La formazione, per come la vediamo noi.

La formazione, per come la vediamo noi.

The only thing worse than training your employees and having them leave is not training them and having them stay. [H. Ford]

In tante aziende ho visto la formazione percepita solo come un peso, un fardello burocratico che - laddove non si riesca ad evitare (vedi legge sull'apprendistato) - va in qualche modo, in QUALSIASI modo, chiuso in fretta per poi passare ad altro di evidentemente più utile/remunerativo. Risultato: corsi buttati là, gente costretta a frequentare ore guardando l'orologio e pensando solo a firmare il foglio presenze per poi squagliarsela a casa. Non volevamo fare questa fine, non ne avevamo la minima intenzione.

Era Dicembre 2015 quando scrivevo quest'articolo ed è quasi passato un anno: non solo non ho cambiato idea, ma nel frattempo il calendario è partito, le lezioni e i workshop si sono svolti e siamo ormai alla fine del nostro primo anno “accademico” interno. Com'è andata? Bene, credo. Abbiamo tenuto duro sulle linee guida che ci eravamo dati e abbiamo strutturato la formazione annuale alternando:

CORSI FRONTALI

Sono stati tenuti da docenti universitari o liberi professionisti del settore, e – credetemi- il valore aggiunto si è visto tutto. I docenti e i (bravi) professionisti costano? Sì, ma evidentemente un motivo c'è. Chi ci ha guidato nel mondo agile, chi ci ha mostrato come comunicare al meglio o come approcciare problemi complessi, chi ha supportato il nostro reparto HR e Comunicazione su come ottimizzare la gestione di LinkedIn lo ha fatto in maniera tale da darci degli strumenti veri, delle soluzioni reali che abbiamo cominciato ad applicare dall'ora successiva alla fine del corso. Grazie a loro stiamo migliorando il nostro flusso di lavoro, il nostro modo di relazionarci ma anche quello di comunicarci all'esterno.

WORKSHOP INTERNI

Ci piaceva l'idea che la formazione non passasse solo attraverso una didattica di stampo tradizionale, con docenza frontale e ascolto di tipo sostanzialmente “passivo”. Ci solleticava l'idea di coinvolgere tutti i collaboratori e non necessariamente solo quelli con maggior esperienza. Avete presente le chiacchiere davanti alla macchinetta del caffè? “Io ho lavorato con...” “Ma dai? Interessante! A me è capitato un progetto su...”. Bè ecco, ci siamo detti: spostiamole dall'angolo macchinetta e facciamone dei workshop di condivisione interna. E così è stato: a turno, ognuno ha potuto portare una propria esperienza di lavoro o studio: sulla tecnologia frontend, il framework di persistenza, il pattern architetturale, tanto per fare alcuni esempi tra molti. Ognuno ha preparato slide, realizzato materiali, portato esempi o soluzioni: ci è parso un bel modo per coinvolgere tutti trasversalmente, far emergere il valore di ciascuno e – perché no? - creare anche delle nuove occasioni per responsabilizzare le persone sul materiale da preparare e “consegnare” a beneficio di tutto il gruppo. E' stato bello vederli lavorare così, ascoltarli mentre in qualche modo si esponevano e mettevano esperienze e risorse a fattor comune.

CONVEGNI, LABORATORI, WORKSHOP ESTERNI

Abbiamo inserito in calendario anche alcune partecipazioni esterne: il nostro modo per “uscire dal guscio” e aprirci al mondo. Siccome non si può mandare tutti ovunque, tipicamente ciò che è successo è che qualcuno di noi – in base a ruolo e/o disponibilità- ha frequentato convegni, workshop, giornate di studio organizzate da terzi, e ha poi riportato all'interno la nuova consapevolezza acquisita attraverso i workshop condivisi del punto precedente, richiudendo così il cerchio.


E adesso? Adesso siamo già a Novembre, e c'è da preparare il calendario 2017. Idee? Suggerimenti? Buoni professionisti o esperienze da segnalare?

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Giuseppe Caspani - SAEP ICT Enginering s.r.l.





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