L'1% CHE MANCA PER ESSERE FELICI

L'1% CHE MANCA PER ESSERE FELICI

Avete mai pensato che nella vita tutto può dipendere (nel bene o nel male) dal vostro coraggio di raggiungere l’1%.

Esatto, l’1%!

Di cosa?

Di quello che potrebbe mancare nella vostra vita per viverla al 100%.

Ho conosciuto pochissime persone pienamente soddisfatte della loro vita, una vita in cui non si incastrano perfettamente tutti i pezzi del puzzle ed anche quelli che proiettano verso l’esterno una vita perfetta, ho scoperto con il tempo, che non sono felici al 100%.

La completezza è uno stato interiore e non esteriore, è una dimensione di pienezza esistenziale che si riflette sulle cose materiali del mondo.

Molte volte in Brasile ho incontrato persone in una condizione che l’uomo comune definirebbe misera, in grado di darmi delle lezioni di felicità e libertà paragonabili ad un master di secondo livello sul vivere la vita.

Con stupore ho incontrato in sud America italiani con le scatole piene della elegante ostentazione di tutti i giorni, di “leccare il deretano” al capo (perchè anche se sei un dirigente e ti senti figo ricorda che c’è SEMPRE un capo sopra di te) ed hanno trovato la loro felicità nel vivere tutto l’anno in un’unica stagione, calzando infradito, godendosi la famiglia.

Il loro lavoro?

La maggior parte offre servizi o vende prodotti con i quali guadagna meno, molto meno, di quello che guadagnavano in Italia.

Sono consapevoli vincitori della lotteria del loro 1%

Con il passare degli anni ho iniziato ad osservare il carattere delle persone, quelle con cui sono cresciuto, con cui ho condiviso periodi più o meno lunghi della mia vita o di coloro che definisco amici.

Ho sempre detto di aver percepito in loro un cambiamento con il passare del tempo ma devo confessare che mi sbagliavo!

Analizzando freddamente le situazioni, mi sono reso conto che il cambiamento, in realtà, non è il loro, bensì mio.

Ho cambiato le lenti con cui osservavo il mondo.

Persone che prima consideravo essere dei modelli, si sono sgretolate a poco a poco diventando delle simpatiche scimmiette, invece, chi prima sottovalutavo, ho imparato a valorizzarlo per come merita.

A proposito di eroe, ho compreso che il vero eroe sono io e come mi disse un maestro di Krav-Maga mai abbassare la testa perchè “io non sono migliore di nessuno e nessuno è migliore di me”

Ritornando al famoso 1%, ho capito che ci sono persone che hanno il coraggio di mettere in discussione il loro 99% pur di raggiungere l’1% che manca per la loro completezza.

Queste persone accettano il rischio di perdere anche quel 99% che hanno costruito.

Ci sono altre persone che chi si accontenta del loro 99% e preferiscono rimanere nella propria confort zone, semplicemente sognando come sarebbe stato il 100% senza aver mai provato a raggiungerlo.

Rispetto tutte e due le posizioni, ogni persona è come è.

Io appartengo senza ombra di dubbio alla prima categoria, sulla quale vorrei soffermarmi, ritenendo superfluo commentare la seconda categoria dei “c.d. accomodati”.

I cacciatori dell’1% pagano un prezzo molto caro: lacrime e sangue

Il beneficio finale può essere il 100% o lo 0%.

Ultimamente, però, ho rivalutato anche questa visione.

Chi cerca la completa realizzazione non è mai uno sconfitto perchè, prima di tutto, è un coraggioso che ha fatto qualcosa che altri non hanno avuto il coraggio di fare.

Il coraggio in questo senso non ha valore economico, o si possiede o non lo si può comprare su Amazon.

Uscire dalla zona di conforto è come nascere di nuovo, è come aprire gli occhi per la prima volta e soffrire per il dolore provocato dalla luce ma, una volta che ci si abitua, la vista si alimenta di immagini nuove e scopre nuovi colori.

Uscire dalla zona di conforto mettendosi in discussione è il modo più traumatico ed efficace che abbiamo per evolverci.

A dire il vero non tutto è così romantico, come ho detto lacrime e sangue sono il prezzo da pagare.

Per chi ha il coraggio di cercare l’1%, però, questo prezzo è nulla rispetto al raggiungimento della consapevolezza di se stessi e del proprio potenziale.

Questi obiettivi maturano lentamente durante il viaggio.

Io ancora non sono arrivato, anzi ho solo iniziato il mio viaggio e forse proprio il viaggio è il senso di tutto.

Sono stato criticato, poco incoraggiato, mi hanno definito folle, sono anche arrivati a fare delle previsioni su come sarei finito.

Una delle tre persone che ammiro di più un giorno mi disse:

“Antonio le previsioni soltanto dopo il gioco” ed io ancora sto giocando!

La ricerca dell’1% è un percorso aperto a tutti ma non per tutti!

Usque ad finem

Antonio Insana

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