pandemia, le aziende hanno virato su soluzioni alternative per poter continuare a fatturare e a lavorare.

La soluzione più evidente è stata la via della digitalizzazione (sebbene prima o poi ci sarebbero arrivati quasi tutti).

Quindi sono nati decine di e-commerce e, quelli già aperti e funzionanti hanno spinto con attività marketing anche inusuali, come la TV, per farsi conoscere dal grande pubblico.

Il grande pregio della vendita elettronica, oltre ad avere dato una risposta concreta al bisogno delle persone che sono "chiuse" in casa, è stato l'alleggerimento della caduta drastica dei ricavi subita dalle società nell'ultimo anno solare.


Qual è la percentuale del venduto di un e-commerce sul totale delle vendite?

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Si continua a parlare della necessità di rispondere ai tempi critici attuali con l'apertura di uno shop online, ma in pochi dicono che un e-commerce abitualmente fattura il 5-10% della fetta di torta dei ricavi complessivi aziendali.

(Per la cronaca, esistono dei casi illuminati, che fatturano milioni di euro, molto di più con la vendita online che con il negozio, ma sono la minoranza, o almeno sono la netta minoranza fino ad ora)

Una azienda, quindi, che ha il fisico e il digitale ricava almeno il 90% dei ricavi dalle transazioni tradizionali.

Certo, esistono dei mercati, come quello statunitense dove la media dell'e-commerce arriva anche al 20%, e si ha la prospettiva, nei prossimi 5 anni, di arrivare al 30-40%, ma, al momento, le vendite tramite gli shop online, nel complesso, sono ancora risibili.

Le perdite commerciali delle aziende nel complesso rimangono quindi evidenti e sono solo mitigate dall'ausilio della vendita online.

Insomma, se l'obiettivo è quello di recuperare completamente la caduta dei fatturati l'apertura di un e-commerce non è la soluzione definitiva al problema.

L'e-commerce ha senso, in questo momento, per mitigare le perdite, rispondere alle esigenze ed abitudini dei consumatori e per farsi trovare pronti in qualche anno a costruire una brand identity online possibilmente funzionale anche commercialmente.


L'importanza di avere liquidità per aprire un e-commerce

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Senza considerare che aprire (e gestire) un sito e-commerce determina uno sforzo economico di tutto rispetto.

Ancora adesso esiste un bias cognitivo che impedisce di accettare l'idea del budget necessario per fare un buon lavoro sul web.

E' estremamente normale investire decine di migliaia di euro per la creazione di uno store, che per sua natura solletica aree geografiche determinate, rimanendo recalcitranti all'idea che cifre paragonabili debbano essere investite per dare un senso al lancio di un e-commerce con potenzialità di targetizzazione geografica illimitata.

Ne parlo da anni. Il cms è l'ultimo dei problemi. Bisogna scegliere l'agenzia, o le agenzie che ci seguono, i dipendenti esperti, investire nel marketing, nella logistica, nella integrazione con il crm...

Lo shop online costa...


L'importanza di avere il mindset giusto per aprire un e-commerce

In un mondo in continua evoluzione chi non cambia continuamente muore, ma ciò non significa buttarsi in una avventura perché lo fanno tutti.

Aprire uno store digitale perché si tenta di recuperare il fatturato perso dalla distribuzione tradizionale è una azione stolida, perché, lo scopo di un e-commerce deve essere quello, di vendere di più, ma primariamente di vendere meglio.

Il cliente si aspetta una esperienza omni-canale, ma, per offrirla, ogni società deve investire in maniera importante e deve essere consapevole che, nonostante i soldi investiti, i ricavi saranno, per un po' di tempo, risibili rispetto a quello che fatturavano antecedentemente.

Non credete, insomma, ai progetti e-commerce con il raggiungimento del break event point immediati.

Ma soprattutto non esistono progetti chiavi in mano.

Fare e-commerce significa declinare il proprio modello di business in maniera nuova, significa investire in nuove competenze e probabilmente una business unit dedicata.

Prima di aprire un e-commerce valuta chi sei

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Ma qual è la ragione principale per la quale si deve analizzare con attenzione l'apertura di un e-commerce?

