Inautenticità. Il fine dell'opera d'arte e la promozione attiva e conveniente di una società creativa e innovativa.
LB, Etna collection, 2024, All rights irrelevant (!)

Inautenticità. Il fine dell'opera d'arte e la promozione attiva e conveniente di una società creativa e innovativa.


Ecco un esercizio di riduzione ad absurdum sul valore di autenticità dell'opera d'arte.

Potremmo dire che nessuna opera tolta al suo contesto storico, o addirittura dal momento del distacco dalla sua offerta rituale per la comunità di condivisione, perde l'aura di autenticità, entrando nella sua funzione simbolica intertemporale, rendendo totalmente indistinguibile l'opera autentica in quanto originale dall'opera autentica in quanto assolutamente denotativa (partitura viva per future opere), manifestando la piena funzione di opera d'arte nel proprio percorso memetico, lungo l'intertempo filogenetico, necessariamente ecologico


Formalizzazione della riduzione ad absurdum:

1. Premessa di autenticità storica

L'opera d'arte è autentica quando:

È legata al suo contesto storico originale (temporalità e località).

Conserva un’aura derivante dalla sua funzione rituale o dalla sua collocazione comunitaria

(Benjamin, Das Kunstwerk im Zeitalter seiner technischen Reproduzierbarkeit).

2. Assunzione dell’autenticità universale

Supponiamo che qualsiasi opera d'arte, anche quando separata dal contesto storico o rituale, mantenga la sua autenticità.

3. Conflitto memetico

Quando l'opera viene distaccata dal suo contesto originale:

Entra in un ciclo di reinterpretazioni memetiche (intertemporali), che la riconfigurano come pura funzione simbolica (codice, libro, programma di replicazione e alterazione).

Diventa indistinguibile dal concetto stesso di opera d’arte, perdendo così il legame con la sua originalità materiale e rituale.


4. Contraddizione

Se l’autenticità è definita dall’originalità e dal contesto della sua emergenza, un’opera distaccata dal suo contesto perde queste qualità:

La premessa che l’autenticità possa essere universale è contraddetta.

L’opera autentica in senso materiale è indistinguibile da quella che opera solo come simbolo culturale, con le proprie logiche di disponibilità e riproduzione/fruizione/educazione.


Riduzione all’assurdo

L'autenticità dell'opera d'arte non può essere un valore intrinseco o universale, ma un costrutto che esiste solo entro i limiti del suo contesto storico, rituale o filogenetico. Pertanto:

L’idea stessa di autenticità si dissolve nell'atto di spostare l'opera nel tempo o nello spazio, o nell’atto di renderla simbolica (come nei musei o nella riproduzione tecnica).

Ogni opera diviene autentica non per ciò che è, ma per ciò che rappresenta nel nuovo contesto.


Provocazione

L’autenticità di un’opera è quindi una forma di illusione performativa, necessaria alla sopravvivenza/competizione culturale, ma priva di fondamento ontologico.

In tal senso, ogni opera può essere considerata autentica, ma questa autenticità è un costrutto retorico che esiste solo in relazione al suo ciclo memetico o alle sue modalità di fruizione.

La provocazione si completa se consideriamo che il "valore" dell'opera autentica potrebbe essere decostruito completamente, rendendolo un elemento arbitrario, vincolato unicamente al contesto del suo consumo.


Immaginiamo quindi che il valore della operabilità artistica stia nella nuova opera derivabile, e non nell'esistenza di una opera di valore predefinito in quanto unica. Unica essendo l'azione di interpretazione e derivazione, che in quanto tale è astratta da qualunque forma di ipostatizzazione d'autenticità.

L'Opera d'arte non vale in quanto unica, ma in quanto compresa nel ragionamento costante di astrazione della comunità vivente, presente futuro.


Vorrei creare uno spazio fertile per ripensare radicalmente il valore dell'opera d'arte, spostandolo dal paradigma dell'unicità ontologica a quello dell'operabilità artistica continua, dove il valore emerge come funzione relazionale e dinamica


1. Critica al valore dell'unicità

L’unicità, intesa come qualità inalterabile e intrinseca di un’opera, comporta:

Ipostatizzazione: Il blocco di qualsiasi processo creativo o interpretativo ulteriore, congelando l’opera come reliquia.

