Inflazione ed economia sorprendono ancora al rialzo

Inflazione ed economia sorprendono ancora al rialzo

Buongiorno a tutti e benvenuti nella newsletter di Tutela del Risparmio.

Le ultime settimane sono state caratterizzate da un aumento della volatilità sui mercati finanziari. Gli indici azionari, in particolare, stanno registrando ribassi per la terza settimana consecutiva che hanno portato

  • S&P 500 a perdere oltre il 5% dai massimi
  • Nasdaq oltre il 6.5%.

Ma quali sono gli eventi che hanno scatenato questo aumento di volatilità per la prima volta da inizio anno?

Vediamoli insieme.


Inflazione ed economia in salita per gli Stati Uniti

Inflazione sopra le attese: l’inflazione americana è uscita per la quarta volta di fila sopra le attese.

  • Il CPI generale si è attestato a 3.5% contro attese di 3.4% e in rialzo rispetto al 3.2% di febbraio.

Anche il dato core ha sorpreso al rialzo: il dato depurato delle componenti più volatili (come cibo ed energia) è uscito anch'esso sopra le attese per il quarto mese di fila.

  • Il CPI Core è uscito al 3.8% contro il 3.7% atteso.

Ma a cosa è dovuto questo dato? Nel mese di marzo l’inflazione ha sorpreso al rialzo a causa di due componenti principali: energia e servizi core.

  • L’energia è salita complessivamente dell’2.10% anno su anno e del 1.10% nel solo mese di marzo, dopo un +2.30% a febbraio (evidenziato in rosso).
  • I servizi core, che pesano oltre il 60% sul CPI, si mantengono a +5.4% anno su anno (in aumento rispetto al mese precedente), con la componente dell’affitto, shelter, che fatica ancora a scendere (evidenziato in nero).

Le motivazioni: ad impattare maggiormente è stato il rialzo delle materie prime degli ultimi mesi che hanno reso più cari alcuni beni e servizi come i derivati del petrolio e i trasporti.

  • Il petrolio è salito di oltre il 15% da febbraio.
  • Benzina +16% da febbraio.
  • Rame +19.5% da febbraio.
  • Alluminio +19% da marzo.
  • Zinco +22% da febbraio.
  • Oro +18% da febbraio.
  • Argento +28% da marzo.
  • Cacao +164% da inizio anno.
  • Caffè +30% da inizio anno.

L’aggravarsi della situazione geopolitica nel Medioriente è uno tra i fattori principali che hanno contribuito al rialzo delle materie prime e quindi del CPI.


Perché era importante questo dato? Il CPI del mese di marzo era molto atteso dagli investitori per determinare se il processo di discesa dell’inflazione si fosse interrotto o meno.

Stop alla disinflazione immacolata: non sappiamo se l’inflazione abbia smesso di scendere ma ciò che è sicuro è che l’attuale processo di disinflazione non sarà immacolato come ci si aspettava.

  • Il CPI ci ha messo 12 mesi a scendere dal 9.1% di luglio '22 al 3% di luglio '23
  • Ora il CPI potrebbe metterci più di 12 mesi per scendere dal 3% al 2% .

Un mercato del lavoro ancora forte: a complicare ulteriormente la situazione per la Federal Reserve vi si è messo anche un report sul mercato del lavoro che ha mostrato la creazione di 303.000 nuove buste paga non agricole contro attese per 212.000 e una disoccupazione ancora in calo al 3.8%.


Cambio di pensiero per la FED

Si tratta di numeri molto diversi da quelli che la FED avrebbe voluto vedere per mantenere la sua parola di un taglio dei tassi a giugno.

Le parole di Kashkari e Goolsbee: già due settimane fa, prima dell’uscita dei dati visti sopra, questi due membri votanti della FED avevano dichiarato che la Banca Centrale avrebbe addirittura potuto non tagliare i tassi per tutto il 2024 se economia e inflazione avessero continuato a crescere.

Bowman e Williams si sono spinti oltre, affermando che non bisogna escludere la possibilità che la Banca Centrale debba alzare di nuovo i tassi se l’inflazione mostrasse segni di rialzo troppo forti.

Questa settimana anche Powell si è aggiunto al coro dei falchi, affermando che, se i dati recenti dovessero persistere, la FED potrebbe lasciare i tassi alti per tutto il tempo necessario.

Addio taglio dei tassi? Dopo queste dichiarazioni, le probabilità di un taglio a giugno sono scese al 15% e gli investitori hanno iniziato a scontare che il primo taglio dei tassi sarà a settembre 2024 (in blu). Questo sarà anche l’unico dell’anno (il secondo taglio in rosso sarà a gennaio 2025).

La realtà, però, è che nessuno sa dove saranno i tassi né a giugno né a settembre. La situazione geopolitica è talmente delicata che anche un taglio nella riunione del primo maggio (che al momento è prezzato all’1.9%) sarebbe giustificato dall’aggravarsi della crisi internazionale.


Allora perché è importante guardare questi numeri? Per l’impatto che le aspettative hanno sugli asset.

  • Il rendimento a 2 anni USA è salito dal 4.7% al 5% nel solo mese di aprile.
  • Il rendimento a 10 anni è salito dal 4.3% al 4.65% ad aprile.
  • La curva 10-2 anni continua a rimanere invertita a -35 punti base circa.

Cambio di politica monetaria: il mercato dei tassi ci mostra come l’inversione della politica monetaria americana non sia così imminente. Tutt’altro…

Situazione di risk-off: il solo passaggio da un’aspettativa dovish ad una neutrale ha indotto gli investitori a scaricare i loro portafogli, soprattutto sulle componenti più rischiose e speculative. I ribassi odierni, nell’ordine del 5-6% sono comunque fisiologici nel normale andamento del mercato.

Ma cosa succederebbe se la politica monetaria tornasse hawkish? Questo sicuramente prenderebbe di sorpresa gli investitori che si troverebbero a rincorrere il mercato nella vendita dei loro titoli in portafoglio.


La BCE continua nella strada dovish

Lagarde più dovish delle attese: durante la conferenza stampa post riunione della BCE, Christine Lagarde è sembrata più dovish delle attese affermando che alcuni membri erano pronti a tagliare già in questa riunione.

BCE indipendente dalla FED: la Lagarde ha affermato anche che la situazione dell'Europa è molto diversa da quella americana e le politiche monetarie potrebbero divergere in futuro.

  • Il CPI europeo è uscito al 2.4% sotto le attese di 2.5%.
  • Per alcuni paesi europei, come l'Italia, siamo già sotto il 2% (1.2%).

La BCE ha sempre seguito la politica della FED con qualche mese di ritardo. Sarà interessante vedere se la Banca Europea saprà ora mostrare una certa leadership sulla direzione future dei tassi.

  • In questo contesto l'euro potrebbe tornare ad indebolirsi.


Vi auguriamo un buon fine settimana!



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