Digitalizzazione e Start Up innovative viaggiano di pari passo anche nel farmaceutico.
Recentemente ho postato, qui su Linkedin, un breve contenuto dedicato allo Start Up Village di Cosmofarma dove, come Zentiva, abbiamo adottato una delle start up presenti (www.farmaiuto.it) con l’impegno di garantire, ai giovani founders / farmacisti, un supporto di esperienza e competenza per il loro sviluppo.
Nell’occasione, ho accennato al tema Digitalizzazione e Start Up nel mondo della farmacia anticipando che ne avrei parlato in seguito, più approfonditamente. Il numero di messaggi sul tema ricevuto in pochi giorni, sul mio profilo Linkedin, oltre ad avermi onestamente un po’ sorpreso, mi spinge a dare velocemente seguito alla mia promessa.
In realtà questo interesse dei farmacisti, non necessariamente giovani, su temi legati ad innovazione e cambiamento, mi stimola perché sintomo di una categoria che vuole rinnovarsi e adeguarsi ai tempi (pur nel rispetto del ruolo e dei criteri cardine della professione) ma, anche, della necessità di nuove opportunità professionali per chi, oggi, trova un mercato del lavoro “tradizionale” poco ricettivo.
In questo articolo vorrei, per cominciare, raccontare un po’ di me e di quali sono le esperienze maturate nel campo del mondo digitale e delle Start Up. In questo modo, chi mi segue, spero non avrà la sensazione di seguire gli sproloqui dell’ennesimo “fuffologo”.
In base alla mia esperienza, innovazione digitale e start up sono strettamente collegate. Infatti, in qualsiasi settore si sviluppi la prima, questa rappresenta una vera e propria rivoluzione perché permette, a qualsiasi attore di quel mercato, di ridisegnare i processi di produzione o di erogazione di servizi/prodotti nonchè le relative modalità di fruizione dei suoi utenti (pensate a mercati come quello della musica, dell’editoria, della mobilità etc.). La conseguenza è, non solo, il cambiamento radicale delle abitudini delle persone nel modo di approcciarsi ad un certo settore, ma anche la creazione di un nuovo “ambiente di mercato” dove nuove entità produttive ad alto tasso imprenditoriale, che partono prevalentemente “dal basso”, trovano il loro ambiente ideale per svilupparsi: le cosiddette Start Up.
La loro missione è “semplicemente” individuare un bisogno irrisolto, trovare una soluzione efficace praticabile e metterla in esecuzione in modo efficiente tramite un prodotto o un servizio. Questo, in massima sintesi, è l’obiettivo di una qualsiasi start up che vede la luce.
La mia passione e dedizione al digitale e come conseguenza naturale, per quanto detto poc’anzi, al mondo delle Start Up nasce sin da ragazzo e le ho perseguite continuativamente negli ultimi 30 anni, integrandole ovviamente con la mia professione principale di manager del farmaceutico.
Ho avviato il mio primo progetto in campo digitale, dopo diversi mesi di studio, all’incirca nel 1979, quando ancora ho creato il mio primo sito Internet di approfondimento sul farmaceutico utilizzando la piattaforma Angelfire, allora leader di mercato.
ndr - incredibile ho trovato ancora on line una pagina web che mi cita anche se non è più on line da lustri :-),
Dopo qualche anno di esperienza ed esperimenti in campo digitale, in un percorso per me naturale, ho provato a convertire un’idea in impresa (allora il concetto di Start Up non esisteva..).
Nel 2001, mi ero da un po’ trasferito in Puglia per lavoro, ho fondato, con i “soliti amici dell’università”, una start up digitale che vendeva on-line, in tutto il mondo, prodotti tipici pugliesi e si chiamava “Made in Puglia” (li ho imparato che scegliere le persone giuste, per fare impresa assieme, è la prima cosa giusta da fare soprattutto per chi, come me, investe tempo e/o denaro ma non può essere parte operativa). Un ‘ottima esperienza, con la Società entrata nelle prime 5 del genere, in varie classifiche dove, la prima, era sempre Esperya del precursore A. Tombolini (che andai a trovare, prima di iniziare per capire come aveva fatto, presso la sua sede nelle Marche.
Qui le foto del periodico economico Italia Oggi, del Dicembre 2001, con Antonio in prima pagina ed io, in un’intervista all’interno, come referente di un progetto di successo, assieme ad altri founders presenti in una delle tante classifiche dedicate all’e-commerce. NB. il sito si chiamava Made in Puglia e non Made in Italy come erroneamente descritto in calce alla mia foto.
Grazie a questa predisposizione e la pratica negli anni, sono diventato sicuramente un manager aziendale decisamente migliore perché ho maturato un approccio imprenditoriale che è stato una delle chiavi di successo della mia attività di executive e, spesso, delle aziende per cui ho lavorato fino ad oggi.
