[La relazione è finita (?)]

[La relazione è finita (?)]

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Mia nonna diceva sempre “l’amore nel corso degli anni si trasforma e lascia spazio al volersi bene”.

E’ ancora cosi? Basta questo per stare bene nella coppia? Ci si deve accontentare?

Mi ritrovo spesso, sia in studio che on line a parlare con persone che trascinano i rapporti ben oltre il necessario, pur sapendo che la fiamma dell’amore, dell’amicizia si è spenta e non restano che le braci di un falò che una volta ardeva maestoso e felice.

Perché portare avanti una relazione finita?

Se prima era la società ad imporlo… ora è la paura a guidarci.

La prima paura che colgo è che non vogliamo pensare di aver sprecato tutta l'energia investita fino a quel momento per mantenerlo in vita.

Abbiamo paura, lasciando andare l’altro, di perdere anche una parte di noi stessi.

O forse il tutto si deve alla paura di Come lo prenderà la mia famiglia? Cosa penseranno i miei vicini ed i miei amici? Come posso fare questo ai miei figli? E nel frattempo si vive un’esistenza infelice che trascina la nostra dignità con una relazione che da anni ha perduto la passione .

I rapporti d’amore dovrebbero migliorare la propria vita, e sebbene sia naturale che includano anche qualche esperienza spiacevole, quando sono presenti alcuni segnali importanti di una relazione che sta finendo sarebbe opportuno cominciare ad interrogarsi se sia il caso di interromperla.

Ma come capire se certi segnali siano indicatori della sua fine imminente o dei semplici episodi momentanei?

Quando una relazione sta attraversando un momento particolarmente difficile o ci si rende infelici al punto da domandarsi se stia finendo o se dovrebbe finire, nel profondo del nostro cuore sappiamo sempre quando un rapporto sta per concludersi, solo che spesso preferiamo ignorarlo.

Spesso portiamo avanti le abitudini, gli schemi, le consuetudini per un quieto vivere, per forza d’inerzia, per paura del cambiamento, dell’incertezza, della solitudine, quando in realtà tutto di noi anelerebbe ad un cambio di rotta. A volte barattiamo una futura felicità con un’infelicità ormai familiare e consolidata, per timore di attraversare un periodo di sofferenza connessa all’abbandono.

Ma quando è davvero il momento di lasciarsi? Quali sono i segnali a cui fare attenzione?

RICORRIAMO SPESSO ALL’ESPRESSIONE “SE SOLO..”

In ogni relazione possono esistere dei momenti di transizione, di cambiamento, di necessità di mutare alcuni aspetti, ma se questo clima prende il sopravvento e diventa quello ordinario, forse c’è un problema.

CI SI SENTE PROSCIUGATI DAL PARTNER

In ogni relazione possono verificarsi momenti in cui uno dei partner dà di più rispetto all’altro, ma quando questa modalità diventa sistematica, forse sarebbe opportuno riflettere. Quando ci si sente esauriti dal partner, frustrati, che si ha bisogno di una pausa, magari si tratta di un momento transitorio, risolvibile, di difficoltà, magari, invece, è il segno di un malessere ben più profondo che riguarda l’intera relazione.

Possono rivelarsi utili in tali casi alcune domande: Come mi sento quando sono con il partner? Quali emozioni e sensazioni prevalgono quando sono in sua compagnia? Come mi sento subito dopo che ci congediamo?

NON AVETE PIÙ GLI STESSI DESIDERI, BISOGNI E OBIETTIVI

Innamorarsi, crescere e cambiare insieme. Ma può succedere che si vada in due direzioni diverse.

“ORMAI NON FACCIAMO ALTRO CHE LITIGARE!” LA RELAZIONE È UN CAMPO DI BATTAGLIA!

Se in un rapporto che funziona se si verificano occasioni di conflitto, si finisce comunque con il ricavarne frutti, ne scaturiscono informazioni utili ad entrambi i partner per conoscersi meglio, per sentirsi vicini e per saper gestire la relazione in modo più proficuo.

Quando i litigi, invece, rappresentano il sintomo della fine di una storia, essi sono sostanzialmente la milionesima replica della stessa scena di un film trito e ritrito: anziché sentirsi più vicini, i partner diventano via via due estranei alle prese con una situazione disperata.

DIFFERENZE INCONCILIABILI “COSA TI È SUCCESSO? NON TI RICONOSCO PIÙ!”

Si potrebbe scoprire ad esempio che, oltre alle occupazioni, sono differenti le abitudini, gli amici, i valori, il tipo di educazione e che essenzialmente l’unica cosa che si ha in comune è la consapevolezza di quanto il partner sia diverso.

Poiché in una relazione cerchiamo di soddisfare le nostre esigenze individuali, spesso c’è una notevole discrepanza nella qualità e nella quantità di coinvolgimento che ogni partner è disposto a fornire.

DISTANZA EMOTIVA : “DI COLPO LO SENTIVO DISTANTE, COME SE NON CI FOSSE PIÙ.”

Ci accorgiamo che la persona cui eravamo legati non è più presente quando, invece, cerchiamo un contatto con l’altro ma quello che avvertiamo è soltanto la sua assenza.

E’ come se inibissimo le nostre emozioni e le nostre risorse per usarle altrove; per un motivo o per un altro, inconsciamente decidiamo di limitare ogni contatto con il partner.

Una profonda distanza emotiva indica spesso che non si può tornare indietro nella relazione, che a livello inconscio entrambi i partner si sono già creati una realtà alternativa basata sui propri valori e che hanno smesso di consultarsi sulla creazione di una realtà comune che soddisfi invece le esigenze di entrambi.

Vivere in una fase di stallo non è semplice, è un po' come mettere il pilota automatico e non avere più il controllo di sè e della relazione…

Può diventare un momento decisivo, di svolta della nostra vita se lo utilizziamo come un pretesto per guardare a fondo, per rivedere il modo con cui ci leghiamo, quali ruoli assumiamo nelle relazioni, e di cosa abbiamo più bisogno.

Perché, come sempre, il sapore di un’esperienza non è dato tanto da quello che ti capita ma da come decidi di utilizzarlo per te.

E a te è capitato qualcosa di simile? Ti ritrovi in questa esperienza e vuoi condividere qualcosa o fare una domanda? Sono qui tutta orecchi, e se vuoi essere aiutato a riprendere i comandi manuali e personalizzati della tua vita…

Scrivimi a: psi.crisafulli@libero.it

O chiamami al 3285573306

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