La fotografia non professionale come pratica di resilienza, mindfulness e meditativa

La fotografia non professionale come pratica di resilienza, mindfulness e meditativa

Voglio condividere le mie riflessioni a seguito del recente completamento del corso di resilienza offerto dall'Università della Pennsylvania attraverso Coursera: sebbene questa possa sembrare una cosa irrilevante dal punto di vista professionale, dato che la Psicologia Positiva è qualcosa di molto lontano dal mio ambito, sento invece che mi ha aiutato a fare un enorme balzo in avanti nella crescita personale, perchè mi ha insegnato alcune soft skills fondamentali e mi ha fornito un modo davvero prezioso di guardare il mondo. La resilienza, che è definita come la capacità di affrontare e superare velocemente e con successo gli eventi e le situazioni negative, è sicuramente una qualità molto importante da sviluppare in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo: dal canto mio, a causa della pandemia da COVID-19, sono stata messa in cassaintegrazione dalla mia azienda e perciò mi sono trovata da un giorno all'altro con tantissimo tempo libero e nessuna pianificazione sul come impiegarlo.

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Alla fine del nostro lunghissimo lockdown nazionale, ho sentito veramente l'urgenza di uscire e fare ogni giorno lunghe passeggiate in mezzo alla natura. Durante queste camminate, ho iniziato a fare foto di panorami e di dettagli che catturavano la mia attenzione, perchè dopo una cattività così prolungata praticamente qualsiasi cosa mi sembrava come un piccolo miracolo. Dopo qualche tempo, ho deciso di aprire un account Instagram perchè volevo condividere con gli altri tutte quelle cose meravigliose che scoprivo durante i miei trekking solitari nella campagna romana. Tutto questo l'ho fatto d'impulso, senza chiedermi perchè lo stessi facendo.

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La consapevolezza di tutto il processo è affiorata all'improvviso durante il corso di resilienza di cui parlavo, quando a un certo punto la professoressa Reivich ha esclamato: "Quando notate un comportamento ottimistico in voi stessi, prendetene nota: ciò vi aiuta a costruire la vostra consapevolezza!". Ho messo in pausa la videolezione e ho iniziato a riflettere: il cambiamento di prospettiva indotto dal corso mi ha fatto inquadrare tutto perfettamente all'interno di un disegno preciso, come avviene quando si osserva una anamorfosi 3d dal giusto punto di vista. (L'anamorfosi è un disegno o una rappresentazione 3d distorta che appare significativa solo se osservata da una particolare angolazione). Mi sono quindi resa conto di avere già delle forti abilità innate di resilienza, che avevo utilizzato senza minimamente rendermene conto. Infatti, sono stata capace di smettere rapidamente, facilmente e totalmente di pensare a quelle cose di cui non avevo controllo (l'andamento della pandemia e le decisioni del mio datore di lavoro) per focalizzare immediatamente tutta la mia attenzione su azioni pratiche e positive, concentrandomi nell'apprendimento di qualcosa che avrei sempre voluto imparare, ma per cui non ero mai riuscita a trovare tempo ed energie prima: la fotografia. Sono stata dunque istintivamente in grado di vedere l'opportunità celata all'interno della crisi che stavo vivendo.

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Avevo però ancora molte altre abilità da affinare bene. La fotografia mi ha aiutato molto nella pratica della mindfulness, ad esempio: fino a pochi mesi fa avevo seri problemi a restare nel qui e ora, a fare esperienza deliberata e volontaria dell'ambiente circostante attraverso i miei sensi, a dedicare la massima attenzione al mondo intorno a me, vedendo veramente ciò che mi circondava, ad essere pienamente consapevole di ogni singolo dettaglio, suono e sensazione. Sono andata a camminare lungo gli stessi sentieri ogni giorno, ed ogni giorno ero in grado di individuare i più piccoli cambiamenti occorsi nelle ultime 24 ore, ma anche in grado di discernere le variazioni della luce per sfumatura cromatica ed intensità, tanto che alcune volte mi sono sorpresa a sorridere pensando a Monet e ai suoi 250 dipinti raffiguranti sempre lo stesso stagno con le ninfee... Ho veramente toccato con mano lo scorrere del tempo, i cambiamenti che ogni stagione porta con sé, con i suoi colori, e forme, e comportamenti animali. Ho imparato a provare profonda gratitudine per tutti questi piccoli miracoli che hanno luogo continuamente.

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Ho imparato inoltre che attraverso una macchina fotografica puoi davvero far vedere alle persone il mondo attraverso i tuoi occhi: il feedback dei miei amici mi ha incoraggiato molto e mi ha fatto rendere conto che, nonostante io abbia un modo tutto mio di vedere e interpretare le cose, è comunque sempre possibile comunicarlo agli altri. Questa consapevolezza mi ha fatto sentire parte di una comunità ed ha lenito il mio senso di solitudine e di isolamento.

