IL "se" SULLA STRADA NON RIDUCE GLI INCIDENTI MORTALI
Come tanti colleghi qui in Linkedin sono colpito dalla quantità e dalla dinamica dei frequenti incidenti stradali riportati dai media (che sono solo una parte di quelli che accadono realmente). Poi, come Trainer nei corsi di Guida Consapevole con Alessio Tavecchio, ne sono ancora più colpito, proprio perchè facciamo di tutto per evitare gli atti insicuri alla guida che sono la premessa per incidenti importanti. Anch'io, qui, utilizzo l'approccio del "se", infatti se non ci fossero atti insicuri non ci sarebbero incidenti. Tuttavia il riferimento del "se" è piuttosto insito nelle giustificazioni che a nulla servono quando manca consapevolezza. Proviamo a riflettere: se chi attraversa la strada lo fa sulle strisce con verde (pieno) anziché col rosso iniziato non creerebbe l'occasione fatale; se chi guida non è alterato dal tasso alcoolico, accadrebbero molti meno incidenti drammatici (lo dimostrano le statistiche e i casi eclatanti avvenuti di recente; se chi guida non usasse il cellulare gli incidenti diminuirebbero drasticamente; se chi guida avesse reale esperienza (ad esempio vedendo un'auto che si ferma improvvisamente su una strada di grande scorrimento, immagina e sa che c'è un ostacolo che l'ha indotto a frenare ed evita di sorpassare a sinistra come se ci fosse via libera; se in prossimità di un incrocio importante ci fossero dissuasori di velocità o cartelli di attenzione o luci appropriate (vedi caso in provincia di Bolzano e quello sulla costa adriatica in prossimità di discoteca; se qualcuno pensasse alle situazioni di potenziale pericolo e favorisse percezioni accurate del rischio; se ci fosse un'adeguata educazione stradale; se ci fosse più rispetto per la propria vita e per quella degli altri; se........Si può andare avanti all'infinito. Per salvare vite umane bisogna cambiare paradigma di comportamenti, da insicuri a sicuri, fatto che non dipende solo da normative, cartelli, segnalazioni, divieti, bensì da consapevolezza e senso civico. Una mamma mi raccontava che tutti i sabato notte non dormiva perchè suo figlio andava nelle discoteche in Liguria e tornava a Milano a mattino inoltrato, spesso poco sobrio con amici altrettanto alterati. A un certo punto ha convocato figlio e amici e ha preteso che uno del gruppo, a turno, restasse sobrio, a garanzia della pelle di tutti e a salvaguardia della propria serenità. Così fu e la donna incominciò a dormire qualche ora di più senza penalizzare il figlio e gli amici, che mantennero la parola e si abituarono a presidiare vita e salute: i due valori più importanti che ogni essere umano ha. Cambiare è possibile, basta volerlo (consapevolmente).