[ IL BALLO DEL FALLITO ]

[ IL BALLO DEL FALLITO ]

Non raggiungere un obiettivo agognato porta ad un bivio

- scegliere di sentirsi falliti

- attivare risorse e potenzialità che ti consentano di rimetterti in gioco.

Scegliere la prima alternativa, porta a collezionare un secondo fallimento.

Descrivere tutti gli ostacoli che si frappongono tra se stessi e la meta, ne fa accumulare un terzo.

Credendo agli alibi, alle convinzioni negative limitanti che si creano per giustificarsi con il mondo esterno, si permette, infine, alla frustrazione di prendere il sopravvento e di castrare le nostre capacità.

Eccolo il ballo del fallito… lo schema che mettiamo continuamente in atto sbriciolando poco a poco le nostre certezze e cucendoci addosso la F di Fallito.

La nostra etichetta.

Non superare un esame, non essere scelti per un lavoro, che la ragazza/o che stiamo conoscendo ci deluda, smettere di parlare con nostro fratello, tornare a fumare quando avevamo smesso, ecc.

Sono tutte situazioni in cui abbiamo fatto degli errori che noi viviamo come fallimenti.

E come reagiamo?

Non so tu, ma io se penso all’espressione “Oddio, ho fallito, sono proprio una fallita!” mi sento schiacciata, incapace di smettere di ballare!

Porre distanza tra me e la situazione in cui ho commesso degli errori dicendomi

“Qui c’è qualcosa che non va, ho fatto un errore!” mi permette di vedere che ho ancora energie per attivarmi, per comprendere quello che è successo e cambiarlo.

«Non ho fallito. Ho solamente provato 10.000 metodi che non hanno funzionato».

Ecco cosa rispose Thomas Edison, il celebre inventore della lampadina, quando gli chiesero perché non si fosse arreso dopo tanti errori.

Cosa fare per uscire dallo Schema del fallimento?

Puoi considerare che:

  • Tu non sei i tuoi errori.

Non definiscono chi sei.

  • Non esiste fallimento, ma solo feedback.

Qualunque azione mettiamo in campo, otteniamo sempre un risultato: se il risultato che otteniamo è diverso da quello voluto, possiamo raccogliere informazioni ed agire diversamente.

Grazie al feedback – “informazione di ritorno” – possiamo imparare, fare del nostro meglio in un successivo momento e, soprattutto, liberarci dall’idea del “fallimento” che ci fa smettere di fare ciò che stavamo facendo, senza concederci più altre possibilità.

  • Il fallimento è un tentativo, un’esperienza nel tuo processo di apprendimento.

Se ti sei sbagliato e hai fallito, riprovarci nello stesso modo non ti aiuterà a ottenere nuovi risultati. Per superare un fallimento definitivamente, bisogna cercare di ottenere risultati. Se Thomas Edison avesse fatto le lampadine sempre nello stesso modo, non sarebbe riuscito a inventarle. La cosa più probabile è che si sarebbe arreso. Se vuoi ottenere cambiamenti, devi agire in maniera diversa.

Per imparare qualsiasi cosa hai bisogno di sperimentarti, prima di trovare il tuo modo, la soluzione più adatta a te. Se in questo momento non hai chiaro cosa vuoi o di cosa hai bisogno nelle tue relazioni affettive, è probabile man mano che fai esperienza tu possa scoprire delle cose di te oppure fare i conti con qualcosa che non ti soddisfa. E questo non è un insuccesso: è la prova che stai scoprendo e imparando a conoscerti sempre di più, e a prenderti ciò che ti fa stare bene.

Ora prenditi un po’ di tempo per rivalutare i tuoi errori. E se diventassero un’indicazione utile per sapere dove vuoi andare? Pensaci!


Ti lascio con il sottofondo musicale che mi ha accompagnata mentre scrivevo questo articolo…


ps. Lo utilizzo anche nelle consulenze…

Curioso? Scrivimi per avere maggiori informazioni.

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