"Jaguar XK8"
Ginevra 1996. L’attenzione del pubblico allo stand della “Jaguar” è alta. Il costruttore inglese, infatti, fa cadere i veli che nascondono la “XK8” coupè, prima vettura integralmente nuova nata dopo l’acquisizione nel 1989 del marchio inglese da parte del colosso americano “Ford”. Qualche mese dopo arriva la convertibile. I timori di una perdita dei valori di eleganza e sportività, tipici del marchio inglese, si scontrano con chi è pronto a sostenere che si è tenuto il meglio della tradizione “Jaguar”.
Non si può certo dimenticare il fatto che sono passati molti anni dal debutto dell’antenata della “XK8”, la “XJS”. 21 Per la precisione. Anni in cui è cambiato radicalmente il modo di produrre le automobili. Il design della “XK8”, frutto del team guidato dal compianto Geoff Lawson con il supporto di Fergus Pollock, richiama due modelli icona del marchio: l’estrema “XJ220” e la celeberrima “E-Type”. La linea è bassa e filante. L’auto è infatti alta soltanto 1,30 metri e lunga 4,76 metri.
Il motore, assemblato nello stabilimento “Ford” a Bridgend nel Galles, è integralmente nuovo. E’ la prima volta che un V8 viene montato sotto il cofano di una “Jaguar”. La nuova unità è destinata a prendere il posto dei 6 cilindri in linea e dei V12 anche sui futuri modelli del marchio.
La potenza dichiarata dal costruttore è di 284cv mentre la velocità massima è di 251 km/h. Le sospensioni sono molto raffinate e permettono alla sportiva inglese di mantenere un assetto piatto specie in fase d’inserimento in curva con tutti i vantaggi conseguenti, sia per ciò che riguarda la tenuta di strada, sia per ciò che riguarda le prestazioni. Il pianale deriva da quello dell’antenata “XJS”.
Il cambio è un automatico ZF a cinque rapporti.
La commercializzazione inizierà nell’autunno del 1996. “Quattroruote” la proverà sul numero di gennaio del 1997 apprezzandone le doti di sportività e comfort.
Uscirà di scena, dopo circa 70.000 esemplari prodotti, a cavallo tra la fine del 2005 e l’inizio del 2006 quando verrà sostituita dalla “XK” seconda generazione.
docente presso Liceo scientifico
6 anniArticolo interessante dal punto di vista della collocazione temporale, del valore storico del marchio e, come di consueto, dal punto di vista dei dettagli tecnici, adatto quindi a un pubblico di lettori anche non esperti nel settore. Complimenti!