Il lusso di saper delegare

Il lusso di saper delegare

La capacità di delega: un lusso che è importante prendersi

Occupandomi di competenze conversazionali di lusso, so bene quanto la responsabilità, il problem solving tempestivo e l'eccellenza del servizio siano fondamentali per prestazioni professionali di alta qualità. Nel settore dell'accoglienza di lusso, ad esempio, la cura di ogni dettaglio, dal benvenuto degli ospiti al loro comfort continuo, richiede molta attenzione, precisione e controllo. Di fronte all'utilizzo di tanti standard di qualità, la mancanza di delega può portare a un sovraccarico di compiti e a un distacco progressivo dal proprio lavoro, che rende alieni. Un leader alieno, ad esempio, è colui che cerca di mantenere il controllo su tutto, cadendo in un eccessivo centralismo, che genera stress, nervosismo e isolamento. Questo atteggiamento, alienato e alienante, rapisce la persona, la conduce altrove, lontana dalla sua umanità, in cui coltivare una visione strategica sostenibile, che includa il suo team e la sua vita, extra-lavorativa. Con l'aumento della tensione, infatti, cresce anche il rischio di conseguenze negative sul benessere e la salute personale e sociale, a tutto tondo.

I vantaggi di una delega efficace

Certo, sapersi prendere il lusso di delegare presuppone un certo sforzo. Tuttavia, permettersi di godere dei benefici di una tale pratica, aggiungendola all'interno delle proprio repertorio di strumenti lavorativi, risulta un bene prezioso. Un manager che sa delegare è in grado di essere disponibile, mette le persone al centro del suo operato mettendosi, a sua volta, al centro. In questo modo, anche la sua identità pubblica cambia, si umanizza, garantendo il suo contatto con la terra, all'interno di un servizio di cui è parte poiché, come tutto il personale, anche lui ha l'autonomia di agire prontamente e con sicurezza senza perdere l'interdipendenza con il suo ambiente.

Un buon esempio di questo è il team di concierge di un Hotel 5 stelle, che può gestire richieste esclusive degli ospiti senza attendere approvazioni, sapendo di avere la fiducia del proprio leader.

D'altro canto, non riuscire a delegare porta a un sovraccarico di compiti, rallenta i processi decisionali e rischia di compromettere la qualità del servizio.

In un ambiente di lusso, dove le aspettative sono alte e il margine di errore è minimo, il rischio di fallire a causa di un controllo eccessivo può costare caro, sia in termini di esperienza del cliente che di reputazione.

Strategie per una delega efficace: due strumenti chiave

Per arrivare a progettare la propria strategia di delega, esistono numerosi strumenti tecnici. Qui di seguito ve ne propongo due, classici, che possono fare la differenza se utilizzati in chiave conversazionale.

  1. La matrice di Eisenhower (o di Covey) per la gestione delle priorità: Questo strumento aiuta a distinguere ciò che è urgente e importante da ciò che può essere delegato o eliminato. Attraverso questa matrice, il leader può decidere quali attività gestire in prima persona, quali rinviare, quali delegare e quali semplicemente smettere di fare.
  2. La Teoria Situazionale di Ken Blanchard: Questo modello mette in relazione lo stile di leadership con la competenza e la motivazione dei collaboratori. Utilizzandolo, un manager può adattare il suo stile di leadership a seconda del livello di esperienza e della fiducia del collaboratore, scegliendo in modo più consapevole chi può prendere in carico determinate responsabilità.

Preparare il terreno per una delega strutturata

Delegare non è solo un'azione tattica ma anche strategica. Non si tratta solo di dividere una torta ma di considerare gli appetiti e i metabolismi di tutti i commensali. La delega è una vera e propria cultura da coltivare all'interno del team che presuppone numerose conversazioni previe, in itinere e successive. È fondamentale che il delegante conversi con se stesso e con il delegato, rispetto a obiettivi, risorse, limiti, opportunità e minacce professionali e personali. Altre conversazioni riguardano il sistema che accoglie la delega, il resto del team e la direzione ad esempio, in modo da preparare il terreno e creare sinergie per le operazioni di base e straordinarie, i momenti di follow-up e di valutazione finale. La cura del proprio ambiente conversazionale è fondamentale per qualsiasi leader che voglia utilizzare la delega per continuare a essere umano, genuino, fare da mentore e coltivare il talento presente in azienda. Solo così la delega diventa una strategia visionaria e non un semplice scaricabarile. La delega è molto di più di una tattica operativa, quando aiuta a crescere professionalmente, innescando logiche di sostituibilità che lascino emergere il potenziale del team e, quindi, del leader.

Gli ostacoli psicologici alla delega

Proprio perché delegare non è solo una tecnica, è importante inquadrare il suo utilizzo all'interno di un sistema di competenze conversazionali di lusso, di cui trovate un approfondimento nel mio recente LinkedIn Live. Molti leader, ad esempio, sanno come delegare e non riescono a farlo o a farlo in modo soddisfacente, perché non riescono ad allentare il controllo. Questa mancanza è dovuta ad un ristagno conversazionale che mantiene integre quelle paure legate alla perdita di potere, al rischio di errori o alla sensazione di essere indispensabili. Per associare la delega a nuove forme di controllo, diverse e maggiormente efficaci, risulta fondamentale cambiare conversazioni in modo da rivelare le proprie credenze irrazionali e ingenuamente rassicuranti. Per questo, all'interno della proposta formativa sulle 𝗟𝘂𝘅𝘂𝗿𝘆 𝗖𝗼𝗻𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮𝘁𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹 𝗦𝗸𝗶𝗹𝗹𝘀, ad esempio, è incluso un percorso di Coaching Ontologico. Il coaching come relazione di aiuto pragmatica, che permette alla persona di trovare nuove possibilità fatte su misura per lei, nutre la fiducia di elementi concreti e non solo di parole. In questo modo, l'uso di qualsiasi strumento di delega appreso diventa effettivo attraverso i progressivi risultati ottenuti sul campo. Questa sinergia tra sapere, saper fare e saper essere, alimenta il coraggio e la soddisfazione del leader che inizia a relazionarsi con la paura invece di evitarla.

E tu, come la risolveresti?

E tu, qual è il tuo livello di alienazione? E il tuo livello di umanità? Quali conversazioni nutrono il tuo processo di delega e quali lo ostacolano? Quanto lusso ti permetti e quanto ne ottieni?

Lascia il tuo commento o raccontami la tua esperienza. La prossima settimana ti svelerò cosa ho imparato a delegare e quale lusso ho deciso di permettermi!


Alessia Di Norcia

Regional Director of Reservations Italy presso Rocco Forte Hotels

1 mese

Grazie Gilberto per questa opportunità di riflessione!

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