Il "Whatever it takes"​ di Mattarella

Il "Whatever it takes" di Mattarella

Rispolverata durante la prima fase dell’emergenza Covid, questa frase torna in auge ora con la salita al Colle dell’economista, che ha accettato con riserva l’incarico di provare a formare il nuovo governo

In un periodo storico fitto di pericoli (il Covid e tutte le sue conseguenze) e di opportunità (il Next Generation EU), per uscire da una crisi di governo impantanata e priva di sbocchi politici praticabili, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha silenziosamente gridato il suo “whatever it takes”.

Il professore Mario Draghi, padre del “whatever it takes” pronunciato nel 2012 per il salvataggio dell’Euro, è stato ricevuto oggi al Quirinale per vedersi conferire l’incarico di formare il nuovo governo. È questa la pacifica, pacata e risoluta dichiarazione di guerra di Mattarella all’immobilismo della classe politica italiana.

Il Capo dello Stato ha fatto una scelta tanto scontata quanto eccezionale. Non ha chiamato a dirigere il prossimo governo solo una persona degna di fiducia, ha indicato quella che è universalmente riconosciuta come la più prestigiosa personalità pubblica italiana degli ultimi anni.

No alt text provided for this image

Con la scelta di Draghi a Palazzo Chigi, Mattarella ha di fatto commissariato la politica italiana, dopo aver tentato in tutti i modi di lasciare che fosse essa stessa ad autoregolamentarsi, a trovare la quadratura del cerchio.

Il Presidente della Repubblica ha, obtorto collo, messo a nudo l’insolvenza e tutti i limiti strutturali della politica italiana, figli di anni di trascuratezza e di una discutibile selezione della classe dirigente. La politica, che negli ultimi sviluppi si è dimostrata tanto arrogante quanto impotente, ora si trova a fare i conti con un personaggio ingombrante e difficilmente manovrabile. Con l’affidamento dell’incarico di formare il governo a Mario Draghi (accettato con riserva, come da prassi), il Capo dello Stato ha tolto ad una classe politica in dissesto ogni possibile alibi.

Il messaggio è chiaro: il momento è eccezionale, le opportunità in vista sono eccezionali e non possono essere sprecate, non sono ammessi ulteriori fallimenti.

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altri articoli di Francesco Scolaro

Altre pagine consultate