LA CATENA DEL VALORE
Tante volte abbiamo visto e studiato la catena del valore di Porter e la sua importanza nelle strategie economiche e sul controllo di gestione di un’azienda.
Ma per quanto interessante e di grande utilità, in tanti ci siamo chiesti come raccordarla al sistema operativo di una PMI. Si è cercato di prendere spunto dai sistemi di controllo di gestione di grandi imprese, ma si vedevano cose estremamente articolate e di cui non si capisse neanche da dove partissero e dove arrivassero. Senza considerare che il tutto si articolava su grandi e costosi server e sistemi informatici.
Circa due settimane ho scritto una riflessione sul monitoraggio dei flussi finanziari e credo sia il giusto punto di partenza per capire ed applicare – anche per un’impresa individuale – la catena del valore.
Per iniziarla a costruire, infatti, è essenziale CAPIRE L’AZIENDA. Cioè, come è stata organizzata, come l’imprenditore ha deciso di strutturare la linea produttiva o di erogazione, considerare le scelte delle fonti ed il loro utilizzo per gli impieghi in beni strumentali e l’acquisto di mp.
Soltanto dopo si potranno delineare i centri di costo e di ricavo ove “smistare” il “mare magnum” di ricevute, buste paga e fatture – che oggi scarichiamo dai file massivi – e raccordarli tra di loro. Questi raggruppamenti sono proprio quelli che si raccorderanno poi alle sezioni della Catena del Valore per ogni ASA dell’azienda.
Le fonti dei centri di costo e ricavo sono però le voci del bilancio che utilizziamo. Per questo il punto di partenza per implementare un sistema di controllo di gestione, un sistema di valutazione degli assetti or.am.co. e costruire una catena del valore è come sempre il nostro Bilancio. Sottolineo l’aggettivo “nostro” perché soltanto il bilancio proprio dell’azienda – strutturato per monitorare i punti di particolare interesse – permetterà di comprendere il suo andamento. Poi lo si standardizzerà in formato CEE, ma sarà – o almeno dovrebbe essere – la nota integrativa a spiegare le peculiarità e le sottigliezze del bilancio: notizie queste che dovrebbero derivare da un audit interno e non di una semplice prassi contabile e di compilazione della NI.
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Da un semplice bilancio analitico scaricato in formato Excel, ma strutturato su delle voci pensate in un’ottica di audit interno, sarà possibile estrarre dati che danno le giuste informazioni…sempre in formato Excel. Nessun eccessivo costo, quindi, per le PMI: serve solo un opportuno “Know how” di Controlling.
Come scrissi nella mia riflessione, sarà naturale, poi, “automatizzare” l’elaborazione degli indici propri dell’impresa e adottare strumenti e software più articolati, ma sempre e soltanto dopo aver capito l’azienda e compreso dove e come calcolarli.
Sicuramente il legislatore e le varie sentenze hanno assunto un chiaro indirizzo per l’adozione di opportuni strumenti di monitoraggio. Sarà quindi opportuno iniziare a dotarsene.
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