Il brand siete voi: ogni errore si ripercuoterà sul vostro lavoro
E' molto sottile la linea che divide persona e brand. In sostanza, ogni uomo è potenzialmente un brand nel momento in cui si promuove per determinati obiettivi, che possono essere i propri servizi o la ricerca di una posizione lavorativa.
Nella vita, come nel mondo del lavoro, ogni errore lo si paga a caro prezzo. La cosa che tutti dimentichiamo, tuttavia, è che ciò che abbiamo commesso non finiamo di scontarlo passando semplicemente per la Cassa, ma si ripercuoterà inevitabilmente sul nostro futuro e comprometterà anche la nostra immagine e, dunque, la nostra professionalità.
Ecco perché consiglio sempre di mantenere un certo decoro attraverso e sui vostri canali sociali, perché negli anni a venire non sapete cosa vi aspetta e - vivendo ora in un contesto di rivoluzione digitale - i vostri profili social diventeranno parte del vostro stesso curriculum.
Già ora, con sempre più frequenza, mi trovo a discutere con imprenditori che hanno capito quanto sia necessario coinvolgere i propri dipendenti nella comunicazione quotidiana attraverso i social media, rendendoli così partecipi alla causa e motivandoli, professionalmente parlando.
Non è nemmeno un segreto che i recruiter siano diventati dei veri e propri detective, perché ci "spiano" continuamente in rete, col fine di ingaggiare il miglior candidato per il proprio cliente (azienda).
Volete dare la miglior immagine di voi e del vostro brand? Di seguito, i miei primi personali consigli...audio!
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E se aveste altri dubbi, non esitate a contattarmi su Twitter con l'hashtag #askPoz: dal lunedì al venerdì dedicherò mezzora delle mie giornate per rispondere alle vostre domande.
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Co Founder presso ITIMERE S.r.l. Start up innovativa
9 anniHo apprezzato il post ed il commento audio nella loro lampante evidenza quasi disarmante, in effetti sembrerebbe banale la considerazione che occorra un po’ di decoro, facendo attenzione a quello che si scrive in rete perché le tracce non si dissolvono, in realtà la maggior parte delle persone si espone spontaneamente e candidamente pensando forse di essere protette da una sorta di impunità. Io non ho difficoltà ad ammettere di utilizzare i social network per canalizzare un po’ di traffico sul mio blog, ma ultimamente li osservo anche come “spaccato sociologico” in cui sfogare gli istinti più repressi, inondando il web quando va bene di una marea di cani, gatti e simili ed in casi peggiori di insulti verso un malcapitato che abbia espresso un’opinione diversa dalla propria. Quindi ben vengano questi post sul bon ton on line e sulla necessità di mantenere una certa dignità personale…tutto scorre, ma poi si arena sulla riva…