Il crollo del turismo a Rieti. Tutti i numeri e qualche riflessione
Secondo gli ultimi dati Istat, il sistema turistico reatino si conferma come uno dei meno attrattivi in ambito nazionale e internazionale. Sono infatti poche decine di migliaia i turisti italiani e stranieri che arrivano ogni anno nella nostra (piccola!) provincia, nonostante ci sia un’offerta ricca e variegata fatta di paesaggi, laghi, montagne, cammini religiosi e santuari, manifestazioni sportive ed eccellenze enogastronomiche.
I dati - pubblicati il 27 novembre 2018 e relativi al 2017 - parlano chiaro: nel 2017 Rieti è la terzultima provincia italiana per presenze turistiche e scende in penultima posizione se si considerano i turisti non residenti in Italia. Prendendo in considerazioni anche gli anni precedenti il trend risulta essere alquanto negativo. Vediamo i dati nel dettaglio.
Nel 2017 ci sono stati 52.498 arrivi* e 106.039 presenze** da tutto il mondo, Italia compresa. Rispetto al 2016 c’è stata una variazione del -7% per quanto riguarda gli arrivi (56.475) e -6,6% per quanto riguarda le presenze (113.510). Dal 2014 le presenze turistiche a Rieti si sono invece ridotte di oltre il 25%.
Per quanto riguarda le destinazioni, il Comune di Rieti costituisce il maggior polo di attrazione turistica: in città si concentra infatti il 60,25% dei flussi turistici. Nel 2017, gli arrivi in città sono stati 26.199 (-8,7% rispetto al 2016) mentre le presenze sono scese a 63.892 (-6,7%). Il Comune di Rieti è seguito da Magliano Sabina (13.686 presenze), Cittaducale (8.150) e Leonessa (2.504).
Come si accennava, con 106.039 presenze Rieti e provincia si piazzano al terzultimo posto tra le mete turistiche in Italia, seguito solo da Benevento e Isernia. Considerando le presenze straniere, il territorio finisce al penultimo posto. Andando più in profondità si scopre che i turisti sono rimasti nel nostro territorio in media 2,02 giorni. Numero che scende ancora se si considerano i soli turisti stranieri che invece restano a Rieti appena 1,63 giorni. Leggermente superiore la permanenza dei turisti italiani, che soggiornano a Rieti in media 2,11 giorni. In entrambi i casi si tratta di valori di permanenza tra i più bassi d’Italia.
Ora un focus sui turisti stranieri o non residenti in Italia. Nel 2017 sono stati 9.857 gli arrivi da fuori Italia (“non residenti in Italia”), con 16.062 presenze. In leggero calo rispetto al 2016 quando ci furono 10.312 arrivi (-4,4%) e 16.964 presenze (-5,3%). Nel 2017 gli arrivi da fuori Italia hanno quindi rappresentato il 18,8% del totale. Quasi 1 turista su 5 che arriva a Rieti è straniero o non residente in Italia. Da quali Paesi provengono i turisti che soggiornano a Rieti? Al primo posto – a sorpresa e con forti punti interrogativi - c’è la Cina (con 2536 arrivi e 2571 presenze praticamente quasi sempre una sola notte trascorsa in città), seguita da Germania (1247 arrivi e 2012 presenze) e Francia (808 arrivi e 1748 presenze). A seguire Inghilterra e Stati Uniti. Pochi arrivi dal Giappone nonostante lo storico gemellaggio con la città di Ito. Se nel 2016 avevamo avuto 49 arrivi e 75 presenze, nel 2017 saliamo a 120 arrivi e 251 presenze. Riuscirà il recente viaggio in Giappone da parte del comitato gemellaggi di Rieti e delle associazioni di categoria locali a far salire questo dato? Sicuramente in futuro avremo qualche giapponese in visita allo stabilimento reatino della nipponica Takeda che ha appena formalizzato l’acquisizione della Shire.