Chi sei? Un rivenditore, un produttore, una start up, un società b2b?

Perché è importante sapere chi sei?

Sebbene l'e-commerce stia conoscendo un periodo di consolidamento e quindi di riconoscibilità mass market, è chiaro che l'aumento dell'offerta e la strutturazione delle dinamiche porti a porre delle domande sullo spazio presente sul mercato.


Quali saranno gli e-commerce del futuro?

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Credo che con il tempo le realtà e-commerce che hanno un futuro saranno quelle che:

  • Brand: producono, cioè hanno il prodotto o il servizio in casa,
  • Marketplace: rispondono alle esigenze particolaristiche di un settore,
  • Distretti: sapranno aggregarsi tra loro facendosi forza.

Nel prossimo articolo approfondiremo questo tema, cercando di capire quali sono le principali tipologie di e-commerce sulle quali investire.

Come è evidente manca l'e-commerce che lavora in triangolazione, manca colui che fa il rivenditore. A meno che sia diventato un punto di riferimento nel settore, e quindi sia diventato un brand (o riesca a diventarlo), il rivenditore verrà fagocitato da un grosso brand o da un grande marketplace nel prossimo futuro.

Certo, un e-commerce può essere aperto anche per essere venduto; anzi questo è lo scopo di una buona parte di coloro che fanno start up digitali.


Quindi conviene aprire un e-commerce?

Ritengo di sì, ma bisogna farlo con il giusto mindset, avendo ben chiari i costi e le dinamiche di creazione, gestione e crescita.

E bisogna farsi accompagnare da agenzie professionali in questo settore sempre con l'aiuto di esperti e-commerce che lavorino internamente e si pongano come intermediari tra l'agency e la proprietà o il management.


Fonte delle immagini: Report e-commerce 2020 Casaleggio Associati

Andrea Bosio

Customer Success Manager @Rewix B2B ecommerce eXperience Platform | Martech and eCommerce Project Leader | AI evangelist @ aiability.ai | Vaadin Champion

3 anni

Davide Mare chi si occupa di distribuire prodotti tramite market place avrebbe dovuto rispondere non con un SI ma con 3 SI. Se non si comprende che un eCommerce priorio rafforza (e non è in contrapposizione) anche la presenza sui Marketplace si ha una visione parziale (o di parte) della trasformazione in atto grazie al digital nella distribuzione. Non si spostano più le persone o i prodotti ma oggi si spostano le informazioni!

Alberto Vottero

Offering Sales Leader - Digital Customer Engagement & Commerce

3 anni

No, adesso ha senso capire che i canali che già vendono online (marketplace, eretailer, puri e non) non sono altro che un canale identico alla distribuzione fisica (GDO, franchising e tutti gli altri modelli) ma con più dati e più possibilità.

Antonio Contursi

Head of Alliances @Global Climate Initiatives. Fluent in 🇬🇧,🇪🇸,🇫🇷,🇮🇹.

3 anni

Piuttosto che chiedersi se sia il momento giusto per aprire un e-commerce, molte aziende italiane, B2C e B2B, dovrebbero seriamente riflettere se sono ancora in tempo per farlo. La platform economy sta rivoluzionando gli schemi tradizionali. Alla stregua di ciò che accade altrove (ma se si guarda con attenzione è già il caso in Italia), il futuro è già digitale. Le aziende che tra 5 anni saranno ancora lì, saranno quelle che avranno aperto un loro proprio marketplace e/o realizzeranno gran parte del fatturato sulle grandi piattaforme, per lo più internazionali. In entrambi i casi si tratterà, per lo più, di quelle aziende che in questo momento stanno già lavorando attivamente o hanno iniziato a gettare solide basi per questa trasformazione.

Paolo Pivello

Managing Director at Allmobility Trading - Amministratore Delegato di Allmobility Trading

3 anni

Bravo Davide

Andrea Bosio

Customer Success Manager @Rewix B2B ecommerce eXperience Platform | Martech and eCommerce Project Leader | AI evangelist @ aiability.ai | Vaadin Champion

3 anni

È sempre il momento giusto con l’ecommerce e il partner giusto! E male che vada c’è CremaEGusto!

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