Il silenzio degli innocenti
Sono passati 95 anni da quel 1921 in cui furono denunciati i primi atti di cannibalismo del mondo moderno, eravamo in Russia e si era in piena carestia, una carestia che non aveva avuto eguali nella storia, ed ora, cosa c’entra il cannibalismo con i tempi moderni?
Domanda logica e normale da porre, se non fosse che oggi come oggi la metafora è pienamente calzante. Non mangiamo persone realmente, ma le cannibalizziamo in altra maniera, con il lavoro.
Stiamo vivendo un momento storico, culturale, economico e politico che mai ci saremmo sognati di vivere. Abbiamo gli indicatori economici peggiori di quelli del primo dopo guerra (1949), abbiamo una disoccupazione che fa paura e una concorrenza che talmente tanto sleale che neanche le istituzioni riescono più ad arginare.
Ultimo in ordine di tempo sul mercato del lavoro, la costituzione di cooperative di lavoro che si pubblicizzano come agenzie di somministrazione lavoro. Si presentano presso le aziende come il lupo a cappuccetto rosso e si offrono di assumere al posto loro i dipendenti, somministrandoli successivamente con un costo nettamente inferiore. Le aziende ormai strette nella morsa della crisi e con gli stipendi contigentati in basso pensano di risolvere tutti i loro mali con questa nuova medicina, ma non sanno che stanno ingurgitando solo cicuta.
In tutto questo chi ne subisce le conseguenze? Gli operai che pur di non perdere il lavoro ormai accettano di tutto ed anche le aziende perché esposte a sanzioni non indifferenti, insomma, siamo tornati al cannibalismo, stavolta del lavoro.
Ma in tutto questo la politica dov’è?
Se questo è il mercato che viviamo, con quali regole pensiamo che si possa sostenere da solo?
Meditate gente, meditate.