Inflazione - la guida per conoscerla e affrontarla
L’inflazione è una forma di tassazione che può venire imposta senza legislazione (Milton Friedman)
L’inflazione pesa sulla colazione degli italiani. Un caffè in molti bar è arrivato a costare 1,50 euro, la brioche 2 euro.
Un livello di inflazione così elevato come quello che stiamo vivendo in questi mesi, non si vedeva da otre quarant’anni! Sia per noi consulenti finanziari, che per tantissimi clienti, si tratta di un contesto completamente nuovo e inesplorato. La domanda che mi sono più volte posto in questi mesi è: “tutta l’esperienza maturata in oltre trent’anni di lavoro, può permettermi di consigliare nel miglior modo possibile i miei clienti per gestire i loro risparmi in un contesto completamente mutato?”
La risposta, come spesso accade, l’ho trovata studiando la storia dei mercati e, ora, sono qui a condividere con te queste preziose informazioni.
Cos’è l’inflazione e cosa l’ha scatenata?
Nell’accezione comune, inflazione significa che i prezzi dei beni aumentano. In realtà, però, accade esattamente il contrario. Non sono i beni a diventare più costosi, ma il denaro a perdere valore. In estrema sintesi l’inflazione deriva da una quantità eccessiva di denaro rispetto alla quantità dei beni disponibili.
Dal 2009 in poi, le banche centrali non hanno fatto altro che inondare il mondo di liquidità con i vari quantitative easing. È stato persino coniato un termine per rappresentare questa attività: helicopter money. Mentre nella serie Tv “La Casa di Carta” le banconote venivano lanciate da un dirigibile, qui scendono da un grande elicottero pilotato, invece che dal Professore, da Powell o Draghi.
Altri fattori che hanno surriscaldato i prezzi sono stati, oltre che il Covid e le conseguenti problematiche alle catene di approvvigionamento, l’ulteriore espansione della massa monetaria e, infine, la guerra in Ucraina e il conseguente rialzo dei prezzi dell’energia, delle materie prime, degli alimentari e, in una sorta di reazione a catena, di molti altri prodotti e servizi.
Purtroppo la contemporanea presenza di tutti questi fattori ci sta portando in una nuova era dell’inflazione. Le forze che sono alla base di questa nuova realtà potrebbero continuare per diverso tempo. In sostanza, l’inflazione è qui ed è qui per restare.
Vincitori e perdenti
Chi è colpito dall’inflazione? La risposta è semplice: tutti ne risentono, consumatori e imprese. Tuttavia, alcuni ne escono più penalizzati di altri. Chi ha dei debiti, infatti, trae beneficio in un contesto di inflazione perché le somme che deve restituire, perdono progressivamente valore. E sai chi sono i più grandi debitori del mondo? Proprio le banche centrali. I creditori, invece, vengono fortemente penalizzati da alti livelli di inflazione. Chi, però, soffre di più in un contesto inflattivo sono i percettori di introiti fissi: dipendenti, pensionati e detentori di obbligazioni a tasso fisso.
Relazione inflazione – tassi
Come ho più volte avuto modo di spiegare, esiste una relazione diretta tra inflazione e tassi. Le banche, per tenere sotto controllo l’inflazione, intervengono sui tassi, aumentandoli se l’inflazione sale e diminuendoli quando rallenta.
Strategie anti inflazione
Nel decennio appena trascorso, il tema della difesa del patrimonio dall’inflazione era passato in secondo piano a causa dei bassi livelli a cui si era assestata. Ora il problema è esploso in tutta la sua veemenza.
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Nella “vita di tutti i giorni” una valida strategia difensiva è quella di rinunciare a prodotti non essenziali o ricercare prodotti più economici. Nel mondo degli investimenti, invece, risulta molto difficile contrastarla con comportamenti e prodotti di investimento tradizionali.
