Il Cruccio di un Genitore: La preoccupazione per una nuova generazione poco ingaggiata nell’Azienda di Famiglia

Per molti imprenditori, l’azienda di famiglia è molto più di una semplice attività economica. È il risultato di anni di sacrifici, dedizione e passione, un’eredità costruita giorno dopo giorno con impegno e visione. Tuttavia, quando si avvicina il momento del passaggio generazionale, molti leader si trovano ad affrontare un cruccio che li turba profondamente: il timore che i propri figli o la nuova generazione non siano sufficientemente ingaggiati o interessati a proseguire il percorso imprenditoriale.

Questo timore è tanto diffuso quanto umano. E' il tema di preoccupazione che mi viene manifestato più frequentemente, parlando con l'imprenditore. Sovente la moglie o marito hanno punti di vista differenti e sfumati.

Il genitore spesso si chiede se la nuova generazione comprenda davvero il valore e l’importanza dell’azienda di famiglia. La mancanza di un interesse apparente viene interpretata come una minaccia alla continuità dell’impresa, ma anche come una sorta di fallimento personale. Per chi ha dedicato la vita a costruire qualcosa di tangibile, l’idea che questa creazione possa essere trascurata o addirittura abbandonata è un pensiero doloroso.

Dietro questa preoccupazione, tuttavia, si celano spesso dinamiche complesse. La percezione di disinteresse da parte della nuova generazione potrebbe derivare da una mancata comunicazione o da una differenza di prospettive. I giovani potrebbero percepire l’azienda di famiglia come un vincolo, qualcosa che li limita nella realizzazione delle proprie ambizioni personali. Oppure potrebbero sentire di non avere lo spazio per portare innovazioni e cambiamenti, temendo il confronto con la visione della generazione precedente.

Dall’altra parte, il genitore potrebbe, anche inconsapevolmente, trasmettere un modello di leadership troppo rigido, in cui l’autorità e l’esperienza diventano barriere anziché strumenti di guida. In questi casi, il dialogo si interrompe e il disinteresse percepito si trasforma in un circolo vizioso, rafforzando il senso di frustrazione di entrambe le parti.

Per rompere questo schema, è fondamentale creare un ambiente di dialogo aperto e costruttivo. Il genitore deve essere disposto a comprendere le motivazioni della nuova generazione, esplorando le loro passioni, aspirazioni e timori. Allo stesso tempo, è importante trasmettere loro il significato profondo dell’azienda di famiglia, non solo come un patrimonio economico, ma come un insieme di valori, relazioni e opportunità che possono rappresentare una risorsa straordinaria per il loro futuro.

Un’altra strategia utile è quella di coinvolgere i giovani in modo graduale, offrendo loro ruoli significativi e stimolanti all’interno dell’azienda. Piuttosto che imporre responsabilità dall’alto, è più efficace creare percorsi di apprendimento che consentano loro di scoprire il proprio valore e il proprio potenziale all’interno dell’organizzazione. Questo approccio non solo aumenta il loro senso di appartenenza, ma li motiva a contribuire attivamente alla crescita dell’impresa.

Infine, il supporto di un coach o di un mentore esterno può essere determinante per facilitare questo processo. Una figura imparziale è in grado di aiutare il genitore e la nuova generazione a superare incomprensioni e conflitti, creando un ponte tra visioni diverse ma complementari.

Il cruccio di un genitore nei confronti della nuova generazione è un sentimento naturale, che merita di essere affrontato con sensibilità e apertura. Investire nel dialogo, nel coinvolgimento e nella comprensione reciproca non è solo un atto di amore verso i propri figli, ma anche una strategia concreta per garantire la continuità e il successo dell’azienda di famiglia. Perché, alla fine, il vero valore di un’impresa non risiede nei suoi numeri, ma nelle persone che la animano e nei legami che ne costruiscono la storia.