I 4 NUOVI PRINCIPI DELLA LIBERTÀ PERSONALE
#HISTORYTELLING - SUPPOSIZIONI, UN PROBLEMA.
A Tom era stato detto che avrebbe trovato un aereo a sua disposizione a mezzogiorno all’aeroporto.
Al suo arrivo in aeroporto effettivamente egli trovò un aeroplano che, uscito dall’hangar, si preparava alla partenza.
Salutò il pilota, salì nella cabina e, senza fare domande, disse al pilota “Possiamo andare” e il pilota si avviò al decollo.
Quando erano già in aria, Tom disse al pilota: “Per favore, voli più basso sulle colline così che io possa fare delle foto ravvicinate del panorama montuoso”.
Il pilota chiese, “Perché?” e Tom rispose: “Perché sono il fotografo di BBC News e voglio prendere alcune immagini da vicino”.
Il pilota fu in silenzio per qualche momento, poi disse: “Ma allora lei non è il mio istruttore di volo?”
Tutti facciamo supposizioni: esse possono riguardare praticamente chiunque e qualsiasi cosa. È così facile immaginare di sapere cosa ci sia nella testa di qualcun altro! Il problema è però che il più delle volte ci ritroviamo con una risposta sbagliata.
Il rischio è che le supposizioni si trasformino in fatti nella nostra mente e che noi le assumiano come verità assolute, senza renderci conto che sono solo una possibilità all’interno di una vasta gamma di opzioni.
Troppo facilmente confondiamo questi meccanismi psicologici con la realtà; e i presupposti che ne scaturiscono diventano la base della nostra versione della “realtà stessa”. Questo ci porta a prendere decisioni sbagliate perché non prendiamo atto della realtà.
La perdita di contatto con il mondo reale finisce per causare un serio disagio emotivo.
“Neppure il tuo peggior nemico ti può ferire quanto i tuoi stessi pensieri”, ha detto Buddha.
La verità è che ogni giorno facciamo centinaia di supposizioni e le facciamo senza accorgercene, senza essere consapevoli dell’influenza che ciò ha sulla nostra felicità e sul nostro equilibrio mentale.
Ad esempio:
In questo modo creiamo un dramma partendo da una ipotesi errata. Invece di chiedere semplicemente quale è stata la causa del ritardo, partiamo dalla nostra supposizione e ne facciamo una nuova realtà.
Facciamo costantemente supposizioni: immaginiamo come gli altri pensino, sentano e agiscano.
Il problema è che il nostro cervello odia l’incertezza e il caos, ama programmare, organizzare e trarre conclusioni.
Non appena raggiungiamo una conclusione che ci soddisfa, la adottiamo come valida.
Iniziamo allora a reagire a questa nuova idea: uno studio condotto all’Università di Lund ha dimostrato che
la maggior parte delle persone rifiuta i propri argomenti il 60% delle volte se vengono presentati da qualcun altro.
Questo meccanismo è chiamato “pigrizia selettiva” e si riferisce alla tendenza a valutare attentamente le idee degli altri, ma a essere molto più elastici con le nostre.
In breve: crediamo in ciò che vogliamo credere e ci chiudiamo ai fatti che ci mostrano che potremmo sbagliarci. Questo è il meccanismo che produce e alimenta le supposizioni.
Il rischio delle supposizioni è che le trasformiamo in fatti nella nostra mente. Non le mettiamo in discussione, ma le assumiamo come una verità assoluta senza renderci conto che sono solo una possibilità all’interno di una vasta gamma di opzioni.
Troppo facilmente confondiamo questi meccanismi psicologici con la realtà e i presupposti che ne scaturiscono diventano la base della nostra versione della “realtà stessa”.
Ma allora chiediamoci:
come possiamo smettere di fare tante supposizioni e iniziare invece a basare la nostra comprensione su fatti tangibili?
LEZIONI DA IMPARARE
Recentemente ho letto un libro che è stato una piacevole sorpresa e che mi ha fatto riflettere su cosa sia la vera libertà personale.
Il punto chiave è essere LIBERI, ma va sempre tenuto presente ciò che Elbert Hubbard, lo scrittore e artista statunitense della seconda metà dell’800, ci ha insegnato: “La libertà non può essere concessa, deve essere conquistata”.
L’autore del libro, intitolato “I Quattro Accordi”, a cui ho appena accennato, è il messicano Miguel Ruiz che lo ha pubblicato nel 1997. Il libro in poco tempo è diventato un best-seller del New York Times, dove è rimasto in cima alla classifica per ben 10 anni.
