LA GRANDE LEZIONE POLITICA DEL CORONAVIRUS

LA GRANDE LEZIONE POLITICA DEL CORONAVIRUS

In questo periodo di scombussolamento esistenziale e crisi economica devastante abbiamo una grande lezione politica da imparare: abbiamo abbattuto la percezione dell'impossibile.

Mi spiego meglio. Prima del Coronavirus la politica ci imponeva dei limiti nei processi di pensiero, che più o meno colpevolmente abbiamo abbracciato.

Facciamo degli esempi pratici: il fatto che l'immigrazione sia un fenomeno incontrollabile e quindi va accettato, che l'adesione all'Unione Europea è irreversibile, che non è più possibile garantire contratti di lavoro stabili, ecc.

Il Cronoavirus sta aprendo scenari inaspettati. Improvvisamente si trovano soldi che da sempre sono stati negati: la Germania mette sul piatto 1550 miliardi, l'Italia 25 (sono pochi, serve uno sforzo maggiore) gli Usa 4.000 miliardi di dollari.

Se prima si pensava che era impossibile controllare i flussi migratori adesso si riesce a controllare perfino chi esce dal proprio quartiere.

Non voglio dare giudizi di merito sui singoli processi, non è l'obiettivo di questo articolo.

Una cosa però ci deve fare riflettere: non dobbiamo dar più retta a chi ci dice che un qualcosa sia impossibile, che non c'è alternativa. Ricordiamoci che c'è sempre un'alternativa e il Coronavirus ce lo sta insegnando.

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