Ma ho anche beneficiato e, beneficio tuttora personalmente, di esperienze e conoscenze che altrimenti non avrei mai potuto aggiungere al mio bagaglio:
- Interagisco continuamente con persone eccellenti nei più svariati settori;
- Imparo tanto e “devo” restare sempre aggiornato studiando e ascoltando chi ne sa più di me
- Ho contribuito e contribuisco allo sviluppo di start up imparando come funzionano in ogni loro parte e dinamica (e per fortuna alcune con exit “interessanti”)
- Ho imparato a mettere in esecuzione buone idee, mie e di altri
- Ho patito, seppur educativi, gravi fallimenti (perso tempo e/o parecchi soldi), abituandomi a considerarli parte del percorso verso il successo
- Seguo settori diversi dal mio (il farmaceutico), traendo sempre nuovi spunti e pratiche eccellenti da rielaborare e utilizzare
- Ho imparato ad organizzare il mio tempo (che dormendo poco per natura è comunque parecchio superiore alla media) in modo super-efficiente e seguendo meticolosamente le priorità con un processo ormai automatico si semplificazione e scrematura
- Ho imparato a scegliere le persone giuste (ancora adesso però ogni tanto prendo cantonate) partendo dalla passione per quello che fanno, la determinazione nel riuscire, la responsabilità verso il team e poi ovviamente le competenze.
Per queste ragioni sono contento di essere sempre stato portato "per natura", sin dall’inizio, ad investire spesse volte tempo e qualche volta anche denaro, in start up interessanti, magari rischiose (non necessariamente digitali o pharma) o, in alternativa, a fungere da mentore per founders in gamba e determinati che necessitavano di qualche suggerimento ed un po’ di esperienza per mettere in esecuzione la propria “buona idea”.
Tante sono state le esperienze digitali in questi anni; per esempio, pochi sanno che il dominio www.equivalente.it, l’attuale portale di Assogenerici, è stato da me registrato (a titolo personale) una notte del 2006 e poi, dopo alcuni anni di utilizzo come portale aziendale nelle società per cui ho lavorato (cui lo avevo trasferito gratuitamente), una di queste lo ha ceduto con profitto alla suddetta Associazione. Cosi come www.wikipharm.it, la App che consente di trovare il farmaco equivalente del relativo brand, è nata da una idea condivisa, e poi ottimamente eseguita, con l’agenzia che l’ha poi sviluppata.
D'altro canto ho aiutato e aiuto, periodicamente, Start Up innovative a mettere le basi migliori possibili per avere successo (alcune sono cresciute altre sono sparite) e ho suggerito ed accompagnato progetti nei settori più disparati come farmacia, distribuzione alimentare, mobilità alternativa, energie rinnovabili fino a contribuire di recente, investendoci anche qualche euro (mio) ad un certo punto, al rilancio e digitalizzazione di uno stabilimento balneare con ristorante, vicino alla zona in cui sono nato (Liguria). L’ultimo investimento personale, poche settimane fa, è l’acquisto di qualche quota in “Start Up Italia”, il nuovo progetto di Marco Montemagno e Co. (la raccolta attraverso crowdfounding maggiore di sempre in Italia) con il principale obiettivo di imparare ancora qualcosa di nuovo (al di là della possibile interessante exit futura).
Avere a che fare in qualche modo con una Start Up, in fondo, è il miglior corso di formazione possibile per imprenditori e managers. Tutta questa esperienza, ora, mi torna utilissima visto il trend in costante crescita che vede prendere sempre più piede, anche se con grave ritardo rispetto ad altri settori, la cosiddetta “digital transformation” in ambito salute e pharma.
Nei prossimi articoli e post cercherò, fra le altre cose, anche di spiegare cosa ho imparato in questi anni per consentire, a chi lo vorrà, di applicarlo e sperimentarlo nella propria attività. Come sempre risponderò ad eventuali domande su questo ed altri temi qui su Linkedin.
Head of E-commerce & Resp. Marketing Gruppo Farmacie Italiane - Farmacialoreto.it | 7 years in Crypto and 13 years in E-commerce & Digital Marketing | Omnichannel retail manager
5 anniDiciamo che nonostante le performance "apparentemente" brillanti che hanno segnato il 2018 in termini di vendite on line (siamo sempre tra gli ultimi in Europa per vendite on line nel settore salute e benessere) per il canale farmaceutico, trovo sul campo ancora poca cultura digitale e propensione all'innovazione da parte di imprese ed attori del comparto, tante paure etico/culturali legate ad un business rimasto statico negli ultimi 30/40 Anni che zavorrano farmacie e farmacisti, i presupposti per il mercato si sono creati adesso ci vuole la spinta che faccia partire in maniera concreta il processo di trasformazione.
Un desiderio di voler evolvere da parte della categoria che percepisco molto più diffuso di quello che mediamente riteniamo come "addetti del settore"... Sono, invece, ancora poche le aziende che cercano di creare cultura e valore in farmacia accompagnando il farmacista in questo momento di transizione