Social media

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Quanto incide l’utilizzo dei social media sui nostri processi cognitivi ed emotivi?

Moltissimo, perché questi mezzi influiscono sul pensiero, non nel senso che ci impongono cosa dobbiamo pensare, molto peggio, perché modificano in maniera radicale il nostro modo di pensare, trasformandolo da strutturato, sequenziale e referenziale, in generico, vago, globale; i social i particolare avvicinando il lontano e spesso allontanandoci il vicino alterano il nostro modo di fare esperienza .

I social non ci mettono in contatto con il mondo, ma con la sua rappresentazione e ci consegnano una realtà - virtuale - farsata, sminuita e banalizzata nella puntualità dell’istante e nella simultaneità.

Cosa fare?

Non possiamo rinunciare all’uso degli strumenti informatici perché equivarrebbe a escludersi dal sociale, il che la dice lunga sulla nostra libertà di far uso o meno dei mezzi informatici. Non potendo farne a meno, non resta che creare consapevolezza delle modificazioni che il nostro modo di pensare e di fare esperienza subisce; di questo dovrebbe rendersi conto la scuola, che oggi ha a che fare con studenti che sanno cose, dalle più elementari alle più complesse, non per averle lette su un libro, ma per averle viste in televisione, al cinema o sullo schermo di un computer o di un telefonino, oppure sentite alla radio.

È importante che i giovani si pongano questi problemi e comincino a ridurre l'utilizzo dei social - esempio Facebook - per sottrarsi alla dipendenza da quel soliloquio, dove chi legge ascolta le stesse cose che egli stesso potrebbe dire e scrive le stesse cose che potrebbe ascoltare da chiunque. I social media spesso veicolano aspettative disattese, le quali, piuttosto di creare una spinta, cristallizzano in un qualcosa di vuoto che disumanizza e aliena.
















Buonasera Aldo Salvini. Proprio oggi leggevo un’intervista, l’argomento era: umiltà e/o mediocrità. Grande differenza tra i due concetti. I social, se non usati con criterio, portano alla mediocrità, al volare basso, a non avere coraggio, nè paura. Mio pensiero, ovvio, non condivisibile. Temo sia questo l’obiettivo, portare le persone ad accontentarsi, a non fare fatica, a non scegliere un libro. Essere umili e puntare alto. I giovani lo sanno? Qualcuno lo ha spiegato loro? Grazie di questo suo contributo.

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