IL MIO DELICATO RUOLO DA COACH NEL PASSAGGIO GENERAZIONALE
Passaggio generazionale

IL MIO DELICATO RUOLO DA COACH NEL PASSAGGIO GENERAZIONALE

Non è solo un problema fiscale o economico od organizzativo e neppure comunicativo fra padre e figli. Il passaggio generazionale è l’insieme di tutte queste cose.

E’ il delicato momento in cui un imprenditore, dopo una lunga permanenza all’interno della azienda, decide di traghettare ruoli e responsabilità ai figli, o a una persona da lui delegata.

Passaggio non sempre semplice e non sempre di successo, sono infatti meno della metà le aziende che ci riescono con successo. A dirlo le statistiche.

Solo 1 azienda su 4 arriva alla seconda generazione e 1 su 6 alla terza. In Italia 9 imprese su 10 sono famigliari e sviluppano l’80% del PIL. Possiamo dire che le imprese familiari condizionano l’economica del Paese.

Il passaggio però inizia molto prima di quando l’imprenditore passa il testimone. Di fatto inizia quando prende consapevolezza che per lasciare deve prima istruire, formare e preparare chi lo seguirà.

Spesso però questo non succede o avviene solo parzialmente lasciando impreparato il management e tutte le persone con potere decisionale, coinvolte.

In questo processo infatti non vanno dimenticati i collaboratori più vicini al board, parte integrante della vitalità della stessa azienda.

Aiutare gli imprenditori in questa delicata fase della loro vita, significa concentrarsi sulla intima motivazione che li spinge a lasciare il ruolo di guida.

Senza questa consapevolezza, non c’è passaggio efficace. Talvolta è solo detta a parole ma non trasformata in comportamenti. Ed è così che il passaggio si blocca, inevitabilmente.

Poi c’è un aspetto economico. Anche se a prendere il comando sono spesso gli eredi e il prezzo da pagare è simbolico, la moneta che viene usata per ripagare il titolare non è finanziaria ma umana: fiducia, rispetto, attenzione. Valori che chi subentra deve tenere ben presenti se non vuole distruggere un equilibrio, funzionale fino a quel momento.

Il tempo, in questo processo, ha un ruolo chiave. Il passaggio generazionale non è una vendita, un processo negoziale, ma uno scambio di intenti che subentra deve saper dimostrare. Nel rispetto dei valori di chi lascia, ma con l’indipendenza decisionale di chi subentra.

Altro aspetto che non va sottovalutato è la motivazione di chi subentra. Spesso data per scontata, e poco indagata. Difficile per un imprenditore che ha messo su un’azienda, accettare che quel valore non sia lo stesso per chi eredita.

Vien da sé che se le motivazioni mancano, il passaggio è destinato a naufragare.

Una parte rilevante del lavoro del Coach è l’attenzione alla relazione fra le diverse parti coinvolte. E’ importante saper gestire un cambiamento. Complesso e significativo.

Non c’è una formula prestabilita, applicabile in modo standard. Non ci sono soluzioni preconfezionate, non ci sono regole generali a cui attenersi.

Il Coach esperto di passaggi generazionali è fondamentale per guidare e sostenere un cambiamento tanto significativo, per aiutare le persone coinvolte nello sviluppo autonomo delle proprie potenzialità in coerenza con quelli che potranno essere gli obiettivi dei singoli Coachee.

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