Industria 4.0: vantaggi per la produzione e nel rapporto con fornitori e clienti
Industria 4.0: vantaggi per la produzione e nel rapporto con fornitori e clienti

Industria 4.0: vantaggi per la produzione e nel rapporto con fornitori e clienti

Chi l’ha detto che le soluzioni Industria 4.0 sono una prerogativa delle grandi aziende?

In fondo, la colonna portante del tessuto imprenditoriale italiano è costituita da micro, piccole e medie imprese. In primis nel manifatturiero, un’eccellenza che il mondo ci invidia. Anche per la capacità di reagire ai contraccolpi, tra cui quelli di una pandemia, come rilevato dall’Istat¹.

Perché, allora, si dovrebbe resistere alla ventata di innovazione digitale generata dalla quarta rivoluzione industriale? Si tratta, piuttosto, di raccogliere questa sfida che presenta vari vantaggi. Non solo fiscali. Due su tutti: consente di mantenere un controllo proattivo verso tutti i processi aziendali e (ri)mette al centro il fattore umano. È il percorso che noi di Anicrin abbiamo intrapreso ormai da qualche tempo. 

Cos’è l’Industria 4.0

Di Industria 4.0 si è cominciato a parlare un decennio fa per promuovere la trasformazione digitale dei processi produttivi. La prima a lanciare l’idea fu la Germania. L’Italia, però, non è rimasta a guardare e ha elaborato un piano nazionale (oggi denominato Transizione 4.0) a sostegno della digitalizzazione e della competitività delle imprese. E anche l’Europa è scesa in campo per la trasformazione digitale².

La forza di Industria 4.0 sta nel dialogo. Un dialogo in tempo reale tra persone, macchinari e le cosiddette “tecnologie abilitanti”. In ogni fase: dall’analisi alla pianificazione, dalla prototipazione alla produzione, passando per controllo qualità, logistica, vendita e post-vendita. La fabbrica, insomma, cambia volto. Tutti i reparti sono connessi. Il costante flusso di dati permette di monitorare ogni passaggio con un clic e di intervenire tempestivamente sulle eventuali criticità. È questa dinamicità a rendere un’azienda smart, più intelligente.

Leggere i dati per ottimizzare la produzione

Non basta un buon collegamento Internet per dar vita a un interscambio in ottica Industria 4.0. La chiave di volta sta nelle tecnologie abilitanti: robotica avanzata, manifattura additiva, realtà aumentata, Internet of Things, Cloud e Big Data.

Quale soluzione scegliere dipende dagli obiettivi. Certo è che ciascuna produce una mole di dati, oggettivi e verificabili, che vanno interpretati. Servono a questo software come il MES (Manufacturing Execution System), che abbiamo implementato nella nostra realtà. Avere sempre a portata di tablet gli indicatori di produzione ed efficienza significa poter:

  • snellire i processi, riducendo costi e sprechi;
  • aumentare produttività e qualità del lavoro;
  •  proporre prodotti più competitivi;
  • aprirsi a nuovi mercati.

Si può cambiare lavoro restando nella stessa azienda? 

Come anticipato, Industria 4.0 dà più valore alle persone. A patto, però, di saper accogliere e comunicare il cambio di paradigma.

Il primo passo sta al management. Il potenziale di Industria 4.0 può essere dispiegato in maniera trasversale da tutte le imprese, qualunque sia la loro dimensione e il settore di appartenenza. Servono, tuttavia, una visione strategica e un diverso approccio culturale all’innovazione.

La rivoluzione industriale in atto sta cambiando, infatti, il modo di lavorare. E, con esso, le competenze, che si fanno più trasversali (e digitali). Conoscere, coinvolgere, informare, formare e aggiornare i dipendenti, quindi, è fondamentale per raggiungere al meglio gli obiettivi.

Insomma, dalla classica manodopera, come fino a ieri veniva anonimamente definita, si passa a “menti d’opera”. Ovvero una squadra di persone cui sono affidate operazioni ad alto valore aggiunto. E che arrivano a cambiare lavoro senza cambiare ditta.

Come muta il rapporto con fornitori e clienti

Guardare nella stessa direzione: è imprescindibile in azienda per far decollare il piano Industria 4.0. È indispensabile anche da parte di chi vi gravita attorno. In primis i fornitori.

Affidarsi a un fornitore non significa solo scegliere tra chi propone una serie di sistemi tecnologici validi. Vuol dire trovare un partner disposto a sposare il progetto Industria 4.0 e a creare soluzioni su misura. Soggetti aperti, cioè, a costruire un percorso che risponda alle esigenze del management e di chi ogni giorno deve interagire con quelle tecnologie.

Da questo connubio dipende anche la soddisfazione dei clienti. Per loro, in sintesi, Industria 4.0 è sinonimo di affidabilità. In Anicrin, il sigillo di garanzia è dato dal codice a barre univoco applicato a ogni cartone. Qui è racchiusa tutta la storia del prodotto: componenti, lavorazioni, controlli, operatori. Massima trasparenza, zero segreti: la tracciabilità è a livelli elevati.

Un impatto sostenibile

Abbracciando la visione Industria 4.0 abbiamo imparato che si tratta anche di un’opportunità in termini di sostenibilità ambientale. Come? Vediamolo con qualche esempio.

  • Sul fronte dell’energia elettrica, si possono calibrare i consumi sull’effettiva necessità. I rilievi in tempo reale avvertono circa eventuali guasti, anomalie o impianti accesi ma improduttivi. Intervenire subito consente di ridurre i picchi di carico, evitando così bollette salate, stante anche i recenti rincari. 
  • A livello di materie prime, l’occhio vigile sul ciclo produttivo fa sì che gli scarti siano ridotti al minimo. I materiali, come la plastica, possono essere recuperati e riutilizzati per sviluppare modelli di economia circolare.
  • Stop a fogli di carta che si rischia di dimenticare da qualche parte. Disegni e ordini (modifiche comprese) viaggiano su tablet, che s’interfacciano direttamente con il gestionale. In questo modo, tutte le operazioni eseguite possono essere tracciate.

 

NOTE

¹ Fonte: Istat, Rapporto annuale 2021. La situazione del Paese.

² Tra i programmi messi a punto rivolti anche alle PMI si segnalano il Decennio digitale europeo e NextGenerationEU.

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