Il futuro "sotto pandemia" secondo gli esperti (sintesi personale)
Non mi è mai piaciuto subire gli eventi ne’ accontentarmi di scegliere fra pareri di altri, spesso contraddittori, su di un determinato tema.
Per questo ho dedicato diverse ore, di questo week end ormai agli sgoccioli, alla lettura on line delle varie fonti, nazionali ed internazionali affidabili, circa il nostro futuro a breve e medio termine, ai tempi del #covid19.
Per fermare questo tremendo virus stiamo modificando radicalmente: socializzazione, lavoro, acquisti, salute, educazione...insomma tutto.
Tutti speriamo che le cose tornino rapidamente come prima, ma ciò che la maggior parte degli esperti dice è esattamente l’opposto: la teoria che prevale, per quello che ho potuto approfondire, è che ci vorranno almeno 18 mesi per normalizzare la gran parte delle nostre abitudini ed alcune non lo faranno mai a meno che non si scelga la strada dell’immunità di gregge, di certo non auspicabile.
In una situazione dove, in sintesi, l’unica difesa certa dal virus, in attesa del vaccino, è che tutti i cittadini facciano il possibile per ridurre al minimo i contatti sociali tutte le attività produttive e lavorative subiranno un duro colpo e sarà necessaria una profonda revisione dei singoli modelli di business ma anche dei ruoli lavorativi individuali.
Anche se, sicuramente, si cercheranno nel frattempo nuove soluzioni organizzative, strategie di mitigazione alternative, innovazioni mediche più veloci del previsto, l’orizzonte temporale in cui dobbiamo prepararci a operare in modalità “covid19” non sarà inferiore a 18 mesi e di questo prima ce ne renderemo conto meglio sarà per tutti.
Abituarsi e organizzarsi per vivere e lavorare in uno stato di pandemia sembra debba essere il nostro prossimo, urgente obiettivo.
Ciò sarà sicuramente sempre più impattante per tutte le aziende produttive e le attività di servizio che si si basano sull’aggregazione di persone: dai ristoranti alle palestre, dai cinema ai centri commerciali, dalle fiere alle strutture sportive, dall’organizzazione di conferenze ai trasporti pubblici e privati, scuole e ovviamente fabbriche. Il tutto “condito” da un extra-stress psicologico e finanziario.
Per certo nessuno, nemmeno gli esperti, sembra sapere esattamente come sarà questo nuovo futuro. Ma si può immaginare un mondo molto diverso da quello che siamo abituati a conoscere con molto più controllo e regole da seguire, lavori che scompariranno per fare posto ad altri che nasceranno, imprese che lasceranno spazio ad altre, forse più solidarietà fra i popoli e le persone, magari più creatività e coraggio nel trovare nuove strade e soluzioni
Il mondo è già cambiato molte volte e questa non è che una delle tante. Tutti noi probabilmente dovremo adattarci a un nuovo modo di vivere, lavorare e forgiare relazioni.
In queste settimane continuerò ad approfondire e a condividere con voi quello che troverò d’interessante.
A questo proposito suggerisco di leggere questo articolo supportato da numerose evidenze nel senso che vi ho descritto di Gideon Lichfield, Editor in Chief al MIT Technology Review.
Chief Executive Officer @ Next Communications Lab | Aiuto imprenditori a digitalizzare la propria azienda in modo pratico e concreto senza perdere tempo e soldi usando le più avanzate tecniche di Funnel Hacker Management
4 anniConcordo Marco ... molti pensano che il 4 maggio si ritorni alla normalità ... non sarà così per 2 motivi a mio avviso ... primo perché come evidente ci vuole tempo per questo forse 12/18 mesi ... ma secondariamente (ma forse più importante) perché l’impatto è stato così violento che alcune cose non torneranno mai più come prima ... alcuni hanno innovato altri stanno innovando ... sento imprenditori colleghi che hanno sperimentato per la prima volta le conference call e sono rimasti stupiti dall’efficienza e dicono che comunque potendo viaggeranno meno risparmiando tempo ... non so quante persone hanno dichiarò di aver fatto nell’ultimo mese il loro primo acquisto su internet ... potrei continuare .... NULLA SARÀ COME PRIMA ... se questo è un bene o meno dipende dalla capacità insita in ognuno di noi di trasformare la minaccia in una opportunità
Co-fondatore presso 22QB S.r.l.
4 anniCome sempre bisogna evolversi, cercare nuove strade, cambiare pelle, rimettersi in gioco. Il mio parere è che i cambiamenti portano nuove possibilità. Lavoriamo per coglierle. Un abbraccio Marco e grazie per gli spunti di riflessione.
Nulla da dire
4 anniCiao Marco quando tu dici :”Tutti speriamo che le cose tornino rapidamente come prima” Non sono d’accordo Con te . Se tutto dovesse Tornare come prima ci ritroveremmo più velocemente di prima nelle stesse identiche condizioni di prima ;se non peggio.CREDO CHE LE COSE DOVREMMO FARLE CAMBIARE DRASTICAMENTE E SUBITO DOPO CHE L’EMERGENZA SIA FINITA ;perciò we don’t go back to normal come dice L’articolo da te proposto In più A volte purtroppo gli eventi si subiscono ,e un dato di fatto, ma sta all’intelligenza individuale nel saper trarre profitto intellettuale e vantaggio . in conclusione anche in questo non si possono fare gli stessi errori di prima .