Il giorno in cui ho scoperto di essere avaro

Il giorno in cui ho scoperto di essere avaro

La tecnologia non è buona o cattiva, lo diventa nella misura in cui ci lasciamo dominare da essa. È indubbio che oggi abbiamo possibilità mai avute prima d’ora nella storia. Tuttavia mi sembra che la maggioranza delle persone ne sia soggiogata più che avvantaggiata.

Tutti possediamo e siamo in grado di utilizzare gli smartphone con cui è semplice mettersi in contatto con una o mille persone, che ci permettono di informarci o delegare compiti di memorizzazione, effettuare calcoli e prenotare biglietti aerei o di hotel, gestire il conto corrente, pagare un taxi e attivare l’antifurto in casa. Eppure la maggioranza lo usa per imitare gli altri, per investire il prezioso tempo soprattutto nelle applicazioni di intrattenimento sociale, per ottenere nuove forme d’ansia, sentirsi inadeguata o spinta a consumare di più. Il tutto, perché lo fanno gli altri, per adeguarsi alla società o per non aver mai tentato di avere idee proprie e non averle sapute sostenere.

“Dal momento che il 95% delle persone sono imitatori e solo il 5% di iniziatori, le persone sono persuase più dalle azioni degli altri che da qualsiasi prova che possiamo offrire” – Robert Cialdini

Sto tentando in questi anni di giocare con il fuoco senza bruciarmi. Quando mi rilasso guardando i social network conto mentalmente i secondi che mi impegnano, perché mi sono reso conto che sto mangiando le patatine fritte sul tavolo della mia libertà di giudizio. Le patatine fritte sono molto buone, ma assunte in eccesso anche altamente tossiche e contaminanti.

“Credo sia una caratteristica molto tenace della natura umana che, se vi circondate di persone con la vostra stessa mentalità, finirete per pensare versioni più estreme di quello che pensavate prima” – Cass Sunstein

Ho finito col domandarmi dove finisce l’opportunità e inizia il costo e mi sono scoperto avaro.

Claudia Angera

Comprendere la coerenza dei piani di investimento con le esigenze e gli obiettivi. Da dove si inizia? Innanzitutto, dal conoscersi. Poi, da un’analisi obiettiva professionale efficiente della tua posizione finanziaria

3 anni

Bella questa metafora delle patatine fritte 🍟, mi riporta in mente un’altra che alcuni commerciali usano per “istruire” alla vendita in un settore dove la vendita non può essere al primo posto. Quelli usano il metodo della cottura delle 🍟 ovvero quando l’olio è alla temperatura giusta per dire, ecco il momento di “far scattare e chiudere il cliente”, metodo qui solo parzialmente corretto …

Roberto Borgia

Sales & marketing manager - "Ai clienti ci devi voler bene" | 📚bookpusher 📚| on the way to a flux mentality | fondatore della community su Linkedin Il Club del libro

3 anni

effettivamente molte persone sembrano "schiave" piu che padrone del proprio smartphone o tablet, e prima che qualcuno possa pensare che il mio sia un giudizio sugli altri dico subito che questa è un'osservazione empirica della realtà che mi circonda, realtà di cui faccio parte in prima persona. Questo weekend mi sono imposto un'astensione quasi totale dai social, mezz'oretta ieri e altrettanto oggi, e debbo dire che non si sta affatto male. Anzi... passo e chiudo

Maria Boscarato

Branding & creative thinking

3 anni

io credo che più che un limite di tempo di esposizione sia utile darsi un limite nel numero di pagine senza valore da seguire. Io ad esempio seguo 3/4 stupidaggini, il restante sono pagine di contenuti con molto valore. Diciamo 3/4 junk food contro 95/96% healthy, molto molto healthy. Naturalmente Riccardo sta in questi ultimi eheh.

Milena Screm

Porto alla luce le tue risorse interiori, per potenziare la tua realizzazione personale e professionale, con metodi pratici e comunicazione efficace. | Counselor Supervisor Trainer, BreathWork & Mindfulness Master.

3 anni

Idem, Paperon de'Paperoni. Fondamentale riflettere sul COME (utilizzo), oltre che sul COSA (tecnologie). Grazie Riccardo Scandellari.

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