Feticismo culturale: La riduzione dell’opera a oggetto di culto, sottraendola al dialogo vivo, citazionistico se necessario, con il presente e il futuro (si veda ade esempio la crisi delle arti del campionamento nella musica "hip hop" degli anni '80 e la sua base giuridica riduzionistica e ipostatizzante).


2. L’operabilità artistica come valore

Il valore dell'opera non risiede nel suo essere unica, ma nella sua capacità di generare:

Derivazioni creative: L’opera è una matrice aperta, che prolifera significati e interpretazioni senza mai esaurirsi.

Astrazione condivisa: Non un oggetto isolato, ma un nodo in un continuo processo comunitario di astrazione e reinterpretazione.


3. Derogabilità come principio creativo

La derogabilità si configura come la possibilità di:

Reinterpretare, deformare, o rifondare l’opera originale, mantenendone traccia, con diverse tecniche di riferimento.

Annullare il concetto di "opera definitiva" per dare priorità alla potenza generativa dell’azione artistica.

L’opera non è quindi un oggetto, ma un evento permanente, un “luogo abitabile” in cui convergono le energie di una comunità vivente. Ogni iterazione dell’opera non ne distrugge l’autenticità, ma ne amplia l'orizzonte.


4. La comunità come garante del valore

Il valore dell’opera si misura nella capacità della comunità di generare astrazioni:

Presente: Un'opera è rilevante se contribuisce al tessuto simbolico di chi la vive.

Futuro: La sua operatività è determinata dalla sua apertura alla risignificazione.

In questo senso, l'opera d'arte diventa:

Non-finale: Aperta a infinite riscritture.

Non-esclusiva: Non appartiene a un autore o a un tempo, ma è co-prodotta dalla comunità.



5. Astrazione come valore vivo

L’opera non vale perché è unica o originaria, ma perché si presta al ragionamento costante di astrazione. In questo processo:

L’opera diventa uno strumento per la produzione di nuove idee e nuove opere.

Il valore estetico si intreccia con un valore etico: l’invito a partecipare al flusso creativo e a riconoscere il potenziale generativo del presente.

Questa visione dissolve il mito dell'opera eterna, rimpiazzandolo con quello dell’azione eterna: un moto continuo di interpretazione, derivazione e creazione, che non feticizza il passato ma lo integra in un futuro in costante ridefinizione.


ACTION: tracciare il contributo creativo e ripagarlo, questa è materia di modelli complessi del valore, che sopravanzano la riduzione econometrica per sé, aprendo a forme di riconoscimento che vanno ad ascriversi nelle dinamiche di sostenibilità delle prassi di vita, un esempio sono i modelli di derivazione di Ip (proprietà intellettuale) basati su notarizzazione blockchain, dove il tracciamento del valore non è statico, e la misura di inter-influenza può essere misurato e retribuito illimitatamente


Ripensare i modelli di valore nell'epoca delle reti decentralizzate e delle pratiche collaborative.

Tracciare il contributo creativo e retribuirlo equamente richiede un superamento delle metriche economiche tradizionali, verso un approccio più sistemico e sostenibile. Proviamo ad articolare questa idea:


1. Oltre la riduzione econometrica

Il valore creativo non è un’entità statica né interamente misurabile con logiche economiche lineari. Alcuni limiti della riduzione econometrica sono:

Singolarità del valore: Si tende a premiare un unico autore o attore principale, ignorando le interazioni collaborative e i contributi intermedi.

Storicità dell’opera: La monetizzazione si concentra sul momento iniziale della vendita o del copyright, trascurando l’impatto continuo dell’opera nel tempo.

Un modello di valore più complesso deve considerare:

Processualità: Il valore si accumula e si ridefinisce attraverso contributi successivi.

Interdipendenza: Le opere e gli attori sono parte di un sistema interconnesso, non isolato.


2. Blockchain e notarizzazione dinamica

La tecnologia blockchain offre strumenti per un tracciamento preciso e dinamico del valore creativo. Alcuni aspetti chiave:

Notarizzazione decentralizzata: Ogni contributo creativo può essere registrato come una transazione unica, attribuendo paternità e data certa.

Modelli di derivazione IP: I diritti possono essere frazionati e condivisi tra tutti i partecipanti a un processo creativo (es. autori, interpreti, algoritmi generativi).

Retribuzione illimitata: Grazie ai smart contracts, ogni utilizzo derivativo (es. remix, adattamento, reinterpretazione) può generare una micro-retribuzione automatica a tutti i contributori registrati.