Le obbligazioni sono la peggior asset class che si possa avere e lo abbiamo tristemente appreso proprio quest’anno. Solo i titoli indicizzati all’inflazione sono in grado di proteggere i risparmi dall’erosione dell’inflazione. Oggi, però, è un po’ tardi per ricorrere a questa tipologia di titoli perché quelli quotati sui mercati incorporano già gli elevati livelli di inflazione e quando questa finalmente scenderà, vedranno scendere i loro valore (fenomeno in realtà già ampiamente iniziato nei mesi scorsi). Se le obbligazioni perdono, le azioni non vincono, almeno non nel breve termine. Le azioni sarebbero da preferire, ma questo è tanto più vero quanto più breve e non eccessivamente elevato è il livello di inflazione. Nel contesto attuale le aziende soffrono e vedono ridursi i livelli degli utili, soprattutto quelle che non riescono a scaricare sui prezzi dei prodotti finiti l’aumento dei prezzi delle materie prime. Minori utili attesi si traducono in prezzi più bassi delle azioni.
Ci sono, però, dei settori che sono in grado di affrontare meglio questo scenario:
- I finanziari: le banche, infatti, traggono beneficio dal rialzo dei tassi vedendo aumentare i loro margini
- Gli energetici: gli unici veri vincitori di questo complesso 2022
- Tutte le aziende di alta qualità che riescono a ribaltare sui prezzi i maggiori costi operativi (aziende come Coca-cola, Microsoft, Apple e Nestlé, solo per citarne alcune).
Insomma, la parola d’ordine in questo contesto è più che mai: selezione!
Un capitolo a parte lo meritano le materie prime, da sempre l’asset class più efficace per difendere i portafogli dall’inflazione. Attenzione, però, che come per le obbligazioni indicizzate, la crescita delle materie prime anticipa i picchi inflattivi e inizia a calare quando questa registra i primi segnali di cedimento.
E l’oro? Il suo storico ruolo di difesa dall’inflazione è stato messo in forte discussione negli ultimi due anni. Solo nel caso in cui si verifichi lo scenario peggiore, quello della stagflazione, l’oro risulterebbe un asset vincente.
Lo so che stai per chiedermi perché non ho ancora parlato di immobili, storicamente un asset in cui rifugiarsi per proteggersi dall’inflazione. Vedi, gli italiani sono già pieni di immobili e forse non serve che dica loro di comprarne altri. Inoltre, considera che i prezzi degli immobili potrebbero scendere a causa della minore capacità di spesa delle famiglie e del più alto costo del denaro (in America si iniziano già a vedere i primi segnali di rallentamento di un settore che ha corso all’impazzata negli ultimi anni).
Allora perché non tenere tutti i soldi sul conto? Bè, qui la risposta è scontata. Perché in questo caso avresti solo una certezza: perdere. E a botte del 10% all’anno, tra non molto rimpiangeresti di non aver impostato un piano finanziario.
Conclusioni
Difendere il patrimonio in uno scenario inflattivo è un’impresa molto difficile. Anche quando si riuscisse a generare un rendimento nominale positivo, molto probabilmente sarebbe più basso rispetto al tasso di inflazione e quindi negativo in termini reali.
Ma non devi disperare, molti economisti ritengono che i picchi di inflazione siano stati toccati nel mese di settembre e che, da qui in avanti, assisteremo ad un progressivo ridimensionamento.
Ma dato che ormai avrai imparato a conoscermi, sai che amo concludere le mie analisi con un messaggio positivo.
Sai cos’è successo a chi ha investito nei mercati finanziari mondiali nel lontano 1973, anno che molti dipingevano come l’inizio della fine e che presenta moltissime analogie con questo 2022? Dopo un anno, il mercato mondiale era salito del 21%, dopo tre anni del 59%, dopo cinque del 90%. Chissà se questo momento non rappresenti anche questa volta l’inizio di una nuova era di sviluppo e benessere globale e se, ancora una volta, la storia si ripeterà.
Master in International Law
2 anniAmazing exclamation !! Thank you for guiding and enlightening us ! And, for giving ALWAYS your clients interrupted care and loyalty 🙏
Psicologa Del Benessere &Coach, Ideatrice: Selezione Orientata alla Persona
2 anniFilippo Montaina complimenti, perché fai veramente:"educazione finanziaria ". Non mi perdo mai nessuna tua newsletter. Grazie per quello che doni.