Interessante analizzare anche le strutture ricettive scelte dai turisti. Nel 2017 l’85% di turisti ha preferito alloggiare negli esercizi alberghieri di Rieti e provincia (percentuale che scende all’80% se si considerano i turisti stranieri), mentre solo il 15% ha optato per strutture extra-alberghiere, in primis bed & breakfast. La percentuale (85%) rimane invariata se confrontata a quella del 2016. A Rieti e provincia nel 2017 si contavano 397 esercizi ricettivi, in grado di offrire 5720 posti letto. Tra questi 52 alberghi con 2309 posti letto. Tra gli esercizi extra alberghieri (344 strutture per 3411 posti letto) spiccano i 78 agriturismi (con 1081 posti letto) e i 136 bed & breakfast (con 639 posti letto). Numeri simili al 2016 quando c’erano 5.743 posti letto in 398 esercizi ricettivi. Ora se consideriamo le circa 106 mila presenze annuali e la disponibilità di circa 5700 posti letto ogni giorno (da moltiplicarsi per 365 giorni l’anno), si fa presto a dedurre come la maggior parte dei posti letti rimanga inoccupata per la maggior parte dell’anno. Pensate, in un anno solo il 5% dei letti disponibili a Rieti sarebbe occupato da turisti. Ma naturalmente molti dei posti letto non sono disponibili tutto l’anno e probabilmente ci sono strutture che, pur se registrate, non sono al 100% operative.
Sono il primo ad affermare che si tratti di dati e trend parziali (come avrete notato manca il 2018, e speriamo che Istat o altri enti rendano pubbliche queste informazioni quanto prima) e che il tutto meriterebbe un ulteriore approfondimento di carattere sia oggettivo che soggettivo. Senza considerare poi il dramma del terremoto vissuto dal nostro territorio che ha per forza di cose rallentato l’afflusso di gente in modalità “turistica”. Anche se c’è da dire che il trend negativo era già iniziato da anni e che il nostro territorio si presta da sempre a quel turismo “mordi e fuggi” fatto perlopiù da romani e gente delle province confinanti che vengono a Rieti per la classica gita fuori porta della domenica (vedi i 160 mila visitatori in 3-4 giorni sbandierati dagli organizzatori di Rieti Cuore Piccante 2017).
Questa analisi comunque non contiene alcuna critica agli stakeholder locali, piuttosto vuole creare maggiore consapevolezza tra i cittadini e gli amministratori e quindi invogliare altre persone ad approfondire l’argomento. Per qualsiasi amministrazione che voglia occuparsi di turismo e fare della propria città una meta turistica, conoscere questi dati di base significa poter scegliere una strategia. Punto su arrivi o punto sulle presenze? Cosa crea retention? La scelta è infinita, ma di base tutto parte dall'organizzazione degli attori in gioco: dalla PA che fa da catalizzatore e da facilitatore alle strutture ricettive, dagli eventi di rilievo al rapporto costante con l'extra-Rieti. Rieti ha una coscienza turistica molto giovane e viste le ridotte dimensioni può farsi laboratorio, con notevole potenziale di crescita e sviluppo. Con la speranza che già i dati del 2018 siano migliorativi e che si moltiplichino e rafforzino iniziative come La valle del primo presepe,voluta dal Vescovo di Rieti Mons. Pompili.
In conclusione i dati nazionali, in controtendenza rispetto a quelli reatini. Il 2017 è stato un altro anno di notevole crescita del movimento turistico italiano: gli esercizi ricettivi registrano un nuovo massimo storico, dopo quello del 2016, con oltre 420 milioni di presenze (+4,4% rispetto al 2016) e 123 milioni di arrivi (+5,3%). La crescita è stata superiore persino a quella media europea. Negli esercizi alberghieri le presenze toccano i 275,1 milioni e gli arrivi 93,8 milioni (rispettivamente +2,8% e +3,9% sull’anno precedente); in media la permanenza negli alberghi si conferma pari a 2,9 notti per cliente. Negli esercizi extra-alberghieri si contano 145,5 milioni di presenze (+7,5% sul 2016) e 29,4 milioni di arrivi (+10,2%), con una permanenza media di 4,9 notti. Le presenze dei clienti residenti in Italia sfiorano i 210 milioni, quelle dei non residenti salgono a 210,7 milioni e per la prima volta superano le presenze dei residenti (rispettivamente +3,2% e +5,6% sul 2016).
Per consultare tutti i dati reatini: http://dati.istat.it/ > Servizi > Turismo
*Arrivi: il numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli esercizi ricettivi (alberghieri o complementari) nel periodo considerato. Si calcola un arrivo ogni volta che un cliente prende alloggio nell’esercizio (il turista che nel corso del viaggio fa più tappe in diverse strutture dà luogo a più arrivi).
**Presenze: numero di notte trascorse consecutivamente dal cliente nella stessa struttura ricettiva.