Passaggio Generazionale - Visione di lungo termine

Passaggio Generazionale - Visione di lungo termine

Oggi ho partecipato all'Unione Industriale di Torino ad un interessante mattinata dedicata al Family Business, un percorso che nasce per supportare le aziende familiari associate.

Questo incontro e quanto illustrato dai relatori mi hanno fatto pensare alla visione aziendale.

Quando si parla di passaggio generazionale, spesso ci si concentra sui successori, sulle competenze e sugli aspetti legali o fiscali.

Eppure, nessuna transizione può avere successo senza una visione aziendale chiara e condivisa. La visione rappresenta il “nord” dell’azienda: una bussola che guida decisioni e strategie, e che deve essere trasmessa da una generazione all’altra, come un’eredità immateriale, ma fondamentale.

Ma cos’è davvero una visione aziendale? Non è solo una lista di obiettivi futuri, né un semplice desiderio di crescita economica. Una visione efficace è l’immagine di ciò che l’azienda vuole diventare, il suo ruolo nel mercato, nella comunità e, più in generale, nel mondo. È il sogno che ispira dipendenti, leader e clienti a credere nell’organizzazione e nei suoi valori.

Per l’imprenditore che si prepara a lasciare l’azienda, definire questa visione significa assicurarsi che il proprio lavoro non venga dimenticato o disperso. Per il successore, invece, accogliere e reinterpretare questa visione è il primo passo per costruire una leadership autentica e credibile.

Nel passaggio generazionale, i rischi legati alla mancanza di una visione condivisa sono enormi. In assenza di una direzione chiara, il successore potrebbe sentirsi smarrito o incerto, mentre i dipendenti potrebbero percepire la transizione come un periodo di instabilità.

Un caso frequente è quello di aziende familiari che, dopo il cambio di leadership, si trovano a perdere il loro posizionamento di mercato. Questo può accadere perché il successore, nella volontà di innovare, rompe con le tradizioni che avevano costruito la reputazione dell’azienda. Allo stesso tempo, c’è il rischio opposto: un atteggiamento troppo conservatore che porta l’azienda a stagnare, incapace di adattarsi alle nuove sfide.

La visione, dunque, è il ponte tra passato e futuro. Permette di mantenere i valori e l’identità aziendale, ma anche di affrontare il cambiamento con un senso di continuità e coerenza.

Definire una visione non è un compito facile, soprattutto per un imprenditore che ha costruito l’azienda nel corso di una vita. Spesso, ciò che per lui è ovvio, può non esserlo per i successori o per i dipendenti. Per questo motivo, è fondamentale tradurre la visione in parole chiare e accessibili, che possano essere comprese e condivise da tutti.

Ecco alcune domande utili per iniziare, che pongo all'imprenditore:

  • Qual è il valore principale che l’azienda vuole offrire ai suoi clienti?
  • Cosa rende questa azienda unica, a suo giudizio, rispetto ai concorrenti?
  • Quali sono i sogni a lungo termine per l’organizzazione (es. crescita, impatto sociale, innovazione)?
  • Come voglio che l’azienda sia ricordata tra 10, 20 o 50 anni?

Una volta identificati questi elementi, è utile formalizzarli in una dichiarazione di visione. Questo documento, breve, dovrebbe riassumere il senso ultimo dell’azienda, fungendo da guida per ogni decisione futura.

Un aspetto cruciale del passaggio generazionale è il coinvolgimento del successore nella definizione della visione. Sebbene l’imprenditore uscente abbia un ruolo fondamentale nel tramandare i valori aziendali, è essenziale che il successore si senta parte del processo. Solo così potrà abbracciare davvero la visione e reinterpretarla in modo autentico.

Il dialogo tra generazioni diventa quindi indispensabile. Ad esempio, l’imprenditore potrebbe presentare la propria visione come punto di partenza, invitando il successore a contribuire con idee innovative. Questo approccio collaborativo non solo rafforza la relazione tra le due generazioni, ma aumenta anche la probabilità che la visione sia rilevante e attuabile in un mercato in continua evoluzione.

Esistono diversi strumenti che possono aiutare l’imprenditore e il successore a definire una visione chiara. Li elenco, ma non sono adatti per tutti gli imprenditori.

  1. Vision Board Creare una vision board è un modo visivo e creativo per rappresentare il futuro dell’azienda. Si tratta di raccogliere immagini, parole chiave e idee che rappresentano gli obiettivi e i valori desiderati. Questo strumento può essere utilizzato anche in team, coinvolgendo dipendenti e collaboratori.
  2. SWOT Analysis Analizzare i punti di forza, le debolezze, le opportunità e le minacce dell’azienda è fondamentale per costruire una visione realistica. Questo esercizio può aiutare a identificare priorità strategiche e a prendere decisioni informate.
  3. Workshop intergenerazionali Organizzare incontri o workshop tra l’imprenditore, il successore e altri membri del team permette di esplorare diverse prospettive sulla visione aziendale.

Molte aziende di successo hanno costruito la loro fortuna su una visione chiara e potente. Penso sovente al motto ideato da Michele Ferrero: "Lavorare, creare, donare", che ha mantenuto il focus della Ferrero sull’innovazione, sulla qualità e sui valori sociali portando la tradizione italiana in tutto il mondo. Oppure ad aziende, che hanno saputo reinventarsi nel tempo, adattandosi a un mercato globale senza perdere di vista l’eccellenza artigianale.

Una visione aziendale forte non solo garantisce la continuità, ma può anche diventare il motore del cambiamento.

Il passaggio generazionale non è solo una questione di eredità materiale, ma di valori, cultura e prospettive. Definire una visione chiara, coinvolgere i successori e costruire un dialogo tra le generazioni sono i primi passi per garantire che l’azienda non solo sopravviva, ma prosperi nel tempo.

Come diceva Antoine de Saint-Exupéry: “Un obiettivo senza un piano è solo un desiderio.”

La visione aziendale diventa il punto di partenza per trasformare il desiderio di continuità in una realtà concreta, capace di durare oltre le generazioni.

Concludo questo articolo con una domanda: “Caro Imprenditore, Qual è il sogno più grande che hai per la tua azienda?”

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