Il mondo digitale necessita di nuove teorie
Attualmente sono in aula con Genitori Digitali, un progetto che parla ai genitori in azienda e che tratta il tema delle nuove tecnologie e del rapporto che i più giovani hanno con esse. È un tema che tocca nervi scoperti e che permette un livello di profondità nel dialogo e nel confronto che in aula non sempre è scontato.
Tanti sono i paradigmi che emergono, tante le preoccupazioni dei genitori, ma quello che maggiormente affiora è una difficoltà nell'interpretare il mondo digitale alla luce di quello che esso è. Troppo spesso, lo si legge in riferimento a quello che è stato prima del web 2.0, ritrovandosi a utilizzare vecchie teorie per nuovi fenomeni.
Studio (e vivo) il tema ormai da sufficiente tempo per rendermi conto che le teorie andrebbero cambiate - o per lo meno messe in discussione. Non è più possibile rispondere alle domande che il digitale ci pone, utilizzando risposte analogiche.
Un esempio su tutti: i social media vengono spesso accusati di non permettere lo sviluppo dell'intelligenza emotiva e di limitare l'empatia tra le persone. Ma se fosse la teoria dell'intelligenza emotiva a non adattarsi ai social network? Se andasse formulata una nuova teoria per spiegare le relazioni interpersonali online?
Pongo una provocazione, ma è per spiegare come spesso la visione negativa che abbiamo nei confronti delle nuove tecnologie, è data dall'interpretarle (e valutarle) alla luce delle teorie analogiche che ci hanno accompagnato più o meno dall'Illuminismo (per essere buona) ad oggi. Forse, il digitale ci sta chiedendo di utilizzare una nuova chiave interpretativa. Forse, ci sta chiedendo costrutti teorici originali.
...ci sta chiedendo un cambio di paradigma.
"The answers you get, depend upon the questions you ask." - Thomas Khun
Comandante Air Dolomiti (Gruppo Lufthansa)
7 anniIo la vedo cosi': la tecnologia (in particolare quella digitale, quella degli specialisti) corre, e noi (molti) rimaniamo indietro. Ma ha senso? E' saggio non aspettarci....?