Il Ministro Santanchè, è la massima espressione di una visione incoming-centrica del turismo italiano.
La recente costituzione del nuovo governo Meloni, e in particolare la riconferma di un Ministero dedicato al Turismo con tanto di portafogli, potrebbe essere accolto come un segnale positivo della politica rispetto al comparto turistico. Tuttavia non si può certo dire che il neo ministro Santanchè abbia goduto di un caloroso benvenuto da parte di associazioni e singoli professionisti, incluso il sottoscritto, che non hanno mancato di sottolineare che per l'ennesima volta si è persa l'occasione di affidare questo importante Ministero a un tecnico, o comunque “a persona informata dei fatti”. Non tutte le critiche però sono giustificate perché alcune di esse poggiano su una ignoranza di fondo che suggerisce che il criticante non sappia, o faccia finta di non sapere, quali sono le vere regole del gioco. Se davvero pensiamo che un singolo Ministro possa fare la differenza, non facciamo buon uso dello scotto che tutti noi abbiamo pagato durante la pandemia. Anche i Movimenti e le Federazioni più o meno strutturate e più o meno rappresentative che si sono sedute al tavolo dell'ex ministro Garavaglia, avranno certamente compreso quelli che sono i perimetri entro i quali finisce un doveroso ascolto delle problematiche da risolvere e quando invece inizia la legittimazione politica e tecnica necessaria alla risoluzione degli stessi. La verità è che il Ministro Santanchè, è la massima espressione di una visione incoming-centrica del turismo italiano. Una visione che accomuna non solo i politici ma anche i media e persino le maggiori associazioni che rappresentano l'ospitalità italiana. Prendere atto di questo è un primo passo verso la risoluzione definitiva non dico di tutti i problemi collegati al turismo ma quantomeno dei principali ostacoli che fino ad oggi hanno reso impossibile la comunicazione fra le diverse componenti a danno di tutto il comparto. D’altro canto, è anche vero che le esigenze di queste due facce della medaglia sono assai diverse e spesso incompatibili. L'attività del Ministero del Turismo è sempre stata concepita come fonte di denaro pubblico da investire in promozione del nostro territorio. Attività peraltro mai realizzata compiutamente per via di una serie di altre contraddizioni: innanzitutto la specificità di ogni Regione Italiana che ha giustamente budget dedicati, target di riferimento diversi e di conseguenza obiettivi eterogenei; in secondo luogo il turismo ricettivo ha per sua natura moltissime sfaccettature che coinvolgono direttamente o indirettamente moltissimi altri settori economici. Non è un caso che in passato questo Ministero sia stato accorpato a quello dello Sport, a quello della Cultura, persino alle Politiche Agricole. Dunque penso sia una battaglia persa continuare a reclamare un ruolo dell' outbound all'interno del Ministero del Turismo. La Verità è che non ci serve avere una rappresentanza all'interno di questo Dicastero che deve occuparsi di promuovere l'Italia. Il turismo outbound coinvolge tutta la filiera non trascurabile dei tour operator, delle agenzie di viaggio, e di quella che in mancanza di un codice Ateco facilmente riconoscibile abbiamo voluto chiamare filiera integrata del turismo (intendendo fra questi, tutta la rete dei consulenti commerciali, le società di management, le assicurazioni del turismo ecc). Le necessità di questo comparto sono dunque ben diverse da quelle di chi deve riempire le camere degli alberghi italiani, i musei e i ristoranti del Belpaese. L’outgoing necessita in particolare di un riconoscimento giuridico e quindi di una ristrutturazione dei codici Ateco che possano dare alle imprese che vivono di turismo, ma che oggi non sono riconducibili amministrativamente a tale mondo, la riconoscibilità di cui hanno bisogno per poter essere rappresentati e difesi nel momento del bisogno. Covid docet. Questa è un'attività tipica del Ministero delle Attività Produttive o del Ministero dell'Economia. Poi c'è il tema legato all'assistenza e alla tutela che il nostro Governo deve assicurare agli operatori che portano gli italiani all'estero in vacanza quando si creano situazioni di emergenza di carattere naturale o politico. In questi casi già oggi è la Farnesina, non certo il MiTur, che si occupa del problema. Probabilmente potrebbe farlo assai meglio se avesse al proprio interno una squadra dedicata con competenze e deleghe specifiche che hanno a che fare con il mondo del turismo. Dunque, la mia proposta è semplice: lasciare andare una volta per tutte il Ministero del Turismo affinché possa occuparsi della promozione del nostro Territorio, finalmente libero dall’onere dell’ascolto delle rimostranze delle altre realtà. Dall'altra parte però garantire agli altri Ministeri sopracitati le deleghe e le squadre di lavoro qualificate per fornire assistenza alle imprese italiane impegnate nel difficile compito di portare gli italiani all'estero recuperando market share perduti durante il covid. Basti pensare alle scellerate chiusure di intere porzioni di mondo che solo gli italiani non potevano raggiungere durante l'emergenza pandemica e che hanno causato una enorme perdita di forza contrattuale da parte degli operatori italiani rispetto ai fornitori di quei Paesi che a loro volta, per sopravvivere, hanno dovuto riposizionarsi, stimolando altri mercati che oggi tendono a tutelare più del nostro. Esempi di questo si possono trovare facilmente alle Maldive, Zanzibar e in molti altri paradisi esotici dove oggi gli operatori italiani fanno fatica a trovare un prodotto con un corretto rapporto qualità prezzo da proporre al mercato italiano. Il Turismo italiano è un rarissimo esempio in cui la divisione fa la forza.
Emanuele Nasti - General Manager HTMS INTERNATIONAL
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2 anniOttimo articolo di Riflessione che condivido al 100% . Turismo in Italia da sempre per i non addetti ai Lavori soprattutto Politici e’ solo Sinonimo di Incoming ..
Hospitality and Tourism professional with international achievements at executive level. Licensed Tour Director.
2 anniContributo molto chiaro e illuminante. Grazie!
Fondatore, socio e d.g. Felix Travel srl
2 anni"Il Turismo italiano è un rarissimo esempio in cui la divisione fa la forza." Trovo la frase geniale. Nel nostro mondo - fin'ora - lamentiamo di non essere ascoltati o compresi semplicemente perchè il paziente con gamba rotta insiste a chiede assistenza ad un pneumologo o ad un dentista...e il disagio, la frustrazione aumenta. Quello che ho letto nell'articolo merita l'attenzione di tavoli a palazzo e la ringrazio per averlo espresso così chiaramente.
Ospitalità sostenibile | B-Leader | Consulente | Formatore
2 anniOttima analisi Emanuele, finalmente un punto di vista alternativo. Complimenti!!
Titolare presso Agenzia di viaggi Dolcemare
2 anniFinalmente qualcuno che non tira le somme a caso ma analizza e critica in modo molto costruttivo e propositivo. Ottimo articolo, grazie!!!!!!