La BI e la condivisione delle informazioni

La BI e la condivisione delle informazioni

Business Intelligence, Data Discovery, Data Analysis, Self Service Analysis, Reporting, Cruscotto, Dashoboard, Applicazioni, Mobile, Grafico, Tabella, KPI...L’elenco potrebbe continuare a lungo. La nostra giornata è piena di questi vocaboli coniati in tutte le salse e ognuno di noi utilizza ciò che gli è più congeniale per indicare la personale necessità di avere informazioni a portata di mano e poter rispondere a sempre nuove domande. Altrettanto affollato anche il mercato delle soluzioni che vengono applicate in questi ambiti e per i non addetti ai lavori, rimane assai difficile orientarsi. I software vendor non aiutano di certo: sono troppo impegnati a mettere in evidenza le caratteristiche del proprio prodotto e nel contrastare i propri concorrenti. Non esiste quindi un'unica soluzione che possa indirizzare tutti i temi che potremmo mettere sul piatto.

Vogliamo uscire da questa confusione? Trovare il bandolo della matassa non è poi così arduo. Proviamo a mettere un po’ d’ordine insieme. In fondo, dobbiamo parlare di informazioni e di condivisione delle stesse.

Il fulcro della questione sta in un concetto di parecchi anni fa che è ancora estremamente valido. I dati sono cresciuti in modo esponenziale in questi ultimi anni ed esploderanno sempre più con i big data, ma per chi fa business il problema rimane sempre quello di poter trasformare i dati in informazioni utili per capire come raggiungere e migliorare i propri obiettivi. Quindi abbiamo bisogno di tool che semplifichino questa trasformazione, che consentano di creare un linguaggio comune, che siano agile, flessibili, veloci, auto documentanti. Non dobbiamo necessariamente puntare ad un tool unico, ma dobbiamo fare in modo che gli stessi siano ben integrati, che ognuno faccia il suo lavoro e che ci sia una modalità condivisa di governare la complessità.

Poi ci dovremo occupare della condivisione delle informazioni. Ma gli utenti sono tutti uguali? Hanno tutti le stesse necessità e tutti le stesse esperienze? Certo che no. Quindi dobbiamo pensare a tool che facilitino il lavoro di ciascuno. Se da un lato è importante la facilità di modellazione dei dati, dal punto di vista utente dobbiamo porre sempre più attenzione alla user experience.

Svilupperemo dashboard per utenti operativi / direzionali ponendo un diverso focus sugli oggetti grafici da utilizzare in funzione della persona a cui è rivolto il messaggio. Terremo conto delle sue abitudini e del suo ruolo in azienda, medieremo le importantissime teorie del visual design e della ergonomia cognitiva con le sue abitudini. Se riscontreremo abitudini a usare troppe tabelle rispetto a oggetti grafici di più immediata lettura, affiancheremo un paio di grafici alle tabelle per fare sentire gli utenti nella propria zona di confort.

Al tempo stesso potranno apprezzare che si può evolvere in modo graduale e magari qualche spunto nuovo può aiutare a ottimizzare il proprio lavoro. In fondo anche questo può essere per loro un percorso e una altra possibilità di crescita.

E per gli utenti non collegati ai server in azienda o non abituati a navigare il dato in maniera attiva? Per questi dovremo essere propositivi e pensare a un invio delle informazioni in modo passivo attraverso report inviati via mail. Qui avremo bisogno di tool grafici che possano affiancare report classici (tabelle) a rappresentazioni più efficaci, pensate per questi utenti. La qualità e il look & feel devono essere in linea con quanto gli utenti di BI possono fare con i tool interattivi. Cambia il mezzo con cui distribuiamo le informazioni, ma non deve cambiare l’attenzione che poniamo al singolo utente.  

E non sarebbe rassicurante poter avere un unico interlocutore per la BI e per la distribuzione delle informazioni? Un unico partner che possa facilitare, attraverso una consolidata metodologia, l’avvio o il miglioramento del cammino che abbiamo intrapreso? E’ assolutamente rilevante per il successo di un progetto di BI, il binomio fra il commitment del cliente e l’approccio del fornitore.



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