La Generazione X: i ragazzi dell’era post ideologica
Con Generazione X si fa riferimento a coloro che sono nati tra il 1965 e il 1979. Sono le donne e gli uomini che oggi hanno un’età compresa tra i 55 e i 41 anni e che, secondo l’ISTAT, rappresentano il 23,6% della popolazione totale italiana. Ai tempi del crollo del Muro di Berlino (1989), i più grandi avevano circa 24 anni, i più giovani appena 10: ciò fa di loro la prima vera generazione post-ideologica, quella che ha plasmato la propria identità sociale e politica in un mondo non più polarizzato tra Est e Ovest, tra modello americano e blocco filo-sovietico.
La Generazione X, la generazione dell’ignoto
La X con cui si è soliti definire i 55-41 anni odierni indica esattamente ciò che potete immaginare: ‘Ics’ come ‘Ignoto’, come mancanza di redini, di un immaginario, di una sovrastruttura simbolica capace di fornire loro una direzione. La contrapposizione cristallizzata della società precedente alla loro non c’è più, sono venute meno le lotte di classe, non ci sono più sogni collettivi da inseguire, l’individualismo inizia ad affermarsi, non tanto come scelta quanto come effetto collaterale dei cambiamenti globali. Ed è per questo che i ragazzi della Generazione X sono descritti come affetti da apatia, incapaci di emozioni forti, sprovvisti di una propria personale battaglia da condurre.
Meno di Zero…
Nel primo articolo dedicato a questa rubrica sulle generazioni mi era piaciuta l’idea di introdurre la Generazione X citando un passaggio del romanzo Fight Club di Chuck Palahniuk che esprime mirabilmente quel senso di assenza, ve lo riporto qui:
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