Scopriamo allora quali sono questi Quattro Accordi e qual è la loro origine. È qui che entrano in gioco i quattro nuovi principi proposti nel libro di Ruiz.
I 4 ACCORDI, OVVERO: 4 NUOVI PRINCIPI PER LA LIBERTÀ PERSONALE
1. Non usare mai le parole contro gli altri o noi stessi.
Il primo accordo, suggerito dall’autore messicano per proteggere la nostra libertà, riguarda il nostro dialogo interno ed esterno.
Se vogliamo difendere la nostra libertà personale dobbiamo innanzitutto imparare a non usare mai le parole contro gli altri o contro noi stessi. Questo vale soprattutto per il nostro dialogo interiore. Saremo davvero liberi solo quando la smetteremo di giudicarci e colpevolizzarci di continuo.
Riprendere il controllo della nostra voce interiore significa infatti riprendere il controllo della nostra vita.
Ma andiamo ora a vedere il secondo accordo.
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2. Non prendere nulla in modo personale.
Prova a pensarci: se qualcuno ti fa una critica ingiusta (che so, su qualche social) e tu continui a rimuginarci per tutto il giorno, puoi dire di essere libero?
Il secondo accordo proposto da Miguel Ruiz è dunque quello di non prendere mai nulla sul personale.
La verità infatti è che nulla di ciò che le persone ci dicono o ci fanno riguarda effettivamente noi.
Esistono decine di ragioni (a volte oscure) per cui gli altri si comportano come si comportano e queste motivazioni spesso non hanno nulla a che fare con noi, ma molto hanno a che fare con le frustrazioni e le difficoltà vissute da queste persone.
Perché ricorda: “Chi emette giudizi non definisce gli altri, ma sé stesso.”
Imparare a non prendere mai nulla sul personale non è però facile, richiede infatti una profonda consapevolezza di sé e una solida autostima.
Passiamo al terzo accordo di Miguel Ruiz.
3. Non supporre nulla.
La nostra mente spesso tende a saltare a conclusioni errate per risparmiare tempo ed energie cognitive. Il terzo accordo suggerito nel libro di Ruiz è quello di non dare mai nulla per scontato, non supporre mai nulla.
Un esempio? Se salutiamo un conoscente per strada e questo non ci risponde, potremmo supporre che si comporti in maniera scorretta: ma la verità è che lui semplicemente potrebbe non averci visto.
Ancor più gravi poi sono le supposizioni che facciamo su noi stessi.
Magari ci sottovalutiamo e diamo per scontato di non essere portati per una certa attività, o magari ci sopravvalutiamo e andiamo incontro a cocenti delusioni che ci fanno sentire male.
In entrambi i casi stiamo dando per scontato qualcosa che in realtà non sappiamo.
È dunque molto più utile sostituire le supposizioni con delle domande mirate e una pratica costante.
Solo attraverso l’approfondimento e l’esperienza possiamo arrivare ad una conoscenza diretta della realtà.
Non supporre mai nulla. Non farti guidare dai pregiudizi. Non dare mai nulla per scontato. Studia, approfondisci, sviluppa un’insaziabile curiosità per capire come stanno davvero le cose.
…e siamo arrivati al quarto e ultimo accordo.
4. Fai sempre del tuo meglio.
Fare sempre del nostro meglio significa di fatto mettere da parte tutte le nostre scuse e tenere a bada le nostre tendenze perfezionistiche.
Non ci sentiremo al nostro meglio ogni giorno, ma ogni giorno possiamo fare del nostro meglio.
A tal proposito, per concludere, vorrei tornare insieme alla domanda con cui abbiamo aperto questo articolo…
COSA SIGNIFICA, IN CONCLUSIONE, ESSERE LIBERI?
1. Essere impeccabili con le parole.
2. Non prendere nulla in modo personale.
3. Non supporre nulla.
4. Fare sempre del proprio meglio.
Beh, applicando questi principi, forse non potremo ancora svegliarci quando ci pare, viaggiare ovunque o comprare tutto ciò che desideriamo…
Ma di certo potremo conquistare un altro tipo di libertà, una libertà più profonda, una libertà che non richiede il raggiungimento di risultati esterni, ma piuttosto di una condizione interna.
Ed è solo quando la nostra testa e il nostro cuore sono privi di catene, che possiamo sentirci finalmente liberi.