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Oltre a tutto ciò, camminando e facendo foto da sola ho instaurato una connessione forte e profonda con qualcosa molto più grande di me: madre Natura e tutte le sue splendide creazioni. Sono stata così coinvolta emotivamente che alcune volte sono quasi scoppiata a piangere: per esempio quando un giorno uno scoiattolo mi è corso incontro nel bosco, o quando una farfalla è rimasta pazientemente in posa abbastanza a lungo da lasciarmi fare un centinaio di foto, o quando ho avuto la possibilità di osservare uno stormo di uccelli che volavano così vicino a me da poter sentire il suono del loro battito d'ali.

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Un'altra virtù che ho affinato attraverso la fotografia è la pazienza, cioè l'arte di aspettare il momento giusto, con la fiducia incrollabile e ferma che prima o poi questo arrivi. A questo proposito, la palestra migliore l'ho fatta quando ho cercato di fare foto agli animali, attendendo a lungo che arrivassero alla posa in cui li volevo ritrarre. Questa abilità è strettamente legata a quella di prevedere con precisione come una data situazione si evolverà nel tempo, sulla base di ciò che si osserva in quel momento e del bagaglio di osservazioni fatte in precedenza su soggetti simili. Sotto un esempio del risultato della pratica della pazienza nella fotografia:

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Essere presente ed osservare attentamente i dettagli mi ha aiutato a riconoscere i pattern in natura e a sviluppare una maggiore precisione nell'inquadratura dei soggetti, aiutandomi a mettere insieme una ricchissima biblioteca di ricordi visivi che avrò sicuramente modo di consultare e mettere a frutto nei miei prossimi lavori creativi. Ora riesco ad individuare facilmente e velocemente logiche costruttive e geometriche che mi erano semplicemente invisibili quando la mia vista non era così allenata. Ho imparato così tanto semplicemente osservando il mondo di nuovo con gli occhi di un bambino!

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In questo folle mondo che ci spinge così tanto solo a lavorare e a fare soldi fino alla morte, una pausa forzata può veramente farci capire che c'è qualcosa di profondamente sbagliato nell'attuale società e che è davvero necessario attuare un profondo cambiamento.

Come ho letto di recente in un magnifico libro intitolato "Lo Zen e l'Arte della Felicità" di Chris Prentiss, quando pensiamo che ci sia successo qualcosa di terribile, dovremmo invece convincerci che quello che è accaduto in realtà è la miglior cosa che ci potesse capitare... perchè lo è DAVVERO.

David Benedetti PhD

Senior E2E System Architect IEEE Professional Software Engineer

4 anni

Questo lockdown penso sia stata un'opportunità intensa e profonda per guardarsi dentro. La metafora dello "stare chiusi in casa", penso possa aver fornito lo spunto a "chiuderci dentro di noi", e a fare un po' più di chiarezza, dove prima mettevamo velocità e, malgrado tutto, superficialità. Anche a me il lockdown ha dato modo di rivedere alcune prospettive dentro di me, e di riuscirne rinnovato, in qualche modo: perciò capisco molto bene ciò che racconti qui. Sono molto contento che questo "processo di guarigione" ti abbia donato tutto questo, e sono convinto che gli effetti collaterali a tutto ciò saranno anche migliori. ❤️

Claudia Pinardi

Quantity Surveyor, MSc Construction Project Management, curious about the potentials of Data Science in Construction

4 anni

Mi fa piacere sapere che hai trovato nella fotografia una occasione per riflettere e prendere maggiore consapevolezza di te stessa e del mondo che ci circonda :) anche io durante il lockdown sono tornata con la camera in mano e ne ho avuto benefici ;)

Fabio Nardecchia, Ph.D.

Researcher at University La Sapienza in Rome

4 anni

Ma sicura che parlavi della fotografia o è una metafora della tua vita? "Essere presente ed osservare attentamente i dettagli..." sembra chi si associ bene a quello che dovremmo fare tutti, ogni giorno. Forse questo è il prossimo passo, tradurre quello che hai riscoperto con la fotografia, alla tua vita di tutti i giorni.

Flavio Cirinesi

Architect | Project Manager UNI 11648 Certified

4 anni

Bravissima!

Giordano Cicconetti

Network Engineer at Italtel S.p.A.

4 anni

E' incredibile quanto cose semplici che facciamo o vediamo possano influenzare il nostro pensiero e quindi il nostro comportamento. Grazie per questa condivisione per la sua semplicità e l'emozione che essa mi ha trasmesso.

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