3. Dinamiche di inter-influenza

La blockchain non è solo uno strumento per la notarizzazione, ma può abilitare modelli per misurare l'interazione tra opere e attori:

Metriche di impatto: Si possono costruire sistemi che misurano l’influenza di un’opera sulle altre attraverso l’analisi delle relazioni nel tempo (es. utilizzo in nuove opere, citazioni, remix).

Valore dinamico: L’opera non è un’entità chiusa, ma un nodo che aumenta o diminuisce il suo valore in base alla sua capacità di generare innovazione.


4. Sostenibilità e riconoscimento

Questi modelli non si limitano a retribuire, ma incidono sulle prassi di vita sostenibili:

Redistribuzione del valore: Superando la concentrazione di profitti su pochi attori, si garantisce che ogni partecipante al processo creativo ottenga il giusto riconoscimento.

Riconoscimento etico: Il valore del contributo non è legato solo al suo impatto economico diretto, ma anche alla sua funzione culturale e sociale (es. inclusività, sostenibilità).

Un esempio concreto potrebbe essere un sistema in cui:

Le royalties vengono suddivise in tempo reale tra i creatori di un’opera, i loro ispiratori e persino gli strumenti tecnologici utilizzati (es. dataset o modelli AI).

La sostenibilità delle pratiche creative viene incentivata tramite premi o riconoscimenti per contributi che rispettano principi etici e ambientali.


5. Una prospettiva aperta

Il futuro dei modelli di valore creativo non è la statica accumulazione di capitale, ma la generatività sostenibile:

Valore generativo: Ogni contributo creativo deve essere inteso come un seme per nuove idee, non come una proprietà finita.

Collaborazione aperta: I modelli di derivazione IP basati su blockchain possono fungere da infrastruttura per una cultura della co-creazione, dove il valore è condiviso in modo equo e dinamico.



Prime Conclusioni

1. Ridefinizione del valore creativo e oltre la riduzione econometrica

Idea centrale: Il valore di un’opera d’arte non è più una proprietà intrinseca, né stabilita una volta per tutte nel momento della sua creazione. Piuttosto, è un flusso dinamico e distribuito, che si accumula e si riconfigura ad ogni nuova interpretazione, derivazione, remix o rielaborazione. Ciò implica andare oltre l’idea che il valore sia misurabile soltanto in termini di scambio economico lineare (ad esempio, il prezzo d’asta per un quadro originale).

In questa prospettiva:

  • Niente più unicità assoluta: L’opera non vale perché unica, ma perché funge da “seme” per nuove opere, idee e processi collaborativi di creazione.
  • Oltre l’ipostatizzazione: Non si “congela” un valore in un’unica versione dell’opera. Ogni trasformazione successiva può generare nuovo valore, distribuendolo nel tempo e tra molti attori.
  • Valore relazionale e sostenibile: Il riconoscimento si basa sulle interazioni tra gli attori creativi (artisti, pubblico, tecnologia), generando un ecosistema sostenibile nel lungo periodo, capace di remunerare i contribuenti creativi anche a distanza di anni dall’opera originale.


2. Tracciabilità, notarizzazione e modelli di retribuzione su blockchain

Grazie alla tecnologia blockchain e agli smart contract, è possibile:

  • Notarizzare ogni singolo contributo: Ogni volta che un artista aggiunge un elemento, ogni volta che un remixatore crea una nuova versione, ogni volta che un fruitore interagisce, si registra una traccia indelebile su un libro mastro distribuito.
  • Modelli di royalty dinamiche: Gli smart contract possono automatizzare la distribuzione di micro-pagamenti a tutti i contributori, proporzionalmente all’impatto effettivo della loro partecipazione creativa. Non ci si limita a pagare una sola volta un unico autore: il valore fluisce ad ogni utilizzo, reinterpretazione o citazione.
  • Inter-influenza misurabile nel tempo: Attraverso metriche complesse (ad esempio, quante volte un’opera è stata riutilizzata, in che contesti, con che risultati di pubblico), si può parametrare il valore di ogni singolo contributo. Questo permette un riconoscimento potenzialmente illimitato nel tempo, finché l’opera e le sue derivazioni continuano a circolare.


