Il triangolo Generali-Intesa-Mediobanca sotto i riflettori: le assicurazioni volano in Borsa.
Si scalda il clima di Piazza Affari intorno alle grandi manovre che circondano le Assicurazioni Generali, storica compagnia triestina finita secondo le indiscrezioni delle ultime ore nelle alterne mire dei francesi di Axa e soprattutto di Intesa Sanpaolo, in possibile accoppiata con Allianz. E' di ieri la notizia che le Generali hanno rastrellato il 3% della banca fondata sull'asse Milano-Torino, proprio in chiave difensiva: così facendo, sfruttando la legge sulle partecipazioni incrociate, sterilizzano le mire di Intesa a salire oltre il 3% del capitale di Trieste. Se ora Intesa Sanpaolo acquistasse azioni di Generali, infatti, i suoi diritti di voto relativi sarebbero sterilizzati.
A giudicare da quanto accade sui mercati, intanto, sembra che gli operatori credano nella possibilità concreta che qualcosa si metta in moto. E chiamano in causa anche il terzo polo dell partita, la Mediobanca ex salotto buono della finanza italiana e soprattutto primo azionista di Generali con il 13%, presente tra gli altri insieme a Caltagirone (3,5%) e Del Vecchio (3%). Il titolo Generali fatica a fare prezzo in avvio di giornata, con sospensioni in netto rialzo. Sale anche Mediobanca, che potrebbe valorizzare la sua quota, mentre perde terreno Intesa Sanpaolo.
Un consiglio di amministrazione della compagnia è in agenda domani e dovrebbe, tra le altre cose, definire tempi e termini dell’uscita del direttore generale e responsabile delle finanze, Alberto Minali. Proprio alla sua uscita, gli analisti di Icbpi, pur restando nel campo delle ipotesi di stampa non confermate, ricordano come l'estensione delle deleghe operative di Donnet (ex ad di Axa) sembra aprire a scenari di potenziale apertura alle avance dei francesi. Proprio contro quelle avance sarebbe scesa in campo Intesa, con il supporto di Allianz. Per gli esperti "le tensioni speculative sul titolo sono destinate a permanere", anche in considerazione del fatto che Generali tratta a "quotazioni ancora contenute" se si considera il valore di 9,4 volte gli utili stimati nel 2017.
Da Equita si concentrano sul delineare le possibili mosse di Intesa: secondo gli esperti, "l'unico scenario strategico a disposizione" della Ca' de Sass è il lancio di un'offerta di scambio, "visto che l'ipotesi di acquistare un pacchetto di titoli (15-20%) non garantirebbe alcun controllo". Un'altra alternativa per intesa, aggiungono, "potrebbe essere rappresentata dall'acquisto della quota di Unicredit in Mediobanca (8%) e il successivo lancio di un'offerta su Mediobanca stessa: in questo modo, Intesa Sanpaolo - oltre a controllare un business più affine - diventerebbe indirettamente il primo socio di Generali con il 13% e potrebbe coagulare una minoranza di blocco in chiave antiscalata", difendendo così l'italianità del Leone dalle mire di potenziali pretendenti esteri. Gli esperti di Banca Akros si dicono convinti che l'istituto da Messina potrebbe avere un ruolo chiave nel difendere un asset italiano che ha più di 500 miliardi di masse gestite". Dopo la contro-mossa delle Generali, anche secondo Akros una mossa possibile sarebbe "l'acquisizione della quota di Mediobanca in Generali, creando in seguito un patto di sindacato su più del 20% del capitale di Generali". In quest'ottica "un ruolo chiave potrebbe essere giocato da Unicredit", che sta per lanciare un consistente aumento di capitale e "potrebbe essere obbligata a vendere la quota in Mediobanca favorendo il consolidamento del controllo italiano su Generali, anche in considerazione del fatto che la base azionaria di unicredit è vulnerabile a causa della ricapitalizzazione".