Il ruolo delle persone nell' era digitale

Il ruolo delle persone nell' era digitale

Fabbrica 4.0 cosa rappresenta oggi per le piccole medie industrie del settore calzaturiero?

 È una innovazione su misura, che si diffonde per innesti parziali.

Si punta alla simbiosi tra industria e artigianalità, ad un ibrido che potremmo definire di artigianalità aumentata.  Ne può emergere un modello di impresa nuovo, all’incrocio tra una manifattura che si terziarizza e un mondo del terziario che tende ad assumere metodi, culture, saperi una volta tipici dell’industria. Un passaggio certamente selettivo, perché ciò che indichiamo con l’etichetta di “4.0” va visto al di fuori di qualsiasi determinismo tecnologico, come la necessità di incorporare nella propria “ragnatela” del valore nuove funzioni e saperi. Saperi, cultura, antropologia dell’imprenditore, la sua capacità strategica di incorporare e innestare nuovi saperi e persone, appaiono le variabili determinanti. (Aldo Bonomi Il sole 24 Ore)

Parafrasando Adriano Olivetti “saranno i valori spirituali, che sono eterni, a guidarci nel cambiamento”. Nell’ epoca del cambiamento informatizzato e tecnologico, in un mondo digitale, esperenziale e combinatorio (Marco Girardo) qual è l’ investimento che oggi ha senso fare?

In ogni azienda ci sono tre aspetti da indagare:

capitale umano, capitale relazionale e capitale fiduciario, ovvero la sostenibilità, che va intesa non solo come impatto ed etica aziendale ma come sostenibilità sociale al cambiamento di paradigma epistemologico.

Massimo Folador affrontando questo cambiamento cita Jan Rotmans affermando in “Storie di ordinaria economia” che” noi non viviamo in un’ epoca di cambiamento ma in un cambio di epoca”, e la chiave dovrebbe essere nell’ attenzione alle nuove figure che dovrebbero essere plasmate per gestire questo cambiamento di impresa possibile unita al “buisness etichs”.

Se risultani obsoleti i vecchi modelli imprenditoriali, e fabbrica 4.0 in questo è portatrice del nuovo, le persone coinvolte come possono essere aiutate a sostenere un simile cambiamento?

Intanto definendo gli obiettivi a cui tendere: rispetto alla digitalizzazione unita all’ artigianalità specifica del nostro settore, devono saper fare, quindi devono essere formate al lavoro, in questo senso prediligo due approcci, uno che definirei un trasferimento “osmotico” delle competenze che significa che si impara da chi abbiamo vicino per emulazione, osmosi e curiosità, dall’ altro una costante “manutenzione delle competenze” apprese, che vanno orientate alla costruzione del team, del confronto, della negoziazione, del risultato, il quale deve essere chiaramente definitvo nei tempi, nei modi, nelle rilevanza, nello specifico.

 Le nuove figure dovrebbero accettare in modo attivo l’ idea antropologica della contaminazione dei saperi da chi più esperto, rappresenta la certezza del saper fare in azienda e allo stesso tempo debba apportare il nuovo, ovvero il contenitore digitalizzato che appartiene ai giovani, ai ragazzi a cui piace nutrirsi di tecnologia. E’ solo dalla fusione di questi due saperi e di queste modalità così lontane che deve emergere il nuovo modello di professionista di questa nuova epoca.

Il ruolo dell’ imprenditore diventa allora quello di un Caronte positivo e moderno che deve traghettare il vecchio modello verso le nuove frontiere e l’ unica modalità possibile è nell’ atto di fiducia e accoglienza che deve avere verso gli altri. Parafrasando Massimo Recalcati in un’ epoca in cui la figura del padre, aggiungerei padrone è “evaporata” l’ unica vera mission per l’ imprenditore è quello di lasciare un’ eredità fatta di valori e di conoscenza del suo mestiere che sia trasmettibile.

Mentre il capitalismo classico mette l’ accento sul prodotto, sulle domande “ che cosa, come?”la sapienza monastica non trascura il prodotto, anzi insiste sulla qualità, ma mette l’ accento sulle domande “ chi, perché?”(Padre Cassian Folsom)

E’ allora doveroso differenziare, riconoscer i talenti, lavorare sulle skills in modo mirato e attento con la consapevolezza che ciascuno in azienda ha valore e crea valore.







Vanna Brocculi

Project Manager presso Presidente Refashion Aps- atelier ri-creativo

6 anni

Grazie Dani

Daniele Gattelli

Coo Tippest and Advisor welfaregroup

6 anni

Brava

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