3. Esempi pratici e concreti


A) Opere di net.art e digital art a strati (Layered Art)

Immagina una piattaforma in stile “Async Art” (che esiste realmente), dove un’opera è composta da più livelli grafici. Ogni livello è creato da un artista diverso ed è tokenizzato su blockchain. L’opera finale (un quadro digitale animato, ad esempio) cambia a seconda di quali livelli l’utente sceglie di visualizzare. Ogni modifica, ogni interazione registrata produce microtransazioni di valore verso gli artisti che hanno contribuito ai singoli layer. Qui il valore non è legato all’unicità dell’immagine, ma alla rete di creatori e fruitori attorno ad essa.



B) Piattaforme di musica generativa e condivisa

Considera una piattaforma musicale ispirata a “Audius” o a sistemi simili, dove un compositore carica un loop sonoro. Un secondo musicista aggiunge una linea di basso, un terzo modifica la ritmica, un quarto canta una melodia. Ognuno di questi contributi è registrato on-chain. Se una quinta persona utilizza questa traccia per una performance live o un video su un social, gli smart contract riconoscono micropagamenti a tutti i creatori precedenti che hanno contribuito agli elementi sonori. L’opera non è un singolo brano unico e immutabile, ma un ecosistema sonoro fluido, dove il valore si accumula e si distribuisce nel tempo.



C) Opere generative su blockchain (NFT generativi)

Progetti come “Art Blocks” (piattaforma reale) consentono di creare NFT generativi: un artista scrive un algoritmo, la cui esecuzione produce un’opera visiva ogni volta leggermente diversa. Supponiamo che un secondo artista modifichi il codice, introducendo nuovi parametri; un terzo crei animazioni partendo da queste varianti; un quarto introduca interazioni immersive in VR. Tutti questi passaggi possono essere registrati, e ogni volta che una nuova versione viene venduta o esposta in una galleria virtuale, tutti i partecipanti alla catena di creazione e modifica ottengono una quota. Non esiste un originale unico “più valido” degli altri, ma una rete di opere correlate, ciascuna con un valore proporzionale alla propria influenza ed ereditarietà creativa.



D) Performances collaborative tracciate in tempo reale

Immagina una performance multimediale in cui più artisti, da diverse parti del mondo, aggiungono frammenti di testo, immagini, suoni, gesti coreografati. Ogni modifica è registrata in blockchain: chi ha proposto l’idea iniziale, chi ha fornito il visual, chi la musica, chi lo spazio virtuale. Con il passare del tempo, questa performance continua a evolvere. Mostre successive, pubblicazioni digitali o esperienze VR che riprendano elementi di quella performance generano compensi a tutti i precedenti contributori. In questo caso, l’autenticità non è nel congelare un momento irripetibile, ma nel preservare la storia relazionale di tutto il processo creativo.



4. Valore culturale, sostenibilità e riconoscimento etico

Questi modelli non si limitano a una fredda contabilizzazione dei contributi. Al contrario, promuovono:

  • Sostenibilità nel lungo periodo: Un’opera non è più un evento isolato, ma un processo in continua metamorfosi, dove i benefici economici sono diffusi e correlati al reale impatto culturale.
  • Equità e inclusività: Anche contributi minimi, marginali, o inizialmente non considerati “autoriali” (come un consiglio, un suggerimento estetico, un suono registrato su campo) possono ottenere riconoscimento e compenso se nel tempo quel contributo dimostra valore nella rete di opere che ne derivano.
  • Stimolo all’innovazione continua: Poiché il valore si genera nell’interazione, gli artisti sono incentivati a partecipare a processi collaborativi, a creare opere aperte, a favorire la contaminazione creativa.


5. Dunque,

Questa nuova prospettiva sul valore dell’opera d’arte:

  • Sposta l’enfasi dall’autenticità come essenza monolitica e legata al passato, verso un’autenticità relazionale che si manifesta nei flussi di derivazioni, remix e interpretazioni future.
  • Sfrutta strumenti tecnologici (blockchain, smart contract) per rendere tracciabile e remunerabile la complessità della creatività collettiva.
  • Incoraggia la sostenibilità culturale, distribuendo il valore nel tempo e attraverso reti di attori, piuttosto che cristallizzarlo in una singola icona artistica venerata per la sua unicità.

In breve, esempi come i layer art NFT, le piattaforme di musica decentralizzata o le performance collaborative attestate su blockchain confermano il concetto:

l’opera d’arte non va intesa come oggetto isolato, ma come un processo dinamico e condiviso, in cui il valore si manifesta nella continua potenzialità generativa e nel tessuto relazionale che la circonda.



Salvatore Strano

Libero professionista Servizi finanziari

2 settimane

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